Pino Gramoglia non è un pittore: è un poeta. Poeta dei colori, poeta dei sentimenti, poeta delle emozioni più profonde del nostro cuore. Non è un caso che egli abbia scelto da tempo di attraversare tutto l’arcobaleno delle cromìe note per arrivare a colori che credevamo perduti per sempre: l’azzurro dei lapislazzuli, l’oro delle vesti bizantine, i rossi dei coralli delle regine d’Oriente, i gialli splendenti dei miraggi in oasi perdute in chissà quale dei deserti africani che egli tanto ama. Non sorprende nessuno, allora, che egli continui a lasciare pezzi di cuore nella fascinosa Sharm el Sheikh dove la realtà non fa alcuna fatica a diventare sogno, desiderio, dove tutto è pensato nel segno della diversità più bella e piacevole.
Di questi luoghi fantastici, ormai diventati icone nell’immaginario collettivo del mondo degli amanti della vita, egli ci dà segni inequivocabili: uccelli, feluche che solcano le acque, fiori sgargianti. I suoi aironi, i suoi ibis allora possono assumere lo stesso profilo della vela bianca che scivola sull’azzurro di questi mari “di sogno” o lo stesso profilo della donna che, altera, porta ben fermo sul capo un cesto di frutta policroma da vendere, da regalare, da offrire, non importa a chi.
È la stessa donna che, lasciata la difficile vita dell’Africa più dolente, ritroviamo nelle nostre città con la stessa stanchezza e la stessa fierezza di una Madonna: per Pino Gramoglia il mondo è un hólon, è un unicum, un tutto all’interno del quale possono mutare le forme esteriori della vita, ma non la sua bellezza profonda che egli ama rappresentare sovente in figura di angeli.
Il nostro artista crede fermamente all’esistenza degli angeli: del resto, chi altri avrebbe potuto condurlo verso tanta raffinatezza?
Gli angeli per Gramoglia sono anche il simbolo della leggerezza assoluta che egli da sempre cerca (con successo) di trasformare in immagine. E, infatti, nulla è mai fermo nei suoi quadri: ballerini volteggiano con grazia infinita nell’aria translucida, donne coperte di veli trasparenti come nuova pelle, le cose stesse, statiche per definizione, sembrano voler andare verso chi guarda.
Grande Maestro, grande artista Pino e, soprattutto, uomo generoso e gentile innamorato della Bellezza e del Sogno che la pittura sa regalarci: bene ha fatto Iberotel a offrirgli spazio per una mostra nella quale egli potrà cantare, attraverso linee, volumi e colori, tutto il fascino di Sharm, dove si va per sognare.
di Jolanda Capriglione
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