Il Centro Iso Riabilitativo per l’età evolutiva di Pomigliano d’Arco nasce dalla passione e dedizione del musicoterapeuta clinico comportamentale Dott. Domenico Manna che nel corso della sua attività da musicista ha maturato l’idea di fondare un progetto socio-sanitario rivolto a bambini e adolescenti con disturbi pervasivi dell’età evolutiva, autismo e sindrome di down.
L’equipe professionale del centro fa riferimento a un approccio di tipo cognitivo-comportamentale, programmando le attività individuali secondo i principi di una tecnica innovativa, l’SDR, una terapia globale che definisce per ogni ospite percorsi di abilitazione individualizzati.
Com’è nato il Centro Iso e di cosa si occupa?
«Il centro Iso nasce dall’idea che ho maturato in seguito al conseguimento degli studi di musicoterapia e alla specializzazione sulle patologie dei bambini con autismo. In questi anni sono giunto alla consapevolezza di voler trasformare la mia voglia di aiutare i bambini con questa patologia in una vera e propria missione. Questa mia aspirazione si è concretizzata pian piano e ancora oggi è in via di realizzazione attraverso un centro dove poter accogliere i ragazzi: il Centro Iso, un progetto socio-pedagogico-culturale rivolto alla riabilitazione per l’autismo e per i disturbi pervasivi dell’età evolutiva, un’associazione che promuove l’inclusione sociale e la pratica musicale, sia tra bambini e adolescenti che agli adulti. Abbiamo introdotto e applicato con successo una forma alternativa di terapia che differisce da quella comunemente adottata nei centri classici. La nostra tecnica si chiama SDR, una terapia globale che va ad abbracciare l’emotività dei bambini per tenere un morale alto, sviluppa l’attenzione, aumenta l’umore e l’autostima, coinvolge le famiglie nell’apprendere le applicazioni terapeutiche da ripetere a casa».
Che impatto ha la musicoterapia sui bambini autistici?
«La musica è stato il perno principale che ha portato alla realizzazione delle terapie che somministriamo ai bambini autistici del centro. Musicoterapia e autismo sono legati a doppio filo, perché la terapia attraverso la musica può essere di grande aiuto per i bambini autistici. Questo tipo di trattamento consente di mantenere il morale alto, la musica rende felici i bambini, sviluppa il linguaggio e la memoria, le capacità verbali e cognitive. Attraverso i suoni, il ritmo, la melodia siamo in grado di stimolare entrambi gli emisferi occupandoci dello sviluppo della memoria a breve termine, una dei più comuni sintomi dell’autismo. Se durante una seduta facciamo leggere una parola al bambino infatti quest’ultima sarà velocemente dimenticata, se invece gli somministriamo ciò che vogliamo che apprenda attraverso canzoni e suoni, il bambino riuscirà ad assorbire meglio ciò che gli viene insegnato, imparerà con maggiore entusiasmo e mantenendo alto il coinvolgimento».
Quali sono le difficoltà maggiori a cui andate in contro e quali invece le soddisfazioni?
«Il centro si occupa della cura di circa 90 pazienti che vanno dai 18 mesi ai 26 anni. Ogni bambino autistico non è uguale ad un altro, ognuno ha un proprio profilo comportamentale e soffre di problematiche differenti. Per noi lavorare con questo tipo di problematiche è sicuramente un grosso impegno e richiede una grande fatica dal punto di vista più che fisico, psicologico. I bambini autistici sono soggetti che hanno difficoltà ad intraprendere relazioni sociali e manifestano poco interesse nello stabilire contatti con il mondo esterno; io li considero bambini “unici”, non speciali. Senza alcun dubbio per affrontare questo tipo di mestiere è necessario essere mossi da grande passione e dedizione. I sacrifici vengono poi ripagati nelle piccole cose, nell’ascoltare la prima vocale, consonante, sillaba e infine la prima parola di un bambino che inizialmente non proferiva verbo; questi sono i piccoli grandi progressi che ci stimolano ogni giorno a ripartire più motivati ed entusiasti di prima nell’ aiutare i nostri ragazzi unici».
La situazione covid che impatto ha avuto sul centro? Come avete gestito la chiusura forzata?
«I primi mesi della pandemia del 2020 il centro è dovuto rimanere chiuso. Mi sono quindi adoperato nel coinvolgere la mia equipe in un progetto che potesse coinvolgere bambini e famiglie giorno per giorno. Ci siamo collegati attraverso le piattaforme tutti i pomeriggi, organizzando degli incontri con l’obiettivo di assicurarci un collegamento sia umano che sociale con i bambini di cui ci occupavamo al centro, facendoli ingegnare nella costruzione di piccoli strumenti musicali con il materiale di cui disponevano in casa, maracas, tamburelli etc. Ciò ci ha consentito di far sì che rimanessero sempre attivi e partecipi durante la giornata attraverso lo strumento del gioco e di mantenere un contatto con noi, anche se attraverso uno schermo. Certamente alcuni purtroppo sono regrediti, mentre altri hanno avuto un riscontro positivo complice anche la vicinanza costante della famiglia».
Che progetti ha in serbo il centro?
«Proprio in questo periodo ci stiamo mobilitando nello stimolare e sensibilizzare il nostro comune per ottenere un immobile più grande, quello di cui disponiamo attualmente non ci consente di inserire molti bambini, la nostra lista d’attesa è abbastanza lunga e il nostro obiettivo è quello di includere tutti coloro che necessitano delle terapie. Ci stiamo lavorando da mesi e la settimana prossima avremo finalmente l’incontro definitivo per ricevere questo immobile. Con una nuova struttura, il nostro scopo è quello di aiutare i ragazzi di 18 anni in su; lo Stato infatti dimentica i bambini autistici dopo il conseguimento della maggiore età, il nostro progetto è quello di insegnare a questi ragazzi un mestiere per poterli poi inserire nel mondo del lavoro: nessuno deve essere dimenticato o lasciato a se stesso. Penseremo inoltre al sostegno finanziario per le famiglie, speriamo di ottenere fondi al più presto e di essere convenzionati dalla regione Campania. Le famiglie dei bambini che soffrono di autismo devono sapere che non sono sole nel combattere questa battaglia».
di Chiara Gatti
TRATTO DA MAGAZINE INFORMARE
N°218 – GIUGNO 2021
Buonasera o un ragazzo autistico volevo sapere se anche a Milano ci sono centri simili