Anche la quinta serata del Jambo Summer Fest è andata, ed è stato un delirio.
Era l’artista più atteso della settimana, il padrone di casa, ma la performance del rapper Luchè è andata oltre le più rosee aspettative. Come in tutte le sere, sono state le voci dei the Jackal a guidare il pubblico tra un artista e l’altro. E prima dell’esibizione dell’ospite d’onore, il palco ha accolto come di consueto alcuni giovani talenti selezionati da Radio Marte.
Myky Petillo, che dopo aver partecipato al talent Rai “Social King”, ha pubblicato due dischi – “MARS” l’ultimo. Tonia Cestori, frontwoman di una band che porta il suo nome con Ubaldo Tartaglione al basso e Leo Ingegno alla batteria. Il terzetto ha proposto un medley di due loro produzioni “Capate nel muro” e “Senza destinazione”, annunciando anche l’uscita del proprio disco, il quale riporta il nome del primo singolo citato.
Last but not least, Miriana D’Albore, la sedicenne partecipante del Festival Show, che ha incantato i presenti con la sua potenza vocale. Di seguito è toccato agli speaker di Radio Marte continuare a soffiare sulle fiamme. Fiamme che, all’entrata di Luchè, sono divampate in un incendio e hanno investito tutta l’area che ospitava il concerto.
Il rapper ha scelto di compiere un percorso all’interno delle sue produzioni. Senza stare troppo a pensare alla prossimità cronologica delle pubblicazioni, Luchè ha compiuto un up&down tra le sue canzoni più e meno recenti. Scelta ampiamente apprezzata dal pubblico, che non ha mai fatto mancare il suo supporto. A sorpresa è salito sul palco anche il rapper campano CoCo, amico e collega di Luchè, esibendosi in una serie di pezzi a doppia voce con il big del rap. Ma le sorprese non finiscono qui. È proprio a fine serata, quando ormai i presenti avevano intuito che lo spettacolo andava verso la conclusione, Luché ha concesso il bis della sua hit estiva “Quest’estate sono single”, venendo accompagnato dai the Jackal. In quel momento, Fru, volto storico degli sciacalli, ha dimostrato di saperla lunga anche in fatto di barre cantate sul beat.
di Marco Cutillo