Cosa significa erigere una statua oggi? Quanto potere simbolico, storico e politico hanno le opere d’arte? L’esempio per trovare una risposta a questi interrogativi, arriva direttamente da San Leucio, borgo del comune di Caserta, noto per ragioni storiche ed artistiche in tutto il mondo.
Di fatti, questo sito reale, è stato riconosciuto come Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Nella giornata di lunedì 30 maggio, la località di San Leucio è stata protagonista dell’inaugurazione di una statua dedicata a Ferdinando IV di Borbone. Che significato ha per San Leucio il personaggio di Re Ferdinando? Sicuramente, tra San Leucio e il Re c’è un legame storico importantissimo.
San Leucio e il suo Re: un legame storico indissolubile
Il Complesso Monumentale del Belvedere di San Leucio, nasce proprio dal sogno di Re Ferdinando. Nel 1778, su progetto dell’architetto Francesco Collecini, la comunità nota come Real Colonia di San Leucio nacque sotto la luce di uno statuto apposito. Lo statuto, risalente al 1789, stabiliva leggi e regole valide solo per questa comunità. Non v’erano differenze tra gli individui qualunque fosse il lavoro svolto, l’uomo e la donna godevano di una totale parità in un sistema che faceva perno esclusivamente sulla meritocrazia.
Era abolita la proprietà privata, garantita l’assistenza agli anziani e agli infermi, ed era esaltato il valore della fratellanza. Tutto ciò, all’interno di un contesto storico molto preciso, ovvero durante il Regno di Napoli. Uno statuto che, secondo diverse fonti, in realtà fu redatto da Antonio Planelli, persona colta facente parte dell’entourage di fiducia della regina Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, moglie di Ferdinando IV.
Il potere simbolico di un’ opera d’arte al giorno d’oggi
La scelta dell’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Carlo Marino, è fortemente indirizzata prevalentemente verso due ragioni: la prima, è che il lavoro di realizzazione della statua è stato affidato a Don Battista Marello, sacerdote e artista leuciano. I soldi spesi per la sua esecuzione, sono stati usati esclusivamente per la realizzazione dell’opera e quindi in sostanza per il materiale utilizzato. La seconda, è quella secondo la quale proprio la figura di Don Marello rappresenta appunto un profondo conoscitore della comunità. L’inaugurazione di questa statua ci offre uno spunto per parlare da un punto di vista storico circa un periodo decisivo per il Regno di Napoli. Il nostro ruolo, è quello di documentare e di mettere a confronto le diverse opinioni in campo.
Non solo Ferdinando: dalla Spigolatrice di Sapri, fino ad Indro Montanelli. Le statue delle polemiche
Opinioni diverse, tra questioni identitarie filo borboniche e accuse di nostalgismo nei confronti di un sovrano assoluto, feudale, di schieramento opposto all’Unità nazionale. Contrasti storici, politici e ideologici: questo può scatenare un’ opera d’arte ai giorni nostri. Infatti, sappiamo di come molte opere d’arte, soprattutto nei casi delle statue, sono state al centro dell’attenzione per polemiche sia di tipo politico, storico ed estetico. Basti pensare alla polemica sulla statua della Spigolatrice di Sapri, dove a far discutere è stata la scelta dell’artista di mettere in evidenza le forme della donna con un abito molto aderente sulle natiche creando un effetto “nudo”, alimentando le polemiche sulla rappresentazione della donna come corpo sessualizzato.
Statue vandalizzate e statue abbattute
I casi continuano con l’esempio delle statue di illustri personaggi del passato, tacciati dagli attivisti di simpatie razziste. Citiamo la statua di Indro Montanelli a Milano, più volte imbrattata di vernice rossa. La polemica si basava sul passato del giornalista in terra abissina: in una intervista rilasciata ad un altro grande giornalista, Enzo Biagi, Montanelli parlò di una ragazzina di 12 anni, acquistata e sposata. In quel periodo vigeva il madamato, un vero e proprio contratto sociale che permetteva al colonizzatore di dominare sull’indigeno, all’uomo di dominare sulla donna. Altri esempi da riportare, stavolta oltreoceano, sono le statue abbattute o vandalizzate di Cristoforo Colombo in diverse località americane. Abbattimenti che sono la conseguenza delle grandi proteste negli Stati Uniti e in altri paesi contro il razzismo e le violenze della polizia, organizzate in seguito alla morte di George Floyd.
Anche la statua di Ferdinando IV, è stata al centro di polemiche. Tralasciando le polemiche social, qui cercheremo di mantenere un livello alto di argomentazioni. Certo, dando spazio alle visioni differenti che abbiamo raccolto attraverso le dichiarazioni di chi può parlarci dell’ormai “affaire-Ferdinando IV“. Ai lettori, nello spirito che contraddistingue chi vi scrive, si lasciano le opportune riflessioni.
De Crescenzo: “Fieri della statua dedicata a Ferdinando”
A rompere il ghiaccio con le dichiarazioni riguardanti l’inaugurazione della statua tanto discussa, è l’esponente del Movimento neo Borbonico, Gennaro De Crescenzo: «Siamo fieri e felici della statua dedicata a Ferdinando IV. San Leucio fu un meraviglioso progetto artistico e architettonico, nonché un grande progetto sociale. Qualche istituto culturale, gli esponenti della cosiddetta cultura “ufficiale”, ha definito la statua come inopportuna. Se è inopportuna una statua al Re che realizzò San Leucio e firmò i suoi statuti, quale statua sarà mai opportuna nella storia dell’umanità? Oltre ad essere artefice di questa comunità, non dimentichiamoci che grazie all’eroismo del suo popolo riuscì a strappare il Regno di Napoli ai francesi nel 1799. Non dimentichiamoci delle innumerevoli opere come la Fabbrica dei Granigli, la nuova Piazza Mercato, l’istituzione di scuole gratuite per ogni comune del Regno solo per fare qualche esempio… ».
Anna Poerio Riverso: “Ferdinando era un anti liberale, rifiutò l’Unità nazionale”
Dalla parte opposta, abbiamo intervistato la dottoressa Anna Poerio Riverso, a capo del Comitato Casertano per la Storia del Risorgimento: «La storia di Re Ferdinando, è colma di punti negativi che coinvolgono tutta la dinastia borbonica. Parlo del suo comportamento anti-liberale, del suo rifiuto ad una Unità nazionale. Conosciamo bene ciò che successe nel 1799, con la fine della Repubblica Napoletana. Sappiamo che Ferdinando si servì dell’aiuto del Cardinale Ruffo che insieme ai Lazzari fecero razzie e saccheggi contro i liberali e chi aveva partecipato alla Rivoluzione napoletana. Oltre a questo, non mantenne il patto verso questi ultimi di avere salva la vita. Così non fu e si macchiò di crimini atroci. Un altro caso è nel 1820-1821, quando fu costretto a cedere alla Costituzione dopo una serie di rivolte. Ferdinando in prima analisi, concesse la Costituzione ma poi andò in Austria a chiedere aiuto e tornando ritirò la costituzione iniziando una persecuzione contro i deputati che avevano aderito al primo parlamento costituzionale…»
Domenico Noviello: “Come Pro Loco ci sentiamo delusi ed esclusi”
E poi, la Pro Loco di San Leucio che, a quanto pare, è stata la grande esclusa nell’organizzazione della manifestazione del 30 maggio. Le parole del Presidente Domenico Villano, sono di grande soddisfazione per il ritorno a casa di Ferdinando IV sotto forma di opera d’arte. Ma, d’altra parte, non nasconde la delusione per il mancato coinvolgimento: «La nostra non è una polemica contro la statua, anzi. La nostra unicità non è solo riconducibile alle seterie, ma soprattutto al codice delle leggi. Pensiamo che da questa statua possa avere inizio una riqualifica di San Leucio, ridotta ad oggi ad un campo di battaglia. Noi siamo una Pro Loco APS interna allo Stato. Dall’amministrazione, probabilmente sono individuato come un personalità di destra. Ma la Pro Loco non fa politica, la cultura non ha colore e sono ben felice di confrontarmi con chi ha idee politiche diverse dalle mie. L’unico che ha cercato la collaborazione della Pro Loco, è l’assessore Enzo Battarra. Il nostro compito è quello di valorizzare il territorio e di essere un supporto ai comuni. Ma se il nostro comune non ci dà la possibilità di essere d’aiuto, vuol dire che insieme non si può collaborare».
Queste le opinioni che abbiamo raccolto in questi giorni dove molto si è discusso e tanto si è parlato, soprattutto sui social. Chi è a favore, chi è contro, chi denuncia che le condizioni del Belvedere siano ad oggi inaccettabili e chi fa notare che la suddetta statua non sia esteticamente “accettabile”: «Ferdinando – scrivono alcuni utenti – tutto era fuorché bello di viso!». Forse, Ferdinando IV, da qualche parte, si starà facendo a discapito di noi terreni, una grossa risata.