Nei giorni tra il 4 e il 7 Novembre il Teatro Tram ha ospitato uno spettacolo cucito addosso alla società dei nostri tempi; fatta di rivoluzione dei costumi, sedute di yoga che si alternano tra stories su Instagram ed eventi mondani, la nostra realtà, con tutti i suoi estremi, è decostruita e analizzata all’interno di quest’opera, con la sceneggiatura firmata Roberto Del Gaudio.
“Le Signore” sono Margherita Romeo e Sarah Paone, rispettivamente nei ruoli di Ester e Lorella, amiche, o quasi, dedite alle consuetudini del loro ceto sociale con le loro luci e ombre. Ridicolizzate dinnanzi al pubblico, quasi ridotte a scheletro della figura femminile che si annulla in favore delle volontà maschili e capitaliste, Ester e Lorella sono i personaggi i cui atteggiamenti sono stati molti familiarizzati con il pubblico, identificandosi ora in questa affermazione, ora nell’altra.
Al Teatro Tram si esce dallo spettacolo con qualche risata, molti interrogativi.
Cosa ci resta della realtà dopo che i capisaldi che la reggevano -l’aperitivo, la meditazione chakra, il journaling- ci appaiono adesso vuoti, insignificanti? Cosa riempie davvero le nostre giornate? Possiamo vivere le cose perennemente nel loro “fondo”, privandole di quella superficialità che, in certi giorni, ci sembra l’unico elemento che ci permette di tirare avanti?
In cosa ci ritroviamo a credere quando la realtà ci appare futile?
Margherita Romeo risponde «Il problema è che nelle persone manca sempre più di autenticità, non ritroviamo un vero fulcro all’interno di queste conversazioni. I personaggi sono tali, fittizi, ma che raffigurano un pubblico che esiste davvero, che pensa quelle cose, che usa quei modi di linguaggio, che affronta quelle conversazioni con la stessa banalità d’argomento».
Roberto Del Guaudio aggiunge «Non a caso, per la stesura della sceneggiatura sono partito dall’ascolto: ascoltavo le tipiche conversazioni al bar, la realtà che mi circondava, e sono venuti man mano fuori tutti gli elementi che poi hanno composto “Le Signore”» .
Continua Margherita Romeo «Sta a noi trasfigurare questi personaggi, attraverso una catarsi, una sublimazione: il teatro è rappresentazione di ciò che c’è al di fuori del palco, e il compito del pubblico comprendere questo aspetto e interiorizzarlo. Viviamo in una società di estremismi: nessuno approfondisce nulla, o viceversa, lo fa in maniera pedante, da intellettualoide, privandosi di quella leggerezza di vivere che dovrebbe invece appartenerci».
Sarah Paone aggiunge un intervento molto interessante in merito alla politicizzazione del testo «L’artista, in quanto tale, ha il dovere di sporcarsi le mani e di rappresentare le cose dal suo punto di vista. Questo automaticamente comporta ad una scelta di schieramento, ad una presa di posizione: il testo è fortemente politicizzato, da una scelta, una volontà ferrea di decidere da che parte stare, che spesso oggi manca alle persone. La funzione del teatro è anche quella di porre le persone dinnanzi ad una verità e far nascere degli interrogativi, una ricerca di princìpi di cui oggi siamo tutti privi».
Roberto Del Gaudio dunque all’interno di quest’opera ci introduce in un mondo di crisi: crisi del linguaggio, e dunque anche di comunicazione.
Saranno rappresentate prossimamente repliche nella città di San Giorgio a Cremano.
di Valeria Marchese