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“Non sono la sclerosi multipla. Sono Antonella Ferrari”: il monologo che ha illuminato l’Ariston

Grazia Sposito 05/03/2021
Updated 2021/03/05 at 8:33 PM
3 Minuti per la lettura

Ha emozionato tutti ieri sera sul palco di Sanremo, nella terza serata di cover e duetti, Antonella Ferrari, con il suo monologo sulla sua malattia, la sclerosi multipla.

In un immaginario dialogo con un medico, la donna ha detto: “Ecco dottore, queste sono tutte le mie cartelle cliniche. Ho fatto moltissimi esami: risonanze magnetiche con e senza contrasto, elettromiografia del piano perineale e degli arti, Tac, visite urologiche, visite neurologiche, rachicentesi. Sono stanca di continuare a girovagare da tutti questi luminari della medicina, che poi dicono la stessa cosa: dicono che sono matta. Ho passato quasi 20 anni della mia vita girando da decine di medici, raccontando sempre gli stessi sintomi. Stanchezza, parestesie, ritenzione urinaria, cistiti emorragiche, scosse alla schiena: sono stanca, che cosa possiamo fare?”.

Poi, dopo la diagnosi la reazione più bella: “Non sono spaventata, sono sollevata. Da oggi inizia la mia nuova vita alla luce del sole, potrò ricominciare a camminare in mezzo alla gente, senza timore, senza nascondermi. Potrò smettere di avere paura della paura, non sarò più l’ombra claudicante della mia malattia. Ma sarò io, semplicemente io. Luminosa, anche quando sarà buio. È uno dei monologhi più intensi portati sul palco di Sanremo. Antonella, attrice e ballerina che ha scritto un libro autobiografico, “Più forte del destino“, diventato anche uno spettacolo teatrale, di cui ha portato sul palco del Teatro Ariston un assaggio.

“Io non sono la sclerosi multipla, sono Antonella Ferrari”: urla alla fine del suo racconto, dopo aver ringraziato Amadeus per averla fortemente voluta al Festival di Sanremo. Lei, che ieri sera ha portato una luce misteriosa su quel palco, aprendo uno spazio di riflessione all’interno di un festival un po’ particolare. Quelle sue parole che hanno toccato le corde più intime della sua anima; le grida con coraggio, regalando allo stesso tempo una speranza a chi purtroppo al proprio dolore ancora non ha una diagnosi, ancora sa dargli un nome.

Antonella, una donna dal cuore puro, in abito rosso e stampella colorata, che prima di lasciare il palco non è riuscita a non farci cadere una lacrima: “la malattia non deve essere protagonista. Io non sono la sclerosi multipla, sono Antonella Ferrari”.

di Grazia Sposito

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