Najeebullah Farzed è un attivista, uno scrittore, ed un giornalista. Lui è afgano e da qualche giorno, dopo essere stato minacciato dai talebani potrà finalmente tirare un sospiro di sollievo, anche grazie e soprattutto all’aiuto di un comune vicino Napoli dove inizierà per loro una nuova vita. Dove non c’è guerra, dove ognuno di loro può camminare per strada e rincorrere i propri sogni.
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Questa sua storia inizia a settembre quando Najeebullah è atteso come ospite al Festival della Letteratura Indipendente Pomigliano d’Arco, lo scorso 3,4 e 5 settembre: i talebani però bloccano la sua partenza.In Afghanistan la situazione geo politica con l’arrivo dei talebani è precipitata e Najeebullah, non solo non ha potuto prendere parte alla manifestazione letteraria, ma si è dovuto nascondere dai talebani con tutta la famiglia: moglie, due figli di 10 e 13 anni e madre anziana.Lo scrittore afgano avendo aiutato negli anni i giovani attivisti e gli artisti di Kabul a coltivare i propri sogni come creativi per sostenere la democrazia,ma ciò costituiva un pericolo per sé e per la sua famiglia.Il suo grido d’allarme è stato così subito raccolto proprio dagli organizzatori di FLIP ed in particolare da Ciro Marino, editore della casa editrice indipendente Wojtek Edizioni nata proprio a Pomigliano, nohchè dall’amministrazione comunale che si è subito attivata con la Farnesina per avviare l’iter necessario per portare in salvo Najeebullah e la sua famiglia.Grazie ad una una raccolta fondi, e in pochissimo tempo, vengono raccolti 8mila euro, oltre alle donazioni di libri, vestiti. La catena d’amore va a buon fine, e così ,pochi giorni fa, dopo aver superato ulteriori difficoltà di ordine burocratico, l’intera famiglia Farzad è arrivata a Pomigliano d’Arco dove ha ricevuto il benvenuto nel palazzo comunale dal sindaco Del Mastro e da tutti coloro che hanno partecipato a questa gara di solidarietà.Adesso vivono in un appartamento della curia. Lui ora ha un lavoro e i figli vanno a scuola a Pomigliano d’Arco, anche sua moglie potrà riprendere i suoi studi in farmacia. Studi per lei impossibili in Afganistan.«Sono enormemente grato alla città di Pomigliano d’Arco ed alla Farnesina – le prime parole di Najeebullah Farzed al sindaco Del Mastro – di aver salvato me e la mia famiglia. In Afghanistan rischiavamo seriamente la nostra incolumità, proprio per la mia opera di attivista nel Paese».