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Moneta digitale: l’alba di una nuova era?

Ludovica Palumbo 08/10/2021
Updated 2021/10/08 at 3:04 PM
7 Minuti per la lettura
L’intervista alla docente della Federico II, d.ssa Nadia Di Paola

Oramai non è più solo una leggenda, la moneta elettronica (o e-cash) esiste e si sta sviluppando sempre più. Per riuscire a spiegare questo concetto così nuovo e così complesso, ci siamo serviti della gentile collaborazione della ricercatrice e docente di Creazione d’impresa e Blockchain Management presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” Nadia Di Paola.

Indice
L’intervista alla docente della Federico II, d.ssa Nadia Di PaolaMa ciò che la docente Di Paola tiene a sottolinearci è lo stretto rapporto tra criptovaluta e blockchain.
«La relazione tra cripto-attività e blockchain è fortissima perché la blockchain è nata proprio come soluzione tecnologica utile allo scambio di bitcoin. La blockchain è un registro decentralizzato, criptato e distribuito tra i nodi di una rete di computer connessi. Ciascuno di questi nodi possiede una copia del registro, e può modificarlo in tempo reale aggiungendo informazioni in modo anonimo e immutabile, e corredandole di una marcatura temporale. La tecnologia blockchain si chiama così perché permette di “confezionare” le informazioni in blocchi e successivamente di concatenarli, andando così a formare la catena di blocchi. Esistono numerose tipologie di blockchain, a seconda dei meccanismi di inserimento e validazione delle informazioni. Questo rende la blockchain una tecnologia estremamente versatile, che si adatta ad applicazioni molto diverse, a seconda della tipologia di informazioni e transazioni. Tra le numerose applicazioni citiamo a titolo di esempio la gestione delle catene della fornitura, l’e-voting, la notarizzazione di documenti e naturalmente lo scambio di cripto-attività.
La prima applicazione della tecnologia blockchain è proprio lo scambio di cripto-attività e in particolare, la prima transazione in bitcoin, che avviene nel 2009. Tuttavia, le radici della tecnologia blockchain risalgono ai primissimi anni ’90».
E quindi la domanda sorge spontanea. In che modo la creazione di questi sistemi economici digitali sta cambiando le nostre vite e le prospettive per il futuro, arriveremo realmente all’abolizione della moneta cartacea? Per la D.ssa Di Paola: «Le cripto-attività sono strumenti oramai molto noti e in via di crescente diffusione. Esse offrono rilevanti vantaggi, come la rapidità di utilizzo (anche da parte di soggetti che non hanno un conto corrente bancario, ad esempio) e i costi contenuti.
Ma pongono anche problemi di privacy, volatilità e sicurezza, sui quali la Banca d’Italia e la Consob hanno messo in guardia, e presentano inoltre criticità legate all’impatto ambientale. Anche per questi motivi, il quadro normativo, le tecnologie e i meccanismi di funzionamento delle cripto-attività sono in continua evoluzione. Se però pensiamo a una prospettiva di affiancamento della moneta cartacea, direi che l’attenzione deve andare al recente interesse e impegno della Banca Centrale Europea, insieme con le banche centrali nazionali, sull’euro digitale. Un euro digitale potrebbe permettere ai cittadini e alle imprese di godere dei benefici legati alla digitalizzazione, con le garanzie che una moneta di banca centrale può offrire. Dunque, per rispondere alla sua domanda, in questo scenario più che ipotizzare una sostituzione della moneta cartacea, è realistico aspettarsi che una moneta digitale possa affiancare quella cartacea come strumento ulteriore, veloce e sostenibile».

La prima domanda necessaria per iniziare ad entrare nell’ottica della moneta elettronica è proprio capire cosa essa realmente sia e l’abbiamo chiesto proprio alla docente.
«Più che di moneta digitale, parlerei di cripto-attività o di criptovalute. Esse sono rappresentazioni digitali di valore, che possono essere scambiate elettronicamente su scala globale. Si tratta di asset decentralizzati, non collegati a una entità emittente o a un governo centrale, che non possono essere definite come moneta perché non hanno corso legale, a parte alcune primissime eccezioni (El Salvador, ad esempio, da poco ha stabilito che il bitcoin ha corso legale nel paese)».

È proprio così, la criptovaluta trascende tutto ciò che riguarda il sistema bancario. A differenza delle carte di credito che poggiano su società fisiche esistenti e quindi sottoposte a leggi riguardanti il sistema bancario e finanziario nazionale, la criptovaluta si muove nel cyberspazio, in cui tutto, o quasi, è permesso.
La prima forma di criptovaluta fu inventata nel 2008 sotto il nome di ‘’Bitcoin’’. Creata da Satoshi Nakamoto che non è altro che uno pseudonimo, essendo l’identità dell’inventore ancora tutt’oggi ignota. Il 31 ottobre 2008, attraverso una mail crittografata, diede vita a quella che sarebbe diventata poi una delle più grandi rivoluzioni dell’era moderna con un articolo dal titolo ‘’Bitcoin: a peer-to-peer electronic cash system’’. Oggi un solo bitcoin vale 40.000 euro.

Ma ciò che la docente Di Paola tiene a sottolinearci è lo stretto rapporto tra criptovaluta e blockchain.
«La relazione tra cripto-attività e blockchain è fortissima perché la blockchain è nata proprio come soluzione tecnologica utile allo scambio di bitcoin. La blockchain è un registro decentralizzato, criptato e distribuito tra i nodi di una rete di computer connessi. Ciascuno di questi nodi possiede una copia del registro, e può modificarlo in tempo reale aggiungendo informazioni in modo anonimo e immutabile, e corredandole di una marcatura temporale. La tecnologia blockchain si chiama così perché permette di “confezionare” le informazioni in blocchi e successivamente di concatenarli, andando così a formare la catena di blocchi. Esistono numerose tipologie di blockchain, a seconda dei meccanismi di inserimento e validazione delle informazioni. Questo rende la blockchain una tecnologia estremamente versatile, che si adatta ad applicazioni molto diverse, a seconda della tipologia di informazioni e transazioni. Tra le numerose applicazioni citiamo a titolo di esempio la gestione delle catene della fornitura, l’e-voting, la notarizzazione di documenti e naturalmente lo scambio di cripto-attività.
La prima applicazione della tecnologia blockchain è proprio lo scambio di cripto-attività e in particolare, la prima transazione in bitcoin, che avviene nel 2009. Tuttavia, le radici della tecnologia blockchain risalgono ai primissimi anni ’90».

La blockchain quindi, tradotto in termini ‘’profani’’, non è altro che un elenco di bonifici, di trasferimento di denaro. Ed attraverso la blockchain, chi certifica queste transazioni sono personaggi misteriosi chiamati ‘’miners’’. Essi raccolgono tutte le ultime transazioni e le aggiungono al registro della blockchain attraverso un lungo e complesso lavoro computazionale. A fine lavoro, vengono ricompensati proprio in bitcoin ed è proprio questo a rendere la loro professione così complessa, ma anche così ambita.

Ma ad usare i bitcoin come valuta vera e propria sono pochi. Ciò che si predilige è tenerli per sé aspettando che il loro valore salga per poi venderli e guadagnarci un ricavo, esso rappresenta un vero e proprio investimento che ha fatto salire la sua capitalizzazione (ad oggi) a circa 1000 miliardi.
Tutto ciò ha portato alla nascita di altre cryptovalute, circa 6000 oggi in tutto il mondo tra cui ethereum e algorand a dimostrazione dell’impatto globale di questo evento.

E quindi la domanda sorge spontanea. In che modo la creazione di questi sistemi economici digitali sta cambiando le nostre vite e le prospettive per il futuro, arriveremo realmente all’abolizione della moneta cartacea? Per la D.ssa Di Paola: «Le cripto-attività sono strumenti oramai molto noti e in via di crescente diffusione. Esse offrono rilevanti vantaggi, come la rapidità di utilizzo (anche da parte di soggetti che non hanno un conto corrente bancario, ad esempio) e i costi contenuti.
Ma pongono anche problemi di privacy, volatilità e sicurezza, sui quali la Banca d’Italia e la Consob hanno messo in guardia, e presentano inoltre criticità legate all’impatto ambientale. Anche per questi motivi, il quadro normativo, le tecnologie e i meccanismi di funzionamento delle cripto-attività sono in continua evoluzione. Se però pensiamo a una prospettiva di affiancamento della moneta cartacea, direi che l’attenzione deve andare al recente interesse e impegno della Banca Centrale Europea, insieme con le banche centrali nazionali, sull’euro digitale. Un euro digitale potrebbe permettere ai cittadini e alle imprese di godere dei benefici legati alla digitalizzazione, con le garanzie che una moneta di banca centrale può offrire. Dunque, per rispondere alla sua domanda, in questo scenario più che ipotizzare una sostituzione della moneta cartacea, è realistico aspettarsi che una moneta digitale possa affiancare quella cartacea come strumento ulteriore, veloce e sostenibile».

Il mondo della moneta elettronica è ancora un mistero. Continua ad evolversi in modo silente sul nostro pianeta e purtroppo è difficile fare previsioni certe.
Tra pochi mesi o qualche anno probabilmente scriveremo un nuovo pezzo riguardo la sua completa abolizione o ci riferiremo alle cryptovalute come alla nuova moneta giornaliera. Ciò che è certo, è che con bitcoin, fino alle più recenti forme di cryptovalute, si sta scrivendo un nuovo pezzo di storia.

di Ludovica Palumbo

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N°222 – OTTOBRE 2021

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