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Poesia: “Le due torri”

Luciano Goglia 11/09/2018
Updated 2018/09/11 at 10:48 AM
3 Minuti per la lettura

L’11 Settembre 2001, diciannove terroristi di matrice islamica presero il comando di quattro aerei di linea, conducendo due aeroplani a schiantarsi contro le Torri Nord e Sud del World Trade Center, più comunemente chiamate “Torri Gemelle”.

Commemoriamo le vittime di questo folle attentato con una poesia.

 LE DUE TORRI

Scendo di corsa le scale di casa.

L’orologio scandisce una nuova giornata.

Mi dirigo a lavoro come ogni mattina.

Ecco le torri, intravedo la cima.

Colossi d’acciaio che squarciano il cielo.

Sequoie che regnano lungo il sentiero.

Simbolo autentico di una città.

Un unico cuore diviso a metà.

Pensieri racchiusi dentro la testa,

quando ad un tratto la corsa si arresta.

 

La vita tramuta in pochissimi istanti.

Innalzo lo sguardo a ciò che ho davanti:

l’ingresso alla torre, affollato da tanti.

Controllo l’orario: le otto e tre quarti.

Sto per entrare, accelero il passo,

mentre odo un rumore provenire dall’alto.

Un suono assordante, dopo uno schianto.

Un aereo trafigge la torre in un lampo.

Terrore e sgomento negli occhi di tutti.

Spettatori di uno tra i drammi più brutti.

 

Divampano fiamme fin fuori dai vetri.

È un inferno tra i vivi, a cui quasi non credi.

Sguardi confusi, persi, impietriti

raccontano il senso di volti contriti

pensando a coloro che, a causa di mostri,

vivranno oramai solo dentro i ricordi.

Chi fugge lontano, chi corre in aiuto.

Increduli e inermi per quel che è accaduto.

Purtroppo quell’incubo è solo all’inizio.

È cadere nel buio di un precipizio.

 

Notizie che giungono senza un riscontro,

ma poi al primo attacco sussegue il secondo.

Un aereo si schianta anche nell’altra torre.

New York è in ginocchio e ha davanti la morte.

Sembra quasi di stare sul fronte di guerra.

Troppo male è presente su questa Terra.

Il fiato si spezza, il cuore si ferma

per tutti coloro che non hanno scelta.

Nessuna speranza purtroppo gli resta.

Vedo gente lanciarsi dalla finestra.

 

Corpi che cadono dritti nel vuoto.

Costretti a fuggire da una gabbia di fuoco.

Spinti ad un gesto privo di descrizione.

Tanto grande il rifiuto, quanto forte il dolore.

Le lacrime scendono e bagnano il volto

quando dopo l’impatto arriva anche il crollo.

Le torri che cedono e il mondo che prega

per tutte le vittime della tragedia.

L’America piange i suoi cittadini

in questo massacro che non ha confini.

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