Cruijff e il suo Ajax inventarono un calcio nuovo. Un calcio fatto di velocità, fluidità, imprevedibilità. Un calcio di movimento, di pressing, di fuorigioco. Un modo di giocare innovativo, che si è aperto le porte dell’internazionalità. Dall’Ajax al Barcellona. Dall’Olanda al mondo intero. Capace di giocare un po’ ovunque, come centravanti, trequartista, centrocampista, Johan Cruijff fu una stella del panorama calcistico internazionale.
Le prime volte al De Meer
Hendrik Johannes Cruijff proveniva da una famiglia umile. Suo padre, Manus, era un fruttivendolo che consegnava la frutta all’Ajax, la squadra di calcio principale della loro città. Fu proprio in una di quelle occasioni che il piccolo figlio secondogenito fece il suo primo ingresso in quello stadio che sarebbe diventato così importante per lui. Iniziando ad aiutare Henk Angel, il magazziniere, il piccolo Johan si fece notare con il pallone tra i piedi e a dieci anni entrò ufficialmente nel settore giovanile dei Lancieri.
Il debutto con l’Ajax
Era il 1964, precisamente domenica 15 novembre alle 14:30, quando Cruijff a soli 17 anni giocò la sua prima partita nel massimo campionato olandese, mettendo anche a segno la sua prima rete. Il suo exploit, però, arrivò a partire dall’anno successivo, quando la società olandese decise di sostituire il tecnico Buckingham con Marinus Michels, detto Rinus. Ex giocatore dell’Ajax, l’allenatore restò al comando del club fino al 1975, vincendo quattro campionati olandesi, tre Coppe dei Paesi Bassi e una Coppa dei Campioni.
La rivoluzione del calcio totale
Rinus inizia a plasmare la sua nuova squadra, infondendo idee di gioco rivoluzionarie e a definire quello che più tardi sarebbe stato indicato come “calcio totale”. Michels punta a costruire un gioco senza punti di riferimento, con calciatori che si scambiano le posizioni e che generano movimento e verticalità. Meccanismi che ad oggi sembrano semplici ed acquisiti, ma che all’epoca rappresentavano un’innovazione assoluta nel mondo del calcio.
I primi successi firmati Cruijff
Michels arriva all’Ajax deciso nel voler puntare su Johan e il giovane talento non lo delude: nel 1965 segna 25 gol in 23 partite, portando la squadra a vincere il campionato. Bis anche nell’anno successivo, dove i gol salgono a 33, eleggendolo capocannoniere, e i Lancieri realizzano il primo double alzando anche la Coppa d’Olanda.
Ajax – Liverpool
L’esaltazione a livello internazionale giunge nel corso della partita di andata del secondo turno di Coppa dei Campioni del 1966 contro il Liverpool. In quell’occasione la squadra inglese era data come favorita, ma al fischio finale il risultato fu di 5-1 per i padroni di casa, con una rete di Cruijff. Il riscatto non arrivò neanche nel match di ritorno, dove con un 2-2, gli olandesi eliminarono il Liverpool. Il mondo restò incantato a guardare quel calcio così rivoluzionario.
La Coppa dei Campioni
Nel 1971 l’Ajax vinse la finale a Wembley e si incoronò campione dei campioni. Il Generale Rinus Michels, con quel trionfo, salutò la squadra di Amsterdam: lo aspettava il Barcellona, dove pochi anni dopo lo avrebbe raggiunto il suo pupillo numero 14. Nello stesso anno Cruijff vinse il suo primo pallone d’oro, il primo dei tre che collezionò nel corso della sua carriera (gli altri nel ’73 e nel ’74). A raccogliere il testimone di Michels fu Stefan Kovacs, che non apportò modifiche sostanziali al gioco del suo predecessore e così facendo realizzò il triplete nella stagione successiva. La Coppa dalle grandi orecchie finì nella bacheca olandese per tre anni consecutivi: nel 1973/74 la finale fu vinta contro la Juventus.
Il passaggio al Barcellona
Quella partita, però, segnò il temporaneo addio all’Ajax di Cruijff, poiché a fine stagione, a causa di alcuni squilibri interni allo spogliatoio, Johan decise di seguire il suo maestro in Spagna, approdando tra i catalani. Qui vinse un campionato nel 1974, ottenendo anche il suo terzo pallone d’oro, e una Coppa di Spagna nel 1978.
Olanda ’74 e la sconfitta vittoriosa
La nazionale olandese condusse una cavalcata impressionante dritta verso la finale nei Mondiali del 1974, passando attraverso l’abile guida del solito Rinus Michels e il talento innato di Johan Cruijff. Ed è proprio in questa competizione intercontinentale che gli appassionati di calcio si convincono a definire l’olandese come l’erede di Pelè: il giornalista Gianni Brera lo definirà, infatti, “il Pelè bianco”. L’ultimo ostacolo era la Germania Ovest in finale che, nonostante il vantaggio trovato al 2′ minuto di gioco dagli Orange, trionfò con un risultato di 1-2. Seppur sconfitta, però, l’Olanda di quell’anno restò l’esempio di un calcio magnifico, che incantò gli spettatori, che la incoronarono vincitrice, anche senza trofeo.
I successi da allenatore
Cruijff si ritirò ufficialmente dal calcio giocato nel 1984, ma dopo meno di 1 anno ritornò in campo, vestendo però i panni dell’allenatore. Nella sua carriera da tecnico ha allenato le sue due squadre principali sostenute da giocatore: l’Ajax, dal 1985 al 1988, e il Barcellona, dal 1988 al 1996. Il suo palmares è ricco di trofei anche da allenatore, soprattutto con la squadra spagnola, con la quale vanta quattro campionati, una Coppa di Spagna e una Coppa dei Campioni.
Johan Cruijff morì il 24 marzo 2016 all’età di 68 anni, lasciando il calcio con l’affetto dei tifosi di tutto il mondo, che lo riconoscono come uno dei giocatori più forti mai visti, al fianco di nomi come Pelè e Maradona. Il talento olandese verrà ricordato per sempre per la tecnica sopraffina con cui svolgeva ogni azione, per la sua classica “Cruijff turn“, per la rivoluzione che ha portato nel calcio e per le sue tante idee calcistiche, lasciate in dote ai posteri. «Giocare a calcio è molto semplice, ma giocare un calcio semplice è la cosa più difficile che ci sia».
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