Impegno civile, ambientalismo e informazione. Questi i temi cardine del convegno organizzato da Magazine Informare “Plastic free. Ricerca e prevenzione”, tenutosi nella Sala Consiliare di Castel Volturno alla presenza delle scuole del territorio, che ha visto convergere nel parterre degli ospiti, alcune tra le personalità e gli enti più influenti sul dibattito sanitario-ambientalista locale e non.
L’evento, infatti, ha ricevuto l’appoggio del Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che ha aperto il convegno con un video-messaggio destinato ai giovani studenti e alla comunità castellana. Campagna, quella sulla plastica monouso e sull’importanza della formazione ambientale, portata avanti proprio da Costa sin dagli inizi del suo insediamento.
«Appena iniziammo la campagna “Plastic Free”, questa diventò virale e si diffuse in tutta Italia», ha dichiarato il Ministro nel video riprodotto durante il convegno.
«Quando si parla di questi argomenti, però, ci rendiamo conto che il nostro agire non è conforme alla tutela dell’ambiente. È importante, quindi, informare la comunità: da settembre 2020, la formazione ambientale verrà introdotta in tutte le scuole come materia».
Presente all’evento, anche se virtualmente e tramite Skype, il prof. Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute in collegamento da Philadelphia, che ha dato il suo saluto ai giovani in sala, facendo appello alle loro coscienze e invitandoli a raggiungere obiettivi che, purtroppo, l’attuale classe dirigente non è riuscita a raggiungere dal punto di vista etico. Tante sono state le associazioni campane che hanno partecipato al convegno con il loro patrocinio morale: “Comitato No Roghi – Castel Volturno”, “WWF Caserta”, “Libera Campania”, “NCO”, “Fai – Federazione Antiracket Italiana”, Università degli Studi di Napoli Federico II, Pro Loco Castel Volturno, Legambiente, Clinica Pineta Grande, Polis, ARCA, Fare Ambiente. Un’occasione che ha visto convergere tante realtà sociali, che quotidianamente si battono in prima persona in nome del proprio territorio, in un unico obiettivo: fare rete per la salvaguardia dell’ambiente. Anche Gustavo Delugan, artista e scultore trentino, esperto nel riuso, ha esposto all’interno della Sala Consiliare le sue opere realizzate con materiali riciclati, al fine di lanciare un messaggio sull’importanza delle materie prime e della loro conservazione.
Le 350 milioni di tonnellate di plastica, prodotte a livello mondiale, sono un dato allarmante, che denunciano le abitudini di una società civile completamente improntata sull’utilizzo di questo materiale, un tempo considerato una risorsa, oggi una minaccia. Quali sono, dunque, gli impatti della plastica sulla vita dell’uomo, sulla salute e sulla sua alimentazione?
Dopo una ricapitolazione storica circa l’introduzione e l’utilizzo della plastica, curata da Enzo Salzano, ricercatore C.R.O. Syneos Health, hanno provato a rispondere alla domanda Gian Carlo Tenore, docente in “Chimica degli alimenti” all’Università Federico ll di Napoli, Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico di “Legambiente Campania Onlus” e Giulio Benincasa, responsabile del dipartimento anatomia patologica e bioterapia di Pineta Grande Hospital.
Dalla durabilità della plastica, che ha fatto sì che questa si depositasse intatta e per anni sui fondali, al suo ingresso nelle catene alimentari di innumerevoli specie di pesci e, dunque, anche sulle nostre tavole. Questi alcuni dei passaggi chiave ripercorsi dal prof. Tenore e dal dott. Chiavazzo, a cui ha fatto eco l’intervento del prof. Benincasa circa l’impatto dell’inquinamento sulla salute dell’uomo e, nello specifico, di quello derivante dal fenomeno “Terra dei fuochi”.
Un tema, quello ambientale, dalla risonanza mediatica enorme, che ha investito ogni settore della società civile, facendo appello sull’impegno di ognuno.
Da Greta Thunberg al Global Strike For Future, tante sono state le iniziative che hanno visto le piazze ricolme dall’entusiasmo dei Millenials. Entusiasmo che, purtroppo, spesso non viene affiancato da una reale presa di coscienza del fenomeno, che conduca a sua volta ad un cambiamento radicale delle nostre abitudini.
Lo scopo del convegno, infatti, era quello di fornire ai principali fruitori di questo messaggio – i giovani – gli strumenti per comprendere al meglio il giusto modo di agire, di informarli, perché solo attraverso la conoscenza e la formazione si può diventare il cittadino attivo di cui questo territorio ha bisogno.
di Carmelina D’aniello
TRATTO DA MAGAZINE INFORMARE N°202 – FEBBRAIO 2020