Al giorno d’oggi basta aprire un qualsiasi quotidiano o sito online per venire travolti da una marea di notizie negative che generano sconforto e malumore, ciò porta le persone ad assumere un comportamento detto “news avoidance” ovvero l’evitamento di notizie, sia online che offline.
Secondo una ricerca del Reuters Institute, tale comportamento ha iniziato a diffondersi durante la pandemia globale, portando il 66% dei cittadini del Regno Unito ad evitare il bombardamento d’informazioni, derivante soprattutto dai media, che minava la serenità individuale causando stress e malessere. Solo il 5% della popolazione ha dichiarato di evitare le notizie per puro disinteresse.
L’evitamento delle notizie, è un fenomeno problematico sia per le testate giornalistiche tradizionali che per i media moderni. Entrambi hanno bisogno di pubblico per generare entrate pubblicitarie, vendere abbonamenti e mantenere la loro rilevanza sociale. Evitare le notizie è anche un problema per la democrazia in quanto le persone possono avere una visione limitata del mondo e delle questioni che lo riguardano, ostacolando così la loro capacità di prendere decisioni ragionate e di partecipare attivamente alla vita politica e sociale.
Evitamento volontario e involontario: distinguiamoli
L’evitamento volontario delle notizie si basa su una scelta attiva guidata da fenomeni come la saturazione delle notizie, i siti web ed i canali TV che offrono un servizio attivo 24 ore su 24 sommergono di informazioni le persone che scelgono, a questo punto, di evitare di informarsi per proteggere le opinioni personali e il proprio benessere emotivo. Inoltre, la maggior parte delle notizie date sono ritenute “troppo negative.” Negli ultimi anni, infatti, è impossibile ascoltare o leggere una notizia senza trovarsi di fronte a guerre, criminalità, o disastri naturali; tutto ciò provoca una sensazione di impotenza che porta lo spettatore ad abbandonare il giornale o cancellare l’app di notizie. Anche la sfiducia nei media causata dalla mancanza di obiettività e di imparzialità da parte di molti giornalisti è causa del news avoidance.
Il motivo principale dell’evitamento involontario delle notizie è l’eccesso di contenuti, le persone tendono a scegliere il contenuto che soddisfa le proprie preferenze concentrandosi solo su notizie più leggere, solitamente legate all’intrattenimento.
Chi è più propenso al news avoidance?
Indubbiamente i giovani hanno più probabilità di ignorare le notizie seppure involontariamente. Questo perché tendono ad essere maggiormente attivi sui social e sono più esposti ad informazioni false o eccessivamente sensazionalistiche che scoraggiano la loro volontà di conoscere. Anche coloro che hanno un reddito particolarmente basso sono più propensi al news avoidance. Le cause sono la mancanza di accessibilità a mezzi come un abbonamento a un giornale o all’uso costante di internet, oltre ad avere priorità legate a questioni pratiche della vita quotidiana che potrebbero togliere il tempo e le risorse necessarie per dedicarsi alla lettura delle notizie.
Il fenomeno può essere emarginato?
È tutto, o quasi, nelle mani dei giornalisti e dei mezzi di informazione. Possibili soluzioni sono la promozione di fonti affidabili e imparziali che forniscano informazioni accurate e obiettive, oppure campagne di “educazione” per aiutare le persone a sviluppare la capacità di distinguere le notizie false o parzialmente vere da quelle veritiere. È importante anche limitare la negatività promuovendo un maggiore equilibrio delle informazioni riducendo la saturazione di notizie e preservando la salute mentale dei lettori. Una comunicazione efficace è infatti il frutto di un dialogo costruttivo tra media, giornalisti e utenti, capace di garantire notizie chiare e trasparenti e una maggiore comprensione tra tutte le parti interessate.