Il 13 Luglio scorso la Commissione Europea ha presentato una proposta di regolamento che aggiorna la disciplina sull’eco-progettazione dei veicoli e sulla gestione di questi ultimi come rifiuti una volta giunti a fine vita. I veicoli fuori uso rappresentano un flusso considerevole di rifiuti, sia in termini qualitativi che quantitativi. Per questo motivo sono stati oggetto di molteplici studi da parte della commissione europea già a partire dal 1991 con la costituzione del gruppo di progetto europeo “End of Life veicles”. Il nuovo regolamento andrà a sostituire la storica direttiva europea 2000/53/CE, recepita nel nostro ordinamento dal D.Lgs. 209/2003.
Il settore dell’automotive è in costante evoluzione, e uno degli aspetti più rilevanti riguarda il trattamento dei veicoli giunti alla fine della loro vita utile. Il nuovo regolamento pone l’obiettivo, entro il 2035, di evitare l’emissione di 12,8 milioni di tonnellate di CO2 e di recuperare più di 300 tonnellate di terre rare e altri metalli preziosi. Questo a patto che siano raggiunti i target di contenuto riciclato e criteri di tracciabilità ed eco-progettazione.
Cosa impone il regolamento Ue sui veicoli fuori uso
In riferimento ai costruttori il regolamento impone come obiettivo minimo l’utilizzo del 25% di plastica riciclata proveniente dalla stessa filiera. Si tratta di un target che entrerà in vigore solo 6 anni dopo l’adozione del nuovo regolamento sulle autodemolizioni. Previste anche restrizioni sulle discariche, la rimozione obbligatoria di parti, componenti e materiali di valore. Obbligatorio per i demolitori il mischiare i rottami dei veicoli a fine vita con altri rifiuti.
L’industria dell’automotive è stata a lungo associata a una serie di sfide ambientali. L’inquinamento atmosferico, il consumo eccessivo di risorse e il contributo al cambiamento climatico tra le più evidenti. Tuttavia, negli ultimi anni, il settore ha compiuto passi significativi verso la sostenibilità, cercando di mitigare il suo impatto ambientale e abbracciare un approccio più eco-friendly. Una delle iniziative più evidenti per aumentare la sostenibilità nell’industria dell’automotive è l’adozione dei veicoli elettrici (VE) il cui mercato è in costante aumento. In Europa le auto elettriche figurano al terzo posto come scelta più popolare tra gli acquirenti con una quota di mercato del 15%. Le auto elettriche-ibride si piazzano invece al secondo posto.
La centralità delle materie prime
A questa transizione verso l’elettrico è opportuno sottolineare la centralità del nuovo regolamento al recupero delle materie prime critiche. Queste materie prime possono influenzare direttamente la produzione e la competitività dell’industria automobilistica. Il litio è un elemento chiave per la produzione di batterie al litio utilizzate nei veicoli elettrici. L’aumento della domanda di veicoli elettrici ha creato una crescente preoccupazione per la disponibilità futura di litio e la sua estrazione sostenibile.
I metalli rari come il lantanio, il cerio, il neodimio e il praseodimio sono fondamentali per la produzione di magneti permanenti ad alta efficienza utilizzati nei motori elettrici dei veicoli elettrici (EV). La dipendenza da questi metalli rari può portare a problemi di approvvigionamento a causa della limitata produzione globale e della concentrazione geografica delle risorse. Oltre ai metalli rari menzionati in precedenza, altre terre rare come il gadolinio e il terbio sono utilizzate in componenti elettronici e magneti permanenti.
Questa trasizione interesserà certamente anche il settore delle autodemolizioni. Per il prossimo ventennio i riciclatori dovranno essere in grado sia di trattare gli oltre 200 milioni di veicoli con motore a combustione ancora in uso, sia di adattarsi parallelamente ai veicoli elettrici.