Caterina Ceraudo, 29 anni, giovane talento dell’alta gastronomia italiana, una laurea in Enologia e Viticoltura a Pisa e una Stella Michelin nel ristorante che gestisce all’interno dell’agriturismo di famiglia, Il Dattilo, sperduto nella campagna calabrese, a Strongoli in provincia di Crotone, ma citato e celebrato anche dal New York Times. Il 20 marzo a Milano ha vinto il primo «Premio Michelin Donna Chef 2017», riconoscimento che la guida Rossa ha lanciato per la prima volta quest’anno insieme a Veuve Clicquot per mettere in luce il talento femminile in cucina
L’attualità dimostra in modo chiaro ed esplicito che le chef donne sono ancora troppo poche e troppo poco visibili, anche quando sono molto brave, perciò ai premi speciali che l’edizione italiana della Michelin ha cominciato ad assegnare a partire da quest’anno si è aggiunto anche quello dedicato alle signore dell’alta ristorazione.
Caterina commenta che questo premio per lei rappresenta una grande responsabilità, perché un premio del genere si rivolge a tutte le aspiranti cuoche. Lei normalmente è contraria alle distinzioni tra uomini e donne. In tutti i campi. Crede e pensa che vada premiato il talento, non il genere. Caterina in cucina si indurisce, diventa concentratissima, meno dolce di quando lo è fuori. Diventa se stessa, è il modo che ha imparato per gestire l’ansia. Prosegue affermando che in questo momento indire un premio per le donne in cucina è necessario, perché è necessario far emergere la figura delle chef, ribadire che esistono. Le giovani iscritte agli istituti alberghieri o alle scuole di cucina debbono ricordare che possono puntare in alto senza avere paura.
Ha capito che voleva fare questo mestiere relativamente tardi, sei anni fa, dopo che aveva studiato per diventare enologa. La Scuola di Alta Formazione di Niko Romito, a Castel di Sangro, l’ha folgorata. Ma poi quando è tornata a casa e si è messa a gestire il ristorante di famiglia da sola, a 24 anni, con due aiuti e basta, non è stato facile. Aveva il terrore di sbagliare. Era giovane, era donna, in molti non la prendevano sul serio.
Per favorire questo cambiamento e creare un network di chef donne Veuve Clicquot, casa produttrice di champagne lanciata da una donna (Barbe Nicole Ponsardin, che la prese in mano a 27 anni, nei primi dell’Ottocento) ha lanciato, l’anno scorso, l’Atelier des Grandes Dames, una rete di cui per ora fanno parte 13 chef (Caterina Ceraudo, Martina Caruso, Maria Cicorella, Tina Cosenza, Michelina Fischetti, Giuliana Germiniasi, Antonia Klugmann, Isa Mazzocchi, Aurora Mazzucchelli, Fabrizia Meroi, Anna Tuti, Marianna Vitale, Mara Zanetti). L’obiettivo è aiutarle a rendersi più visibili, a creare occasioni di collaborazione e ad avviare progetti in comune.
Sia Caterina Ceraudo che Antonia Klugmann saranno tra le protagoniste di “ CIBO A REGOLA D’ARTE”, l’evento food del Corriere della Sera, di scena dal 31 marzo al 2 aprile, presso UniCredit Pavilion, in Piazza Gae Aulenti a Milano insieme alla giovane pastry chef del ristorante pugliese Bros Isabella Potì e alla pasticcera campana Vittoria Aiello del Ristorante Torre del Saracino