Hanno suscitato polemica le parole del console ucraino Maksim Kovalenko nei confronti dello spettacolo “Ballet for peace” (Il cui nome è stato poi cambiato in Stand Up For Ukraine) in scena al San Carlo lo scorso lunedì. Il console ucraino nel corso di una conferenza stampa ha dichiarato come fosse «inaccettabile l’esibizione sul palco di russi e ucraini dopo il feroce massacro di Bucha».
Forte il dubbio circa l’acuirsi di odi tra due comunità – quella russa e ucraina – che a Napoli convivono pacificamente. Ma alla richiesta di spiegazioni da parte dei giornalisti il console ha ribadito la linea dura: «Quando c’è conflitto del genere non possiamo condividere nemmeno attività culturali o sportive. Non possiamo abbracciare i russi dopo tutte queste vittime, magari dopo la guerra».
«Ho anche provato a contattare i ballerini ucraini del teatro e non ho avuto risposta – spiega Kovalenko – se un russo vuole davvero essere contro la guerra deve scrivere una lettera aperta e collaborare concretamente con aiuti e sostegni al popolo ucraino».
Le dichiarazioni del console ucraino smuovono la diplomazia
La questione è poi diventata un caso diplomatico. È intervenuto anche il ministro della cultura ucraino, Oleksandr Tkachenko, che ha telefonato i vertici del San Carlo. Tra le accuse il cambiamento del titolo dell’evento da “Ballet for Peace” a “Stand up for Ukraine”, nome che coincide con la campagna della Commissione Europea a sostegno del popolo ucraino. Poco prima dell’inizio dello spettacolo il nome è diventato “Stand With Ukraine – Ballet for Peace”. Il timore? Quella di una strumentalizzazione russa dell’evento.
Le parole del console ucraino vanno a braccetto con quanto chiesto dall’ambasciata sabato scorso. Boicottare, e se possibile manifestare al Teatro, il dissenso per la data al San Carlo che si sarebbe poi tenuta il lunedì sera. Contro lo spettacolo Kovalenko ha inoltre redatto una lettera aperta al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, chiedendo l’annullamento dell’evento, «nonostante – dice – le buoni intenzioni».
La risposta del sindaco Manfredi
Alla lettera di Kovalenko il sindaco Manfredi ha risposto: «Capisco lo stato d’animo degli amici ucraini: è un momento di forte tensione, di guerra. Ma non può esserci alcun dubbio sulla natura dell’iniziativa del San Carlo».
E continua: «I ballerini russi che andranno in scena con quelli ucraini si sono tutti dissociati dal regime e dalla sua azione di guerra. È importante proprio questo. Assieme al fatto di sottolineare che la nostra posizione è chiara: noi stiamo vicino all’Ucraina, alla sua battaglia per difendere il suo territorio e la sua libertà».
I ballerini denunciano: minacce sul telefono
Nella serata diversi rappresentanti della comunità ucraina hanno partecipato ad un presidio all’esterno del San Carlo, mostrando cartelli contro Russia e Putin e sfoggiando i classici colori ucraini. Lo spettacolo si è tenuto in ogni caso. Il balletto ha fatto tutto esaurito dei biglietti. Mentre i ballerini ucraini hanno segnalato minacce sul telefono dai propri connazionali che chiedevano ancora una volta di non partecipare all’evento con gli artisti russi.
Il soprintendente del San Carlo, Stephane Lissner ha parlato di «presenza coraggiosa degli artisti, che sono venuti anche dalla Russia correndo dei rischi». Sul palco, tra gli altri, era presente Olga Smirnova, star della danza russa che ha lasciato il Bolshoi di Mosca in segno di protesta per l’invasione del 24 Febbraio. E alla fine dello spettacolo, nonostante l’odio, l’abbraccio c’è stato.