Maxxi roma mostra Salgado

MAXXI di Roma, il polmone verde del mondo attraverso la fotografia

Mina Grasso 05/01/2022
Updated 2022/01/05 at 12:42 PM
4 Minuti per la lettura

Al MAXXI di Roma, la mostra Amazonia di Sebastião Salgado

Duecento scatti immersi nel buio e sospesi ad altezze diverse, per avvolgere il visitatore e raccontare un’Amazzonia vergine e incontaminata, uno spazio essenziale e consistente, dalla natura rigogliosa e bisognosa di protezione, una regione colossale grande quanto quattordici volte il territorio Italiano. Una mostra che vuole porre l’attenzione del mondo sulla necessità della tutela di questa area.

Scatti in bianco e nero, frutto di una campagna durata circa sette anni, durante i quali il fotografo ha viaggiato con un’equipe di 12 persone e che mostrano la parte viva dell’Amazzonia, quella non toccata da incendi e devastazioni (circa il 18% del territorio), dunque la gran parte del paesaggio amazzonico. Il progetto del fotografo Sebastião Salgado e della curatrice e sua compagna di vita Lélia Wanick Salgado è in mostra al Museo MAXXI di Roma fino al 13 febbraio 2022. La mostra, raccontata anche in un catalogo, è stata prodotta dal MAXXI|Museo nazionale delle arti del XXI secolo in collaborazione con le edizioni Contrasto.

L’allestimento si sviluppa in spazi che ricordano le ocas, abitazioni tipiche indigene, dove dominano i colori del grigio scuro scelto per le pareti, in contrasto con il color ocra delle case. I temi scelti descrivono da una parte il paesaggio boschivo e dall’altra i popoli con alcuni ritratti di donne e uomini indigeni. La visita ai temi ambientali è accompagnata dal suono del poema sinfonico Erosao (Origem do Rio Amazonas) di Heitor Villa Lobos, mentre per i ritratti di uomini e di donne indigeni la musica in sottofondo è quella del musicista brasiliano Rodolfo Stroeter. A questa si somma anche Jean-Michel Jarre, ispirata ai suoni autentici della foresta.

La mostra è anche accompagnata da un palinsesto di incontri con esperti, che vertono sul tema del cambiamento climatico e sulle devastanti conseguenze dello sfruttamento della Terra. Sebastião Ribeiro Salgado Júnior è un fotografo brasiliano, classe 1944, vive a Parigi ed è da sempre orientato verso la documentazione della condizione umana nelle diverse aree geografiche.

La curatrice Lélia Wanick Salgado spiega in un’intervista al MAXXI che «il progetto con Sebastião è quello di chiedersi: Cos’è l’Amazzonia, con gli esseri viventi tutti, animali e uomini, con i paesaggi, la luce, l’umidità che crea nuvole meravigliose che si trasformano talvolta in veri e propri fiumi volanti che poi, ricadono nella foresta sotto forma di pioggia».
Ecco che in mostra si cammina tra le foto sospese ad altezze volutamente differenti, per avvolgerci nel mondo dell’Amazzonia mentre gli scatti mostrano vedute aeree, foreste, nuvole dense che preannunciano piogge torrenziali, paesaggi fluviali e fiumi volanti che nascono dalla importante evaporazione di acqua. Ancora vette e bassopiani, aironi bianchi e poi popolazioni, come quelle dell’etnia Zo’. Ritratti di uomini e donne con copricapi in piume o intenti a bruciare resina per i rituali, indigeni con i disegni sui volti che indicano se le giovani donne sono o no impegnate in amore, oppure con pitture corporali realizzate per le feste o collane bianche di conchiglie che passano da un lato all’altro del naso.

L’Amazzonia dunque, in un progetto creativo, molto articolato, che comunica attraverso gli occhi di un maestro della fotografia, la fondamentale importanza del polmone verde per il mondo intero.

TRATTO DA MAGAZINE INFORMARE

N°225 –  GENNAIO 2022

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