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Le tre verità di Cesira: il confine tra verità e finzione al Piccolo Bellini

Luisa Del Prete 21/04/2023
Updated 2023/04/21 at 6:17 PM
3 Minuti per la lettura

In scena al Piccolo Bellini di Napoli, dal 18 al 23 aprile 2023, lo spettacolo “Le tre verità di Cesira“: scritto da Manlio Santanelli e con Rino Di Martino per la regia di Antonello De Rosa; scene di Tonino Di Ronza, costumi di Giusi Giustino, disegno luci di Salvatore Palladino e trucco di Vincenzo Cucchiara, per la produzione di T.T.R. Il Teatro di Tato Russo.

Le tre verità di Cesira: una realtà con diversi punti di vista

La verità di Cesira è una: è una donna con i baffi. Quello che però si nasconde dietro questa verità è ben differente. E così Cesira racconta, nelle sue interviste, tre storie diverse che spiegano la ragione per cui ha questo tratto così singolare che la contraddistingue e la rende un “fenomeno da baraccone”.

Ebbene sì perché all’interno del Rione nel quale lei vive, i Quartieri Spagnoli, Cesira è una vera e propria icona folkloristica, conosciuta da tutti e dietro cui si sono creati miti e leggende. Una storia dietro cui ci sono tante storie: ma qual è la verità? Intervistata da un cameraman, ogni volta ne racconta una diversa.

Le tre verità di Cesira è uno spettacolo particolare, fatto di punti di alta comicità alternati ad altri livelli di assoluta drammaticità. Sicuramente, tra le storie, quella che più colpisce è quella legata a Sant’Antonio da Padova. Ma tutte hanno quella capacità di mescolare le emozioni e di mettere lo spettatore davanti a tanti impulsi e collegamenti.

Un monologo dalla durata di un’ora circa in cui Rino Di Martino è da solo sul palcoscenico, accompagnato da una canzone di Milva che risuona spesso un po’ come ritornello “Vieni pesciolino mio diletto vieni”, e riesce a tenere alta l’attenzione del pubblico per tutta la durata.

Di elevata bravura e di minuzioso studio, l’interpretazione di Rino Di Martino è intrinseca nella napoletanità e distingue bene ogni sfumatura di essa. Lo spettacolo è vivo e l’attore riempie la scena con la gestualità e le tonalità vocali che cambiano a seconda del punto della storia e che riescono a tenere il palcoscenico sempre in movimento.

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