Maria Grazia Chiuri, direttrice artistica della storica casa di moda Dior, per la nuova collezione primavera-estate 2021 ha deciso di celebrare la passione di Christian Dior per i tarocchi e le arti divinatorie, dando vita ad una serie di abiti magici. A causa della pandemia, la collezione non ha potuto essere protagonista di un reale show, così Maria Grazia ha scelto di presentarla attraverso un cortometraggio realizzato grazie all’aiuto di uno dei più conosciuti registi italiani: Matteo Garrone.
La collaborazione tra i due professionisti è nata già lo scorso luglio, in occasione del lancio della collezione autunno-inverno 2020-21. Matteo fu chiamato per interpretare la nuova campagna Dior con un corto che esalta la bellezza e l’importanza della figura femminile nella storia dell’arte.
Dal grande incantesimo tra cinema e moda nasce “Il Castello dei Tarocchi”, una fiaba visiva di circa 15 minuti ambientata tra le architetture labirintiche del Castello di Sammezzano, in provincia di Firenze. La dimensione onirica ed esoterica fa da sfondo al racconto di Garrone, in cui la protagonista, l’attrice Agnese Claisse, si trova ad affrontare un viaggio introspettivo alla ricerca della sua identità.
Il percorso è ostacolato da una serie di figure che popolano il castello, si tratta degli arcani maggiori (la Papessa, la Giustizia, il Matto, la Luna ma anche il Diavolo e la Morte); essi pongono quesiti, disorientano e invitano a guardare il mondo usando un punto di vista diverso, fino ad arrivare, secondo l’interpretazione del regista, ad una ricongiunzione tra ego e alter ego. Nel finale della storia ci sarà un incontro tra la parte femminile e maschile della protagonista, una sorta di fusione attraverso la quale è possibile accedere a quel viaggio di formazione verso l’autoconsapevolezza. Il castello dei tarocchi non è altro che la rappresentazione del nostro universo interiore, complesso più della realtà e del sogno.
Le figure presenti nel castello sono la personificazione delle carte appartenenti al mazzo di tarocchi più antico al mondo, quello dei
Visconti-Sforza, risalenti al quindicesimo secolo. Partendo dalle illustrazioni del mazzo visconteo, l’Atelier Dior ha creato 45 incantevoli look che si avvicinano molto a dei dipinti rinascimentali.
Gli abiti rappresentano i caratteri delle carte che vestono, ad esempio: il Diavolo è seduttivo, ed ecco che l’abito che lo racconta è décolleté sul seno e sulle spalle, come se le profonde scollature volessero indicare la tentazione demoniaca.
La tredicesima carta degli arcani maggiori dei tarocchi, La Morte, è un long dress in garza con cristalli ricamati e cappuccio; il suo nome, quindi il suo significato, potrebbe far pensare ad una “brutta carta”, ma in realtà non è così perché l’Arcano va inteso come momento di rinnovamento, di grosso cambiamento e di rinascita.
Il mitico Garrone, con questa sorta di “sogno ad occhi aperti”, è riuscito a superare il format della sfilata in digitale, accentuando la magia della collezione ideata da Maria Grazia probabilmente ancora più che a bordo passerella. Questo progetto si è rivelato essere una grande occasione per sperimentare forme di racconto cinematografiche innovative e surreali, per un risultato ipnotico e di grande valore artistico.
Un connubio perfetto tra la settima arte e
l’alta moda.
di Marika Fazzari
TRATTO DA MAGAZINE INFORMARE N°215
MARZO 2021