tratta schiave

La tratta di esseri umani è più vicina di quanto crediamo

Updated 2021/07/30 at 10:40 PM
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Oggi, 30 luglio è la Giornata internazionale contro la Tratta di Esseri Umani, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per sensibilizzare la comunità internazionale sulla situazione delle vittime e promuovere la difesa dei loro diritti. La schiavitù più diffusa del ventunesimo secolo. Un fenomeno di cui si parla troppo poco, anche se “ci siamo dentro fino al collo”.

Secondo l’ultimo rapporto Save the Children, tra il 2016 e il 2018 il fenomeno ha coinvolto 500.000 persone nel mondo. 500.000 vite – tra adulti e bambini – sono state strappate con l’inganno per essere inserite in una rete criminale di sfruttamento. Che si tratti di sfruttamento sessuale (78,4%) o lavorativo (13,8%), dell’espianto di organi o dell’accattonaggio forzato (7,8%). Le vittime, molte delle quali bambini/e, provengono da Africa sub-sahariana e occidentale, Asia meridionale, America centrale e Caraibi e vengono trasferite prevalentemente in Europa occidentale.

Il numero reale potrebbe essere molto più grande, vista l’assenza di dati coerenti e compatibili. Si tratta infatti di una realtà sommersa e difficilmente identificabile. Anche perché troppo poco denunciata dalle vittime, per paura di ritorsioni che possono essere fisiche, legali o addirittura spirituali (i celebri riti vudù utilizzati dagli sfruttatori per vincolare le vittime alla schiavitù e inibire possibili ribellioni).

Il fenomeno colpisce duramente l’Italia che, secondo una relazione della Commissione europea, è al secondo posto nell’UE per numero di vittime di traffico di esseri umani.

2.040 sono le persone prese in carico nel 2020 dal Sistema italiano anti-tratta.  L’82% è di sesso femminile, oggetto prevalentemente di sfruttamento sessuale. Gran parte delle donne proviene dalla Nigeria, ma anche da Costa d’Avorio, Pakistan, Gambia e Marocco.

La Campania è la seconda regione in Italia, dopo l’Emilia-Romagna, per numero di vittime della tratta.

Qui, la mafia nigeriana ha fatto di Castel Volturno, e in particolare del litorale domitio, l’hub della tratta delle donne nigeriane. L’abbiamo raccontato tempo fa attraverso le parole di Sergio Serraino, responsabile dell’ambulatorio di Emergency presente sul territorio e attraverso la storia di Blessing Okoedion, oggi mediatrice culturale e testimone anti-tratta, in passato deportata con l’inganno da Benin City fin sulla Domitiana per vendere il suo corpo.

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Numero Verde Nazionale contro la tratta 800 290290

 

di Giorgia Scognamiglio

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