Si è svolta oggi, 25 novembre 2021 in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la manifestazione organizzata ad Orta di Atella dalle associazioni Officina Femminista e Giovani Ortesi, con il patrocinio morale del Comune di Orta di Atella.
Il maltempo non è riuscito a fermare quest’iniziativa che inizialmente doveva avere luogo nella Piazza Principessa Belmonte (o anche Piazza della Panchina Rossa) e che è stato poi spostato al Centro Studi “Massimo Stanzione”.
Un evento a testimonianza di tutte le violenze, le esperienze, i racconti mai narrati, di tutte le donne che ogni giorno sono costrette a vivere nella paura e private della cosa fondamentale per qualsiasi essere umano: la libertà. Oggi e sempre, Officina Femminista e Giovani Ortesi, hanno a cuore la causa e si battono affinché qualcosa possa smuoversi, dando un forte segnale sul territorio.
“Bisogna educare alla parità di genere – afferma Marilena Belardo, Consigliera comunale di Orta di Atella – combattendo ogni giorno contro gli stereotipi ed i pregiudizi che limitano la libertà di tutti. E noi ci impegneremo come amministrazione comunale insieme alle associazioni del territorio per far arrivare anche nelle scuole questi insegnamenti. Solo con la cultura possiamo contrastare questi fenomeni. Oltre la prevenzione, dobbiamo mettere su degli studi che serviranno non solo per emergenza quando una persona è vittima di violenza, ma dobbiamo soprattutto accompagnare la vittima a riappropriarsi ed a ricostruire la sua vita“.
“Noi non vogliamo contrastare la violenza contro le donne e di genere solo oggi, ma ogni giorno – prosegue Assia Rasulo Presidente dell’Associazione Officina Femminista-. L’accento che oggi vogliamo porre è non solo sulle violenze fisiche che sono visibili ad occhio nudo, ma soprattutto su quella violenza subdola che purtroppo non riconosciamo. La violenza di genere è come se fosse un iceberg: sulla punta vi è il femminicidio, ma sotto ci sono tante cose radicate come la violenza verbale e psicologica che si subiscono quotidianamente senza rendercene conto. Ogni giorno leggiamo nei quotidiani di stupri e femminicidi accompagnati da frasi come “se l’è cercata” o anche “era vestita in modo succinto“: questo fa parte di tutta quella subcultura dello stupro ed è minimizzare e normalizzare un’azione che è un crimine”.
“Vogliamo portare la nostra testimonianza di giovani che vivono il territorio e che giorno dopo giorno cercano di migliorarsi, migliorare la realtà che ci circonda e per rieducarci nei rapporti interpersonali. L’unico modo per sciogliere questo iceberg è interrogarci ogni giorno, dire di NO a tutte queste forme sottili di violenza non solo in questa giornata, ma sempre. Noi uomini e donne del domani abbiamo il compito di invertire rotta rispetto al presente per contrastare le svariate sfaccettature di violenza che le donne subiscono quotidianamente” afferma Miriam Indaco, Segretaria dell’Associazione Giovani Ortesi.
“Non si tratta solo di uno schiaffo o di una spinta, di un atteggiamento, di un epiteto o di una supposizione – continua Giovanni Sorvillo, Presidente dell’Associazione Giovani Ortesi -. I giovani uomini, principalmente, hanno bisogno di essere inseriti in un contesto in cui capiscano che il 25 novembre di ogni anno non è solo una giornata contro la violenza, ma la giornata contro la violenza che dall’uomo viene inflitta alla donna. Il cambiamento parte proprio da questa consapevolezza: accettare che il patriarcato non solo sia esistito, ma risieda anche in quei piccoli atteggiamenti che tutt’oggi vengono assunti “spontaneamente” dai giovani, dagli uomini di domani. Per realizzare la decostruzione di una realtà così radicata, è necessario partire dai giovani, insegnando loro che la prima arma è l’educazione, e che essa non è un limite alla propria autodeterminazione, perché non può essere un “limite” quello di insegnare agli uomini il rispetto verso le donne, ma è un diritto che, piuttosto, alle donne deve essere riconosciuto”.
Oltre alle associazioni Officina Femminista e Giovani Ortesi, erano presenti 4 studentesse della Scuola Secondaria di Primo Grado Massimo Stanzione di Orta di Atella che hanno letto dei loro pensieri scritti in occasione di questa giornata.
“Stasera la presenza di giovani e giovanissimi fa sperare nella risoluzione di questo problema. È chiaro che per reprimere il fenomeno, è importante che avvenga l’educazione nei luoghi di maggiore contatto sociale come la famiglia e la scuola. Come amministrazione comunale daremo sempre il nostro contributo affinché queste associazioni possano difendere non solo dei fenomeni che si verificano sul territorio, ma partecipare costantemente a questo sviluppo e a questa educazione. Il retaggio culturale deve essere fermato attraverso queste nuove generazioni che si formeranno e vedere questa sera che giovani e giovanissimi parlano di questa tematica, mi fa pensare che questa è la strada buona. Vi ringrazio a nome di tutta l’amministrazione” conclude il Sindaco di Orta di Atella Vincenzo Gaudino.