«Nella sanità non esiste meritocrazia: basta a nomine politiche e concorsi in sordina»
“Pertiniano ed epicureo”: ama definirsi così Michele Marzullo, un uomo dal pensiero critico, che non le manda a dire; uno che crede nei giovani, «le vere risorse del futuro», e riconosce gli errori più grandi della sua generazione, per la quale inedia e corruzione hanno invaso il mondo del lavoro, in particolar modo chi fa parte del sistema sanitario. Medico dal 1982, specializzato in Chirurgia generale, Malattie dell’apparato cardiovascolare, Medicina dello Sport e Cardiochirurgia, professore presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, il dott. Marzullo avverte la nostalgia dei tempi del “Grande clinico” Antonio Cardarelli, ed è in grado di speculare i più complessi problemi della classe medica di cui fa parte e puntare il dito contro corruzione e nomine clientelari.
Dal “Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2015-2017”, redatto dalla Giunta Regionale della Campania, è emerso che dal 2007 al 2011 in Campania sono stati rilevati mediamente 3,80 casi di avvio dell’azione penale per fatti di corruzione ogni 100.000 abitanti. Si tratta del dato più elevato in Italia, con una differenza significativa rispetto alla media del Paese (1,63). Analogamente, le cifre non sono confortanti quando si parla di concussione: 1,05 casi ogni 100.000 abitanti rispetto alla media italiana di 0,68. I cittadini campani ritengono, inoltre, che la corruzione nel proprio sistema sanitario regionale abbia una maggiore estensione di quanto non ritengano i restanti cittadini italiani e europei (solo 15 regioni europee, su 206 oggetto di indagine, fanno registrare dati peggiori). Sono cifre scottanti che analizziamo col dott. Marzullo, che pone al centro dei suoi discorsi la mancanza di meritocrazia. «In questa regione il merito viene calpestato ogni minuto. Nella sanità la questione della corruzione è ancora peggiore perché è un meccanismo a catena che va ad aggravare chi ha il problema della malattia. Le nomine primariali e soprattutto dirigenziali – continua Marzullo – sono ancora di natura politica o familiare: ci sono primari di chirurgia che non sanno operare o che non operano, e ancora si fa una valutazione solo dei titoli e non delle competenze pratiche. E poi basta con concorsi fatti in sordina o con un solo candidato: bisogna essere più presenti». Marzullo tira in ballo anche la questione della burocrazia, «altro terreno fertile della corruzione. Per aprire un reparto al Policlinico, comprare delle attrezzature e fare una gara d’appalto ci voglio mesi. Eppure qui la Medicina dello Sport è un’eccellenza, grazie anche alla direzione generale, al direttore di dipartimento e al direttore dell’unità complessa che mi hanno dato la possibilità di far crescere questo posto in maniera importante. Saranno pure modi preventivi, ma più allunghi i tempi e più dai tempo e spazio alla corruzione di infiltrarsi». Siamo arrivati ad un punto in cui è necessario un cambio di marcia e il dott. Marzullo carica delle giuste responsabilità le nuove generazioni: «La mia generazione ha sbagliato tutto, si è fatta mortificare perché forse stavamo nel periodo del benessere e non ci accorgevamo delle difficoltà: “festa farina e forca”. Oggi tocca a voi, il futuro è in mano ai giovani: dovete farvi rispettare, pretendere gli atti e leggere le prove, e lottare per non essere costretti ad andare via».

Trasparenza e sburocratizzazione, questi sono i principi, secondo il dott. Marzullo, dai quali intraprendere una strada diversa per un futuro migliore: «C’è bisogno di qualcuno che controlli e che si raggiungano effettivi risultati in termini pratici e scientifici. Oramai la sanità è solo un conto ma a mio modo di vedere non deve essere come un’azienda o un’industria».
Ricerca e prevenzione sono il baluardo di una medicina del futuro efficiente, innovativa e pragmatica. In merito, c’è un progetto in fase di proposizione che il Prof. Marzullo ci tiene a raccontare, da lui ideato, e che prevede anche il coinvolgimento del nostro magazine. Si tratta di un centro di ricerca, finanziato con soldi europei, il cui obiettivo principale è di studiare approfonditamente il sistema osteomuscolare, che cela tuttora innumerevoli misteri alla medicina e che rappresenta il fondamento del benessere fisico di una persona: «Con questo centro proverò a garantire una migliore qualità di vita al muscolo del corpo, al fine di prevenire le patologie più fastidiose che sono legate al sistema osteomuscolare. Proveremo a ricercare nuove possibilità di prevenzione e terapia delle lesioni muscolari, ad innovare, promuovere l’occupazione e soprattutto abitudini alimentari e stili di vita idonei a mantenere un sistema muscolo-scheletrico sano ed efficiente. Se il progetto, attualmente in itinere, va in porto – prosegue Marzullo – sarà attuato in una delle strutture sanitarie della Campania o in una struttura esterna che sia all’avanguardia, sempre nella nostra regione. Ci sarà il coinvolgimento di tanti giovani laureati in Medicina e Fisioterapia e ricercatori al di sotto dei 40 anni. Sono previsti partner e convenzioni europee, tra i quali Milano, Lugano e Vienna. Lancerò questo programma ma mi auguro di fare presto il nonno». Sul coinvolgimento di Informare Marzullo afferma che «la trasparenza è fondamentale anche nel mondo della ricerca ed è per questo che ho previsto Informare come mezzo di divulgazione esterno circa l’evoluzione del progetto, dei costi e delle spese varie. Per me è un orgoglio essere controllato da un giornale libero e con la storia come il vostro, e sono pronto a chiedere scusa nel caso dovessi sbagliare durante il percorso di questi obiettivi».
di Fabio Corsaro
Foto di copertina Antonio Ocone
Tratto da Informare n° 158 Giugno 2016