Nessuna tregua
Questa notte, l’organizzazione umanitaria per salvataggio in mare SOS Mediterranee ha soccorso una barca di legno che trasportava 63 persone sopravvissute. Il ritrovamento è avvenuto in zona SAR maltese, un passaggio inevitabile per le imbarcazioni precarie che lasciano le coste libiche.
Sette/…?
Insieme alle recenti operazioni di salvataggio, in dieci giorni sono state soccorse 7 imbarcazioni instabili e colme di persone a rischio. Il problema è che quest’operazione sarà la settima di una lista potenzialmente interminabile.
Uno degli indici di disumanità si è palesato il 30 giugno, in acque libiche, dove sono state soccorse 49 persone su una barca di legno: l’operazione è stata totalmente ignorata da una motovedetta libica di passaggio durante le manovre di salvataggio.
POS immediato
Ci sono 291 persone ora bordo dell’Ocean Viking. Un numero che spaventa, e che purtroppo riguarda soltanto una delle tante organizzazioni che soccorrono in mare.
È fondamentale, come possibilità di azione, che si garantisca immediatamente un porto sicuro alla nave, che attualmente si trova nel Mediterraneo centrale.
Qualche settimana fa, SOS Mediterranee lanciava un appello all’UE per velocizzare le risposte di assegnazione POS da parte delle autorità statali circostanti; la scorsa settimana, l’UNHCR ha unito le sue voci lanciando «un appello agli stati affinché velocizzino le procedure di reinsediamento e gli accordi per le partenze, e rafforzino le loro capacità di ricezione e disbrigo delle procedure in modo sostenibile».
Lì ed ora
In questo momento la Croce Rossa Internazionale e i volontari e le volontarie di SOS Mediterranee si stanno prendendo cura delle persone sopravvissute. Check medici di base, ecografie per le donne incinte e tentativi di comunicazione sono all’ordine del giorno. Per la maggior parte si hanno a bordo minori non accompagnati.
Ognuno di loro attende tempi migliori, e ciò che sembra essere un brutto film è la storia quotidiana di chi fugge e di chi dedica la sua vita a tendere la mano.