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LE LEGGENDE DELLO SPORT – Air Jordan, Michael Jordan

Silvia De Martino 16/03/2022
Updated 2022/03/17 at 9:49 AM
7 Minuti per la lettura

Tra le partite con i Chicago Bulls e quelle con i Looney Tunes, tra le scarpe Nike e i trofei vinti sul campo, il nome di Michael Jordan non può suonare ignoto a nessuno. Un’icona nel mondo dello sport, e non, che ha raggiunto unici livelli di notorietà tra le vecchie e le nuove generazioni. Il suo talento nel mondo del basket americano ha contribuito a diffondere la NBA sullo scenario mondiale negli anni ’80 e ’90.

L’incontro con il basket

Jordan approcciò alla pallacanestro ai tempi del liceo, quando da un anno all’altro passò dall’essere alto 1,78m a 1,90m e a conquistarsi un posto in prima squadra. Già in quel contesto qualcuno iniziò a rendersi conto del suo talento e molti cominciarono a valutarlo come uno dei liceali più promettenti nel mondo del basket. La sua carriera proseguì poi al college, dove nel 1982 portò la sua squadra a vincere il campionato nazionale tra le università americane e canadesi. Da quella vittoria passarono solo due anni prima che gli vennero aperte le porte della NBA.

La canotta numero 23 e i Chicago Bulls

Era il 1984, infatti, quando i Chicago Bulls lo acquisirono come terza scelta assoluta nel Draft NBA. L’esordio con la canotta rossonera arrivò il 26 ottobre dello stesso anno contro i Washington Bullets e durante quella partita Michael mise a segno 16 punti, 7 assist e 6 rimbalzi. Di quello scontro rimase un solo biglietto inutilizzato, che è stato poi venduto qualche settimana fa all’asta, a distanza di quasi 40 anni, a 468.000 dollari. Una cifra che può far comprendere la grandezza di quella sera: la prima partita di Michael Jordan. La sua numero 23 divenne in breve tempo un’icona, indossata da lui dall’84 al ’93, anno del suo primo ritiro e ripresa poi, dopo un periodo con la numero 45, anche nel suo secondo capitolo di basket.

I primi anni ad alto livello

Nel 1985, alla sua seconda stagione, subì un pesante infortunio che lo tenne fuori dai giochi per un po’, ma che gli consentì di ritornare al college e di concludere il suo percorso di laurea. Rientrò a 18 gare dalla fine della stagione e trascinò, con 16 vittorie, i Bulls ai playoff. Contro i Boston Celtics giocò una delle sue migliori prestazioni il 20 aprile del 1985: 63 punti, 5 rimbalzi e 5 assist. L’anno successivo fu quello della conferma: vinse infatti per la prima volta la classifica marcatori con 37,1 punti di media a partita. Su 82 partite giocate in quella stagione, in 77 fu il miglior realizzatore della sua squadra.

Il primo three-peat

Jordan aveva ormai preso il soprannome di Air per la sua capacità di volare a canestro e nel 1991 arrivò la prima vittoria del campionato con i Chicago Bulls. Nel 1992 un’altra ancora. E nel 1993 ancora una. La squadra rossonera, trascinata da Mike, vinse tre titoli NBA consecutivi, realizzando un three-peat, riuscito solo ad altre due squadre nella storia. Ma Michael Jordan non si limitò a questo. Sottoscrisse un altro record: fu il primo giocatore della NBA che conquistò per tre anni di fila il titolo di MVP nelle finali, registrando anche la più alta media realizzativa.

Dal basket al baseball

Il 22 agosto del 1993 una tragica parentesi segnò la vita di Jordan. Quella notte il padre venne assassinato con un colpo di pistola da due rapinatori al bordo di un’autostrada interstatale nel Nord Carolina. Fu un momento complesso per Michael, che pochi mesi dopo annunciò il suo ritiro dal mondo del basket, sostenendo di aver perso gli stimoli per quello sport. In questa parentesi decise di dedicarsi al baseball, per dimostrare di poter primeggiare anche in un’altra disciplina. Ma nulla gli diede quello che gli regalava un canestro e il ritorno sul parquet non tardò ad arrivare.

Il secondo capitolo

Nel 1995 si aprì infatti il suo secondo capitolo con i Chicago Bulls. Erano passati 2 anni, ma era come se lui non se ne fosse mai andato. Tornò sul tetto del mondo, portando nuovamente la sua squadra a vincere non uno, ma ben tre campionati di fila. Ancora una volta, i Bulls realizzarono un three-peat. Nella stagione 1995-96 i rossoneri segnarono un altro record: superarono le soglie delle 70 partite vinte in una stagione, fermandosi a quota 72. Jordan, dal canto suo, ottenne la Triple Crown, vincendo il titolo MVP nell’All Star Game, nella stagione regolare e nelle finali.

Gli ultimi anni

Dopo il suo secondo ritiro avvenuto nel 1999, Mike tornò in campo nel 2001 indossando una canotta diversa per qualche anno. La sua squadra furono i Washington Wizards, il club di cui era proprietario, che, con il suo ritorno da giocatore, divennero una delle squadre più seguite della NBA. Nelle due stagioni con i Wizards Jordan percepì un compenso di 1 milione di dollari, interamente devoluto in beneficenza alle famiglie delle vittime dell’attentato dell’11 settembre del 2001. Al termine della stagione 2002-03 annunciò il suo terzo ed ultimo ritiro.

I trofei individuali

Nel corso della sua carriera a livello individuale ha ottenuto sei MVP delle finali, dieci titoli di miglior marcatore, cinque MVP della regular season, tre MVP dell’All-Star Game e tanti altri trofei. Detiene inoltre i record NBA per la media punti più alta della regular season (30,12 punti a partita) e nella storia dei playoffs (33,45 punti).

La canotta numero 23 è stata ritirata dai Chicago Bulls e anche dai Miami Heat, squadra in cui Jordan non ha mai giocato, per rispetto a quello che sempre sarà uno dei più grandi campioni della pallacanestro.

 

Leggi anche il numero de “Le leggende dello Sport” su The Magic, Ayrton Senna.

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