Recensione senza spoiler!
Era molto tempo che attendevo questo film e una volta visto non so bene come esprimere a parole quello che è riuscito a trasmettermi. My Policeman è due ore di emozioni e pianti struggenti misti a rabbia e felicità. Insomma, un mix di emozioni che credevo un film visto su Amazon Prime Video non sarebbe riuscito a darmi. Ma analizziamo per bene il tutto.
My Policeman: la trama
My Policeman è un film tratto dal romanzo del 2012 di Bethan Roberts, incentrato su due storie: quella di Tom e Marion, e quella di Tom e Patrick. Siamo negli anni ’50 e in Inghilterra l’omosessualità è illegale per legge. Scopriamo presto che Tom, un poliziotto, si ritrova casualmente legato a Patrick, curatore del museo di Brighton. Che gran paradosso: un poliziotto, colui che si sarà ritrovato mille volte ad arrestare degli uomini proprio per gli “atti illeciti” che sta compiendo.
I due si innamorano presto, anche se per tutta la durata della pellicola non glielo sentiamo mai dire. È un amore silenzioso, sia per questo tacito silenzio tra i due che per l’effettiva relazione nascosta. Il tutto però inizia a cambiare quando Tom decide di sposarsi con Marion. La relazione si complica e cercare di tenerla nascosta risulta sempre più difficile.

Gli attori protagonisti: Corrin, Dawson e Styles
Un trio che è stato molto apprezzato dai fan, si tratta di Emma Corrin, David Dawson e Harry Styles, che con questo arriva al suo terzo film. È inutile ribadire quanto Harry Styles debba effettivamente smettere di dedicarsi al cinema, anche se con questa pellicola, a discapito di Don’t Worry Darling, mi ha stupido molto. Lo vediamo nei panni di Tom, un poliziotto che fino agli ultimi minuti del film non riesce davvero a capire perché prova quel che prova. E anche quando la trama si complica lo ritroviamo ad affermare più volte “basta, non ne parliamo” , come a voler sotterrare quella parte di sé. Questo certo non accomuna per niente Tom a Harry, il quale si è mostrato più volte come una vera icona queer. Stesso discorso per Emma Corrin, dichiaratamente non-binary, e David Dawson, etero flessibile. Questa è la parte interessante della pellicola: ognuna di queste celebrità si è posta in una sfida personale contro il loro proprio essere. Credo non ci sia niente di più stimolante.
Valutazioni (brevi e veloci): 4/5
La storia è senza ombra di dubbio emozionante, ma personalmente ho avuto una strana sensazione durante tutta la visione. È come se tutta la storia si sia svolta fin troppo velocemente, e sì le emozioni sono state sicuramente trasmesse, ma non nel modo in cui io avrei voluto. Da qui la rabbia che citavo all’inizio. Storie di questo tipo devono struggerti l’anima, e purtroppo non è stato ciò che io ho sentito. In parte per la velocità, in parte per Harry Styles che non riesce ad essere giustamente espressivo (Harry ti prego limitati a cantare che ci piaci già così). È per questo motivo che ho acquistato il libro che spero sappia restituirmi le emozioni che la pellicola mi ha sottratto. Caro Amazon, hai voluto mettere troppo in poco tempo: ci sarebbe stato bisogno di un’altra ora per raccontare tutto nel modo giusto!
Questo ci insegna che essere troppo fedeli al romanzo non sempre giova gli spettatori del film. Sarebbe stato meglio quindi ridurre la storia ma renderla più lenta e struggente. Perfino il loro primo incontro è fin troppo veloce, e tutto giunge al punto TROPPO presto.
Il finale: semplice eppure perfetto
Nonostante tutto, c’è una cosa che salva My Policeman: il finale. Semplice, scontato e patetico? Può darsi, però nella semplicità del finale ho provato tutte quelle emozioni struggenti che per le due ore iniziali della pellicola non ci sono state. Sarà forse perché Harry Styles non dice neanche una parola?