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Liliana Segre sotto scorta, ma a Predappio si nega Auschwitz

Teresa Coscia 09/11/2019
Updated 2019/11/09 at 4:26 PM
3 Minuti per la lettura

Liliana Segre, 89enne sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz, da qualche giorno è protetta da una scorta. Notizia che fa orrore, almeno a chi è ancora abbastanza lucido da provarne.

Scorta a Liliana Segre

Insulti e minacce ad una sopravvissuta alla Shoah. Questa è la notizia che riportano le cronache di tutta Italia. Se pensavate che, negando l’Olocausto, l’umanità avesse toccato il fondo, beh, vi sbagliavate di grosso. C’è sempre un baratro più profondo dietro l’angolo.

È difficile immaginare quale sia stato il fastidio che una Senatrice a vita, che ha vissuto ben 89 primavere, di cui alcune nell’inferno più oscuro, abbia potuto apportare. Ma in quest’epoca, in cui i pensieri contro tendenza sono mal visti, la risposta giunge facile. Ha indotto qualcuno a pensare.

La proposta di istituire una commissione contro odio, violenza, razzismo e antisemitismo, è giunta alquanto scomoda. Soprattutto per chi, cavalcando la cresta dell’onda, ha scelto di fondare la propria politica sull’odio, sulla violenza e sul razzismo. Sul disprezzo del diverso, sull’illusione che sia la razza pura l’unica da preservare. Che ignoranza. La razza pura, al contrario, è la prima a morire, è più vulnerabile.

Il voto sarebbe dovuto essere unanime. L’astensione del centro-destra è stata eloquente.

“Anch’io ricevo minacce!”, proclama Salvini. Il giorno dopo, viene sventata una tentata aggressione ai danni del leader leghista. Dove? A Napoli, ovviamente. Che coincidenza.

E, ahimè, il peggio non è ancora finito.

Nel frattempo a Predappio

La città natale del Duce, Predappio, nonostante tutto, continua ad osannarlo come uno degli eroi della nostra storia patria. È curioso e orripilante il dualismo di alcune zone del Nord Italia: civilizzazione e inciviltà come facce della stessa medaglia.

In quest’ottica, giunge stucchevole la notizia.

Il Comune di Predappio nega a due studenti il contributo di partecipazione al progetto “Promemoria Auschwitz – Il treno della Memoria”, nato con l’intento di sensibilizzare i ragazzi sui conflitti più drammatici della storia. Perché? Perché “Alcuni treni viaggiano in una sola direzione, per strumentalizzare la storia, dimenticando tutto ciò che è stato fatto di buono”. Cioè, cos’è stato fatto di buono? I treni arrivavano puntuali? Ma, direbbe Troisi “lo dovevano fare capostazione!”

Le parole e i silenzi sono un’arma a doppio taglio. Possono uccidere o salvare, tutto dipende dal contesto in cui vengono utilizzate. Come capire qual è il contesto appropriato alle une o agli altri? Pensando. È l’unico modo per non uccidere degli innocenti una seconda volta.

 

di Teresa Coscia

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