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Molière e la sua “École des femmes”

Iolanda Caserta 06/06/2021
Updated 2021/06/06 at 2:37 PM
4 Minuti per la lettura

L’École des femmes” (“La scuola delle mogli”), commedia teatrale di Molière scritta nel 1662, rappresenta la più compiuta maturità dell’autore francese. Affronta temi molto attuali per l’epoca come l’educazione delle ragazze, il rapporto tra i sessi all’interno del matrimonio, nonché il contrasto tra gelosia e ragione. Approfondendo nel dettaglio, ci si rende conto come l’opera segni il passaggio dal teatro comico pieno di cliché ad una sua nuova forma, più realistica. Molière crea un punto di incontro tra la riflessione ideologica e la farsa, ed è proprio questo a suscitare la risata nel pubblico. 

Il primo è un atto di exposition, spiega cioè quali sono gli interessi dei personaggi ed i loro progetti. Arnolphe sta avendo una conversazione con Chrysalde ed entrambi esprimono le proprie opinioni sul matrimonio e l’educazione delle giovani. Si tratta di un dibattito ideologico grazie al quale l’autore mette in opposizione i due personaggi. L’inizio è in medias res, scopriamo che Arnolphe è già stato sposato ed è stato tradito, per questo motivo ha deciso di adottare una bambina e di educarla per renderla una ragazza innocente. Una volta cresciuta esprime il suo desiderio di sposarla.

Arnolphe ha un pensiero che oggi definiremo abbastanza “medioevale”, in quanto afferma di preferire una donna stupida e brutta rispetto ad una bella ed intelligente che potrebbe tradirlo. La storia si svolge in un luogo insolito: la strada che unisce due case, quella dove vive Arnolphe e quella in cui Agnès è relegata dal mondo esterno. Questa dualità richiama anche la scelta del conferire un doppio nome al personaggio di Arnolphe. Egli infatti si fa chiamare Monsieur de la Souche, come a volersi elevare al grado nobiliare. Tuttavia, questo aspetto non fa altro che ridicolizzarlo.

Le cose non andranno come progettate da Arnolphe. Infatti, un giovane ragazzo di nome Horace s’invaghisce di Agnès e inizia a confessare ad Arnolphe tutto ciò che succede tra di loro, senza sapere che è colui che la tiene segregata. Ci sarà anche una scena di interrogatorio da parte di Arnolphe per Agnès, in cui lei racconta il primo incontro avvenuto con Horace. È proprio qui che emerge tutta l’ingenuità di lei, ma si tratta anche del momento cruciale in cui inizia l’evoluzione dei personaggi.

Agnès, pur di fingere di rifiutare Horace gli getta una pietra dalla finestra. Di fronte a questo gesto Arnolphe appare soddisfatto, tuttavia, solo in seguito scoprirà che dietro di essa era attaccata una lettera d’amore. La precauzione di Arnolphe si è rivelata quindi inutile e, durante il loro ultimo confronto, notiamo come i rapporti di forza siano cambiati. Entrambi i personaggi manifestano un’evoluzione inverosimile in sole 24 ore: uno di loro si dissolve mentre l’altro si costruisce. 

Concludendo, nell’ultima scena dell’ultimo atto osserviamo tutti i personaggi in scena e il tema del caso più presente che mai. Si scopre infatti che i padri dei due giovani si stavano accordando per far sposare i figli: il lieto fine è conservato anche da Molière. Consapevoli che si tratta di una commedia classica risalente al ‘600, è pur importante affermare che risulta essere più attuale che mai grazie alle tematiche moderne. Dopotutto, ancora oggi si hanno dei problemi riguardo il rapporto tra i sessi.

di Iolanda Caserta

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