La dolce aria di rinascita che pervade la città di Napoli regala ad ogni vicolo un nuovo e scintillante colore. Napoli è stata recentemente inserita dal “Time” fra i più bei posti da visitare al mondo: passeggiando fra le vie del centro non si può che restare ammaliati dalle enormi ricchezze artistiche e culturali della nostra città che ogni giorno attraggono migliaia di turisti. Il recente successo calcistico azzurro, inoltre, non può di certo non riportare alla mente quelle spettinate strade e quegli spettacolari caroselli che dipinsero la città in occasione del primo scudetto. In questa caleidoscopica verve di rinascita, vita e nostalgia si inserisce allora uno dei migliori prodotti cinematografici italiani degli ultimi anni: “Mixed by Erry”. Attraverso il suo film, Sydney Sibilia riporta alla luce l’incredibile storia dei fratelli Frattasio che negli anni ‘80 riuscirono a mettere su un vero e proprio impero grazie alla produzione di musicassette contraffatte divenute poi leggenda con il marchio “Mixed by Erry”. In occasione dell’enorme successo riscosso dalla pellicola, Magazine Informare ha intervistato Enrico e Peppe Frattasio: i due fratelli che, insieme ad Angelo, hanno dato vita al fenomeno di “Mixed by Erry”.
VOLEVO SOLO FARE IL DJ
«L’idea di “Mixed by Erry” nacque totalmente dal nulla: all’epoca ci arrivò un disco da New York firmato “Mixed by Foxy Jones”. Senza nemmeno sapere cosa significasse decidemmo di prendere in prestito quel nome e dar vita a “Mixed by Erry”, semplicemente perché ci piaceva come suonava» – ci spiega Enrico. «All’inizio noi lavoravamo in un piccolo negozio di dischi e facevamo le cassette su richiesta, come se fosse un lavoro sartoriale; in seguito, grazie ad un enorme giro di passaparola, le richieste iniziarono ad aumentare senza che ce ne accorgessimo. Naturalmente con l’aumentare della domanda dovevamo anche trovare un modo per aumentare la nostra produzione; un giorno scoprimmo l’esistenza dei duplicatori e riuscimmo così a dare una decisiva svolta alla nostra scalata “involontaria”. Ci tengo a dire che tutto ciò fu fatto per necessità ed il nostro lavoro è nato per portare avanti la famiglia: i soldi sono stati una conseguenza, non un obiettivo». Enrico lascia allora la parola a Peppe che evidenzia la poca consapevolezza dei tre giovani fratelli che ai tempi rese possibile tutto ciò. «Solo col tempo ci siamo resi conto di quanto il nostro lavoro fosse disonesto.

Abbiamo sbagliato ed abbiamo giustamente pagato ma vi assicuro che da parte non c’era una reale consapevolezza di ciò che stessimo facendo. Noi proveniamo da quartiere in cui tutto pareva lecito ed il nostro lavoro, seppur illegale, ci pareva essere il minore dei mali. Forcella, negli anni ‘80, pareva essere infatti un mercato a cielo aperto in cui si vendeva di tutto, dalla droga alle sigarette di contrabbando. Tanta era la nostra ingenuità che lavoravamo alla luce del sole, senza mai nasconderci. Eravamo troppo giovani: all’epoca io avevo 17 anni; Enrico ne aveva 15 ed Angelo circa 13. Eravamo sicuramente molto svegli, poiché le condizioni in cui vivevamo ci imponevano di essere svegli, ma solo con gli anni ci siamo resi conto dei nostri errori. Se la stessa opportunità ci capitasse oggi non prenderemmo di certo le stesse decisioni di allora».
Quando è il momento di parlare del film è Enrico a riprendere la parola: «Il film è stato per noi una grande sorpresa: di certo non ci aspettavamo dopo 30 anni di rivedere la nostra storia tornare di moda. Siamo passati da perseguitati a protagonisti. Rivedersi sul grande schermo non è di certo un’esperienza che capita tutti i giorni – ci dice con grande emozione – Naturalmente il film racconta la nostra storia in maniera molto romanzata per attenersi a certe esigenze cinematografiche. A questo proposito consiglio di leggere il libro di Simona Frasca che racconta in maniera molto dettagliata tutta la nostra avventura inquadrandola perfettamente nello scenario della Napoli degli anni ‘80».
UN SOGNO MAI SPENTO
In conclusione, è Peppe a parlarci di come proceda oggi la vita dei fratelli Frattasio e come questi convivano con il loro passato. «Noi oggi lavoriamo e lo facciamo in maniera onesta perché siamo adulti, siamo maturi e soprattutto siamo nonni. È sempre difficile spiegare ai miei figli ed ai miei nipoti come sia stato possibile che tre fratelli, partendo dal nulla, siano stati capaci di mettere su tutto quel casino. Per anni abbiamo tenuto nascosta questa storia ai nostri cari e quando ci si è presentata l’occasione di raccontarci a Simona Frasca, autrice del libro, non sapevamo che fare. Siamo andati a disseppellire una storia che si è rivelata essere di enorme interesse. Questo di certo ci fa piacere perché se una storia dopo 35 anni riesce ad avere ancora tutta questa risonanza significa che la nostra passione, per quanto si muovesse nell’illegale, fosse sincera. Dentro di noi l’eco di “Mixed by Erry” non si è mai spento: questa etichetta è sulla nostra pelle come un marchio a fuoco».