Il contatto con la natura non rappresenta solamente un piacere estetico e semplice passatempo. Numerose ricerche dimostrano che la natura favorisce un buono sviluppo psichico e celebrale dalla più tenera età.
L’essere umano è naturalmente predisposto al contatto con il verde. Purtroppo, il processo di urbanizzazione ed espansione delle grandi città ha portato alla distruzione degli spazi verdi. La minaccia all’ecosistema e, dunque, alla salute dell’essere umano è ulteriormente accentuata dal fenomeno di industrializzazione. Tra i paesi che maggiormente inquinano l’ambiente con le emissioni di CO2 ed altri rifiuti sono la Cina (30%) al primo posto e, successivamente, gli Stati Uniti (15%). Come conseguenza, in questi paesi i disastri naturali sono più numerosi e il tasso di mortalità è più alto. È inevitabile che l’unica soluzione per poter salvaguardare il futuro è ritornare alle antiche origini. Il contatto con la natura risulta di fondamentale importanza nella vita dell’uomo sin dalla nascita.
Salute mentale
La ricercatrice danese Kristine Engemann ha condotto uno studio che mette in relazione la salute mentale e il contatto con la natura. Lei sostiene: “Il rischio di sviluppare una malattia mentale nell’adolescenza e nell’età adulta decresce in proporzione al tempo che abbiamo passato circondati dalla vegetazione nei primi dieci anni di vita“. Tale conclusione deriva dallo studio condotto presso il Dipartimento di Bioscienze dell’Università di Aarhus su oltre 900.000 persone. I risultati della ricerca mettono in evidenza che il rischio di contrarre una malattia mentale è superiore del 55% in chi è stato meno esposto a un ambiente naturale rispetto a chi ne è stato più esposto.
Inoltre, le statistiche indicano regolarmente una proporzione più elevata di queste malattie in seno alla popolazione urbana. Con, in cima alla lista, depressioni, disturbi ansiosi e schizofrenia. Uno degli elementi chiave è probabilmente una meno efficace gestione di stress.
Nel 2011 Florian Lederbogen e i suoi colleghi della Facoltà di Medicina di Mannheim, in Germania, hanno osservato i meccanismi celebrali in questione alla risonanza magnetica. La ricerca condotta evidenzia che nelle persone cresciute in agglomerati urbani le aree del cervello implicate nelle emozioni negative sono meno connesse. In altre parole, il circuito di regolazione dello stress è meno efficace.
Altre ricerche dimostrano che i bambini che trascorrono molto tempo a contatto con la natura sono meno soggetti a sviluppare i disturbi mentali. Si tratta, in particolar modo, di problemi di concentrazione e di deficit dell’attenzione.
Contatto con la natura e la memoria
Che relazione c’è tra le capacità cognitive e vivere in prossimità degli spazi verdi?
Lo studio condotto da un gruppo di ricercatori mostra una correlazione tra le competenze cognitive degli scolari che vivono nelle aree circondate dal verde. Chi vive più vicino a un ambiente naturale mostra una migliore memoria di lavoro. Quest’ultima svolge un ruolo centrale nell’apprendimento poiché è associata all’acquisizione di competenze cognitive complesse. Tra queste ricordiamo la comprensione del linguaggio, la lettura, la scrittura, il calcolo o il ragionamento.
Nel febbraio 2018 i ricercatori hanno proseguito i lavori sottoponendo a risonanza magnetica celebrale 253 giovani partecipanti. Le immagini hanno rilevato notevoli differenze. I bambini cresciuti circondati da spazi verdi presentano un volume più importante di materia grigia e della materia bianca in alcune zone del cervello. Queste particolarità, secondo gli scienziati, spiegano i punteggi elevati degli scolari nei test di valutazione della memoria di lavoro e dell’attenzione.
Oltre ai benefici sopra elencati, l’epidemiologo Payam Dadvand, sottolinea altre conseguenze positive del contatto con la natura. Respirare un’aria più sana, vivere in un ambiente meno rumoroso, trascorrere del tempo in uno spazio che spinga all’attività fisica sono tutti fattori che generano emozioni positive. Ciò migliora lo stato psicologico e favorisce lo sviluppo cognitivo.
Iniziative rivolte alla sensibilizzazione dei più piccoli
Uscite e attività a contatto con la natura invitano alla calma, stimolano la creatività e rafforzano la voglia di imparare. Soprattutto quando i bambini sono coinvolti attivamente.
Il progetto sperimentale iniziato in una scuola materna da un’equipe dell’Università di Tessaglia mostra come in età precoce i bambini si dimostrino capaci di trasformare il loro ambiente in questa direzione.
Irida Tsevreni e Anna Tigka hanno invitato alcuni bambini di quattro anni ad allestire il cortile della scuola, trasformandolo in uno spazio naturale di loro creazione. I ricercatori hanno osservato un’aspirazione forte e spontanea a interagire con gli elementi naturali, che siano vegetali, animali o minerali. Durante l’esperienza hanno visto anche crescere la loro sensibilità verso l’ambiente.
In questo modo, sensibilizzando i più piccoli, le iniziative pedagogiche mirano a “democratizzare” il contatto con la natura.
Le attività all’aria aperta senz’altro innescano il loop positivo. È un meccanismo che comporta i benefici a livello globale e ristabilisce l’equilibrio tra l’uomo e la natura. Leonardo da Vinci, il noto genio dell’Umanità, invita : “Vai a prendere lezioni dalla natura… Il nostro futuro è lì”.
di Marta Krevsun