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“Noi andiamo oltre il pregiudizio”, intervista a Laura Matrone

Roberto Sorrentini 04/06/2021
Updated 2021/06/04 at 5:12 PM
7 Minuti per la lettura

Il 17 maggio, in occasione della giornata mondiale contro l’omolesbofobia, la bifobia e la transfobia, abbiamo avuto il piacere di incontrare Laura Matrone, personaggio di spicco che Castel Volturno ha il piacere di ospitare.

Laura, nata a Napoli nel 1972, ha recentemente festeggiato il suo 49esimo compleanno offrendosi come presentatrice dell’evento di beneficenza “Maggio in musica“, tenutosi sabato 15 alla “Sala Teatro” della Chiesa Santa Maria del Mare, qui al Villaggio Coppola. Prima a far esibire due ballerine brasiliane, in un ambiente così vicino a un luogo di culto. Tra le tante curiosità, ha partecipato al programma Mediaset “Avanti un altro”, arrivando al gioco finale con un montepremi imponente, ma sfortunatamente cadendo sulle ultime domande. 

Laura ti andrebbe di dirci qualcosa sul tuo conto? 

«Sono orgogliosa di essere una donna transessuale a seguito di un intervento nel 2002, sono stata argomento di 10 tesi di laurea e stanno per scrivere un libro sulla mia storia intitolato “Oltre lo sguardo” che diventerà anche una serie TV. Sono maestra d’arte, dipingo su qualunque superficie e mi sono specializzata in ceramica, sono anche una restauratrice. Canto e recito, sono una trasformista nonché fotomodella. Inoltre faccio la presentatrice, conduco ben 5 format televisivi». 

Che tipo di programmi sono? 

«Il più importante, che prende anche il mio nome, è “A casa di Laura“, arrivato ormai alla sesta edizione. È un programma a 360°, affrontiamo tematiche di qualunque ambito, medico, politico, sportivo, artistico, etc. Un altro a cui sono molto legata è “Chi è di scena“, dove dedichiamo un’intera puntata a un’artista che parlerà della sua vita. Presento programmi di ogni tipo, anche uno dedicato agli animali. Tutti questi format sono stati ideati da Pino Ricci, direttore artistico e vicepresidente della mia associazione». 

Di che associazione si tratta? Opera anche sul territorio di Castel Volturno? 

«Ho lavorato 10 anni come operatrice nel sociale, ho stipulato protocolli d’intesa con tantissime associazioni. Grazie a me è nata la prima associazione transessuale a Napoli. Divenni anche vice presidentessa di una seconda associazione, per le vittime transessuali, ma per varie sfumature personali mi sono allontanate e ho dato a “Associazione Culturale Mediterraneamente” che si occupa di organizzare eventi e progetti per disabili, bisognosi ed extracomunitari. Credo in questo territorio anche se è stato il primo a ferirmi, c’è gente che se mi vede vorrebbe stendermi il tappeto rosso, ma è la stessa che anni fa mi attaccava. Ciò non mi ha fermato, ma ha aumentato il mio desiderio di fare la differenza anche in questa zona. Ovviamente non lavoro unicamente sul territorio di Castel Volturno, fortunatamente sono sempre stata una persona che ha relazionato a livello nazionale, e non solo, con tanti altri enti. Ho la capacità di poter lavorare ovunque a livello associativo. Abbiamo tanti progetti in cantiere, alcuni anche per questa estate». 

Come possiamo noi giovani dar voce alle nostre idee? Abbiamo la possibilità di far sentire la nostra voce? 

«Voi ragazzi siete il futuro, abbiamo bisogno di giovani che propongano idee, che dicano la loro, basta dinosauri! L’evento di sabato (riferimento a “Maggio in musica”) è ciò che vuole il popolo, teatro, spettacolo, un modo per passare il sabato, abbiamo un auditorium, sfruttiamolo. Il comitato cittadino “Città Domitia”, di cui sono vicepresidentessa, è stato fondato proprio per colmare le falde organizzative della giunta. Se i ragazzi vogliono dire la loro è importante che entrino a far parte di associazioni che hanno a cuore la nostra zona». 

Che tipo di difficoltà pensi ci siano sul territorio? Su quali problemi dovremmo fare leva noi giovani? 

«Il territorio necessita di informazione, è l’unico modo per ridurre l’astio tra gli abitanti del villaggio Coppola e quelli di Castel Volturno paese. C’è bisogno di informazione anche perché in pochissimi sanno che qui esiste un consultorio, uno sportello rosa, che purtroppo non ha personale idoneo e formato, e un consultorio. Un problema che va risolto è sicuramente quello delle buche che rovinano i veicoli e dobbiamo intensificare il “restauro” della zona, come mai le spiagge vengono pulite solo d’estate? Aiuole, rotonde, porticati, l’interesse in questi oggetti è riposto solo nel periodo estivo per l’avvento del turista e non per il cittadino residente tutto l’anno. Qui a Castel Volturno mancano mezzi di trasporto pubblici, abbiamo creato una petizione per delle navette che permettano la mobilitazione da qui a Villa Literno, per tutte le persone che non sono automunite. Invito le persone a investire sul territorio, di assumere persone che abitano qui, di spendere sul territorio, evitiamo di portare i nostri risparmi in lontani centri commerciali, cerchiamo di far arricchire e rivalutare la nostra zona, il nostro splendido litorale, che non ha nulla in meno a quello di Rimini». 

Ho letto sul web che sei una sportiva, hai vinto premi a livello internazionale come campionessa di arti marziali. Cosa pensi di chi dice che i transessuali non dovrebbero partecipare per “vantaggi fisici”? 

«Si, sono cintura nera secondo dan, ho trionfato in 7 competizioni nazionali, 11 europee e 2 mondiali. Ho anche insegnato alla Nato. Penso che ci sia anche in questo caso una cattiva informazione perché nell’ideale collettivo si associa la figura di un transessuale con quella di una costituzione fisica massiccia, ma non è affatto corretto». 

Ti prodighi molto per gli altri, anche con webinar con le scuole, vuoi lasciarci con una frase d’impatto che possa far riflettere i lettori? 

«Noi andiamo oltre il pregiudizio!». 

di Roberto Sorrentini

TRATTO DA MAGAZINE INFORMARE

N°218 – GIUGNO 2021

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