Madri migranti, italiane ma in primis donne poste dinanzi al bivio: figli o lavoro? Le operaie del colosso aziendale italiano Yoox Net-A-Porter Group S.p.A manifestano con amarezza e delusione per le condizioni lavorative a cui sono sottoposte.
Sono giorni che le operaie di Yoox sono in sciopero per far sentire la loro voce e denunciare un ambiente lavorativo pullulante di sfruttamento, razzismo e maschilismo. Dall’esterno appare tutt’altro, perché l’azienda leader nell’e-commerce d’abbigliamento moda, lusso e design s’adorna di un immaginario sensibile ed attento alle persone, ai bambini, alla diversità. Una visione non propriamente veritiera provata dalle manifestazioni di questi giorni.
Nella sede dell’Interporto di Bologna, le dipendenti sottostanno a turni che non concedono vita all’infuori del lavoro. Il primo turno inizia alle 5.30 del mattino mentre il secondo termina alle 22.30. Pausa pranzo di soli 15 minuti, priva di una mensa e tantomeno di buoni pasto. Come se non bastasse, pressioni e atteggiamenti razzisti angustiano quotidianamente le lavoratrici.
Fasce orarie scomode per donne che vorrebbero vivere attimi di quotidianità con i rispettivi figli. Non possono accompagnarli a scuola né metterli a letto e, nel caso di madri single, non riescono neppure a permettersi una babysitter. Quella attuata dall’azienda è una tattica per portare allo sfinimento donne che chiedono di poter essere madri lavoratrici con maggiori diritti. L’intento di Yoox è quello di passare a contratti flessibili e precari costringendo chi ha un contratto indeterminato a piegarsi per necessità o, nel peggiore dei casi, a licenziarsi.
Le donne in protesta sono le stesse che nel pieno della pandemia hanno controllato i capi d’abbigliamento, li hanno imbustati, rammendati e preparati alla spedizione. È grazie alla loro fatica se Yoox è riuscito a raddoppiare e detenere guadagni vantaggiosi durante al parziale blocco delle attività nazionali. Ed ora sono proprio loro ad unirsi in un forte movimento femminista.
Sabato 12 alle ore 15:30 in Piazza Nettuno a Bologna si svolgerà lo sciopero indetto dalle stesse operaie. Per aderire è necessario inviare un’e-mail a womenstrikeyoox@gmail.com. S’invita a sottoscriversi all’appello e a darvi massima circolazione. Questa mobilità va ben oltre le dipendenti Yoox, coinvolge tutte le donne e madri migranti, italiane, sfruttate, sottopagate e maltrattate sul luogo di lavoro.
di Chiara Del Prete