Le cose finiscono e basta!: la leggenda Arturo Zambo Cavero

Redazione Informare 22/09/2023
Updated 2023/09/22 at 12:25 PM
3 Minuti per la lettura

Żambo è una parola spagnola di origine incerta che significa letteralmente «<uomo con le gambe a X» ma a volte le lettere sbagliano. Vi sono le parlate a vanvera e le lettere a vanvera perché zambo, nella lingua creola – quella prodotta dai suoni e dalla voglia di comunicare tra i colonizzatori spagnoli e francesi e gli schiavi afroamericani e gli indio amerindi – sta a significare cafuso, il meticcio nato da un genitore di colore e una genitrice indigena americana.

Un giorno in Perù, che non è un paese piccolo, un giornalista di spettacoli, Guido Monteverde, chiamò Zambo un ragazzo che suonava il cajón. Lui era grassottello, impacciato, ma suonava il cajón, un scatola di legno con un buco che veniva percossa, ed aveva il nome di Toscanini (Arturo) ed un cognome ligure (Cavero): Arturo Zambo Cavero, divenne leggenda.

Zambo Cavero crescendo divenne ancora più grasso, ma talmente grasso e grasso che molti parlarono di obesità. Zambo, a questo difetto fisico, volle aggiungerne un’altro, diciamo più di tipo intellettuale: si dichiarò apertamente e senza paura di discriminazione maestro elementare. L’obesità lo rese quasi immobile, non poteva più suonare ma e quel punto prese il microfono e cominciò a cantare accompagnato dal chitarrista Óscar Avilés.

Lo accompagnavano sul palco, almeno due persone, fino a raggiungere una sedia accanto al chitarrista Avilés, ma alle prime note, per immaginazione del pubblico o bugie di chi scrive, Zambo appena intonava le prime strofe cominciava una mutazione, diventava pelle e ossa. Prima magro, e cantava e cominciava a ballare, poi magrissimo, e continuava a danzar e vocalizzare, e alla fine dell’ultima canzone uno scheletro vivente, cantante e ballante.

La voce dei sogni è soave e negli acuti andava in falsetto, quando morì cantava ancora nel giorno dichiarato di lutto nazionale del Perú. Cantava di amori impossibili, tragedie, di amori come questo capolavoro. Le cose finiscono e basta, questa è la vita: il grande Zambo Cavero, con il nome di Toscanini e ed un cognome ligure.

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