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L’educazione sessuale arriva nelle scuole… ma troppo tardi

Updated 2023/09/14 at 2:27 AM
5 Minuti per la lettura

Andando avanti con gli anni sono sempre di più le materie, come educazione sessuale, che andrebbero introdotte nelle scuole. Le esigenze cambiano, i tempi cambiano ed anche le persone ed il modo di interagire con gli altri. Si dovrebbe iniziare a parlare di diritto già dalle scuole medie, in maniera tale da fornire allo studente una base su cui creare un pensiero quando andrà a votare. Oltre alla normale ora di educazione fisica, andrebbe affiancato un buon programma di educazione alimentare, per prevenire malattie e casi di obesità.

Si dovrebbe parlare di educazione ambientale, questa generazione sta vivendo il boom della crisi ambientale e ne sa veramente poco, mentre il problema diventa sempre più presente. Ma soprattutto si dovrebbe parlare di educazione sessuale e di quale sia un atteggiamento sano nei confronti dell’altro sesso. Le vicende di Palermo e Caivano hanno finalmente fatto capire al Governo che ci fosse la necessità di introdurre nelle scuole un serio programma di educazione sessuale. Ma quanti stupri sono serviti affinchè le cose cominciassero a cambiare?

Il programma scolastico previsto

Il ministero dell’Istruzione ha finalmente approvato ed introdotto nelle scuole italiane l’educazione sessuale, o anche l’educazione alla sessualità. Dopo i numerosi casi di stupro, le tempistiche sono state accorciate e da settembre di quest’anno sentiremo finalmente parlare di violenza di genere tra i banchi di scuola. Non si è ancora definita bene la modalità di distribuzione di questa materia. Dovrebbe comprendere il ciclo di 5 anni di tutti i licei o istituti tecnici, al contempo si dice che invece comprenderà solo l’ultimo triennio scolastico.

In ogni caso la sua introduzione è stata già attuata e si prolungherà almeno fino al 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne. Nello specifico le lezioni tratteranno casi di violenza di genere e modalità di consenso sessuale e saranno per la maggior parte tenute proprio dagli studenti. Ovvero si terranno delle ore di educazione e conversazione, in maniera tale da educare il ragazzo o la ragazza attraverso la sua generazione. Quest’ultima viene chiamata peer education: educazione effettuata dagli studenti per i loro compagni.

Ovviamente in alcune lezioni, gli studenti saranno affiancati da esperti. L’obiettivo principale è quello di tenere dei veri e propri dibattiti tra studenti che trattino argomenti delicati come parità di genere e maschilismo. La domanda però sorge spontanea, basterà comprendere l’ultimo triennio scolastico per quanto riguarda l’età? La sessualità in un bambino o una bambina inizia a svilupparsi intorno ai 4 anni e l’età destinata a queste lezioni di educazione sessuale, potrebbe già essere troppo avanzata in alcuni casi.

L’educazione sessuale è un diritto

Innanzitutto è doveroso chiarire che è imbarazzante muovere le acque per l’educazione sessuale arrivati all’ennesimo caso di stupro. L’educazione sessuale dovrebbe rappresentare una prevenzione e non una conseguenza. I benefici che porta tale materia sono numerosi, come ad esempio: la riduzione del sesso non protetto e quindi la conoscenza della contraccezione e delle malattie sessualmente trasmissibili. Inoltre, da un punto di vista morale, favorisce l’accettazione del proprio corpo e di quello altrui, alimentando il rispetto.

L’educazione alla sessualità inoltre può prevenire gravidanze indesiderate, portando alla nostra conoscenza il preservativo o la pillola contracettiva. Ma soprattutto l’educazione sessuale favorirebbe la conoscenza morale del sesso. Nessun genere è al di sopra dell’altro e l’atto sessuale va compiuto solo se il consenso vi è da entrambe le parti. Educare al consenso è un nostro diritto ed un nostro dovere. E non sono solo persone adulte a creare danni, ma anche persone molto giovani. Quindi mi chiedo, quanti stupri da parte di minorenni sono ancora necessari per introdurre l’educazione sessuale dalle scuole medie o anche prima?

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