Non solo monnezza al centro storico, periferie abbandonate al degrado

Redazione Informare 27/10/2021
Updated 2021/10/27 at 2:55 PM
5 Minuti per la lettura
Il lascito di decenni di amministrazioni ‘distratte’ a Napoli: non solo monnezza al centro storico, periferie abbandonate totalmente al degrado. A Secondigliano e a Pianura di verde c’è solo l’invidia per quei posti senza monnezza per le strade e dove sono stati rispetti i piani regolatori.
 In tutte le città, in tutte le metropoli, soprattutto, oltre al centro storico, al cuore pulsante della quotidianità cittadina, esiste quella parte, messa un po’ in disparte, lontana dagli occhi, che è la periferia, che rappresenta un poi il tappetto sotto il quale nascondere l’immondizia delle problematiche metropolitane.
Così tra i ‘regali’ a Napoli dell’amministrazione cittadina che ha preceduto la giunta guidata dal ex ministro Manfredi c’è, oltre alla monnezza che invade il centro storico, il degrado e l’abbandono totale delle periferie. 
È il caso ad esempio di Secondigliano, nell’area nord di Napoli, dove, come segnalano diversi cittadini al Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli, il degrado e la spazzatura invadono ogni anfratto anche quelle che dovrebbero essere reputate aree verdi; oppure di Pianura, nel versante occidentale dove ogni abuso, edilizio, etico, morale, civile, penale  è da sempre consentito, tollerato e spesso incoraggiato andando così a creare quella ’monnezza’ sociale che va a fare compagnia a quella dei sacchetti neri e degli ingombranti che invadono le strade ed i vialetti alberati che di ‘verde’ hanno soltanto l’invidia verso quei luoghi(lontani da qui) dove i piani regolatori delle città  e dei quartieri sono stati seguiti e non soltanto tracciati sulla carta.
Mentre il centro sta lì in bella vista, sotto gli occhi di tutti, il che porta i suoi ben vantaggi ma anche e purtroppo, soprattutto per il caso specifico di Napoli, degli svantaggi come quello di essere costantemente sotto i riflettori dell’informazione nazionale ed ogni notizia di cronaca diventa occasione per titoloni roboanti il cui intento è di calcare in maniera sin troppo insistente una realtà, purtroppo, condivisa da tutte le metropoli italiane ed europee, e del mondo, che viene, però, dipinta come unica e rappresentativa soltanto del capoluogo campano.
Essere in maniera perenne e costante al centro del bombardamento mediatico perpetuato a danno dei napoletani ha dato vita a fenomeni di discriminazione territoriale e ad un razzismo senza eguali ed ha inasprito i rapporti sociali interni. Ci sono dei risvolti positivi, o quasi, anche per questa situazione, infatti le istituzioni non possono troppo a lungo ignorare le gravi problematiche legate ai territori della città, che comunque esistono, e così quando un caso diventa di forte interesse mediatico si decide di intervenire facendo un po’ di “pulizia”.
È proprio per sgonfiare le problematiche metropolitane e le tensioni sociali derivanti da esse che sono state create le periferie, infatti in quasi tutte le metropoli europee la popolazione originaria dei centri storici, il popolino, è stato “sfrattato” e fatto spostare in periferia. Quindi problema risolto? No, per niente, anzi le problematiche sono aumentate e divenute più feroci, hanno solo cambiato geolocalizzazione.
Per il centro storico titoloni di giornale ogni giorno, per le periferie, invece, nemmeno quelli. Fa molta più notizia una rissa a piazza Bellini, nel cuore della città, che un morto ammazzato a Casavatore. Per definizione, la periferia nessuna se la fila, è questa la realtà, e così che i problemi vengono messi “sotto al tappeto”.
Qui si è sempre applicata la politica dell‘ ‘occhio non vede, cuore non duole’ pensando che le periferie servissero appunto a tenere lontano dalla vista i problemi della città. Questa strategia, eticamente, socialmente e moralmente scorretta, non ha neanche dato i frutti sperati in quanto il cuore della città è già di sé stracarico di problemi e di degrado, di conseguenza le periferie sono diventate, soprattutto durante l’amministrazione DeMa, un ricettacolo di squallore, tensioni sociali, criminalità e monnezza. 
Sarebbe ora tempo di terminare questa discriminazione, di smetterla di considerare quelli della periferia cittadini di serie B e di ‘allargare’ il senso di città fino oltre le mura, fino appunto ai quartieri periferici, per dare più opportunità, più spazi, più vivibilità a tutti.

di Fabio De Rienzo

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Il lascito di decenni di amministrazioni ‘distratte’ a Napoli: non solo monnezza al centro storico, periferie abbandonate totalmente al degrado. A Secondigliano e a Pianura di verde c’è solo l’invidia per quei posti senza monnezza per le strade e dove sono stati rispetti i piani regolatori. In tutte le città, in tutte le metropoli, soprattutto, oltre al centro storico, al cuore pulsante della quotidianità cittadina, esiste quella parte, messa un po’ in disparte, lontana dagli occhi, che è la periferia, che rappresenta un poi il tappetto sotto il quale nascondere l’immondizia delle problematiche metropolitane.Così tra i ‘regali’ a Napoli dell’amministrazione cittadina che ha preceduto la giunta guidata dal ex ministro Manfredi c’è, oltre alla monnezza che invade il centro storico, il degrado e l’abbandono totale delle periferie. È il caso ad esempio di Secondigliano, nell’area nord di Napoli, dove, come segnalano diversi cittadini al Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli, il degrado e la spazzatura invadono ogni anfratto anche quelle che dovrebbero essere reputate aree verdi; oppure di Pianura, nel versante occidentale dove ogni abuso, edilizio, etico, morale, civile, penale  è da sempre consentito, tollerato e spesso incoraggiato andando così a creare quella ’monnezza’ sociale che va a fare compagnia a quella dei sacchetti neri e degli ingombranti che invadono le strade ed i vialetti alberati che di ‘verde’ hanno soltanto l’invidia verso quei luoghi(lontani da qui) dove i piani regolatori delle città  e dei quartieri sono stati seguiti e non soltanto tracciati sulla carta.Mentre il centro sta lì in bella vista, sotto gli occhi di tutti, il che porta i suoi ben vantaggi ma anche e purtroppo, soprattutto per il caso specifico di Napoli, degli svantaggi come quello di essere costantemente sotto i riflettori dell’informazione nazionale ed ogni notizia di cronaca diventa occasione per titoloni roboanti il cui intento è di calcare in maniera sin troppo insistente una realtà, purtroppo, condivisa da tutte le metropoli italiane ed europee, e del mondo, che viene, però, dipinta come unica e rappresentativa soltanto del capoluogo campano.Essere in maniera perenne e costante al centro del bombardamento mediatico perpetuato a danno dei napoletani ha dato vita a fenomeni di discriminazione territoriale e ad un razzismo senza eguali ed ha inasprito i rapporti sociali interni. Ci sono dei risvolti positivi, o quasi, anche per questa situazione, infatti le istituzioni non possono troppo a lungo ignorare le gravi problematiche legate ai territori della città, che comunque esistono, e così quando un caso diventa di forte interesse mediatico si decide di intervenire facendo un po’ di “pulizia”.È proprio per sgonfiare le problematiche metropolitane e le tensioni sociali derivanti da esse che sono state create le periferie, infatti in quasi tutte le metropoli europee la popolazione originaria dei centri storici, il popolino, è stato “sfrattato” e fatto spostare in periferia. Quindi problema risolto? No, per niente, anzi le problematiche sono aumentate e divenute più feroci, hanno solo cambiato geolocalizzazione.Per il centro storico titoloni di giornale ogni giorno, per le periferie, invece, nemmeno quelli. Fa molta più notizia una rissa a piazza Bellini, nel cuore della città, che un morto ammazzato a Casavatore. Per definizione, la periferia nessuna se la fila, è questa la realtà, e così che i problemi vengono messi “sotto al tappeto”.Qui si è sempre applicata la politica dell‘ ‘occhio non vede, cuore non duole’ pensando che le periferie servissero appunto a tenere lontano dalla vista i problemi della città. Questa strategia, eticamente, socialmente e moralmente scorretta, non ha neanche dato i frutti sperati in quanto il cuore della città è già di sé stracarico di problemi e di degrado, di conseguenza le periferie sono diventate, soprattutto durante l’amministrazione DeMa, un ricettacolo di squallore, tensioni sociali, criminalità e monnezza. Sarebbe ora tempo di terminare questa discriminazione, di smetterla di considerare quelli della periferia cittadini di serie B e di ‘allargare’ il senso di città fino oltre le mura, fino appunto ai quartieri periferici, per dare più opportunità, più spazi, più vivibilità a tutti.
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