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La natura compromessa del genere umano: il grande ritorno de “La Cupa” al Teatro Bellini di Napoli

Luisa Del Prete 12/10/2022
Updated 2022/10/14 at 10:39 AM
3 Minuti per la lettura

Una grande attesa che corrisponde ad un importante ritorno: “La Cupa” di Mimmo Borrelli ritorna sui palcoscenici napoletani. In scena al Teatro Bellini di Napoli dall’11 al 23 ottobre e dal 2 al 13 novembre 2022, scritto e diretto da Mimmo Borrelli con Maurizio Azzurro, Dario Barbato, Mimmo Borrelli, Gaetano Colella, Veronica D’Elia, Rossella De Martino, Renato De Simone, Gennaro Di Colandrea, Paolo Fabozzo, Enzo Gaito, Geremia Longobardo, Stefano Miglio e Roberta Misticone.

Un atto unico che si svolge in una “cupa”: una cava di tufo che è, allo stesso tempo, rifugio e condanna di tutti i protagonisti che vivono in quel luogo, prigionieri come bestie e da tali si comportano. L’intera storia si concentra in un’unica notte, quella di Sant’Antonio e il suo fucarazzo. Secondo una leggenda, in questa notte gli animali potevano parlare agli uomini, ma con un prezzo da pagare: sventura e dannazione.

La Cupa: l’incontro/scontro tra sacro e profano

Leggenda, tradizioni, miti: non sono parole nuove nel Teatro di Borrelli. In ogni opera del drammaturgo, si rinnovano con ostinazione, i segni più alti e celesti, con una forza divina che scorre per tutto lo spettacolo e che pulsa nel cuore della messa in scena e di tutti i personaggi. All’interno de “La Cupa” si ricorre al sacro e, insieme, al profano. Un linguaggio stretto e arcano, un simbolo liturgico che ricorre, il massacro e la violenza di corpi, il sacrificio e la natura che punisce, trattiene e modella il destino di ogni uomo.

Una scrittura in versi di una lingua, quella della zona di ambientazione (Torregaveta), a primo impatto un po’ dura per chi non la parla. Una variante napoletana, più aspra, che scalfisce le parole dei personaggi come pietre all’interno del testo e che arrivano forti, vere e a volte anche scomode, per chi non ha il coraggio di sottoporsi alle riflessioni a cui questo spettacolo porta. Sul genere umano, su noi, sulla nostra realtà vile e segnata. Un testo che, probabilmente, farà anche comodo ai più definire “irriverente”, ma che è, in realtà, puramente vero, tangibile.

Alla grande potenza testuale, si affiancano le altre due forti componenti: la messa in scena e l’immensa bravura degli attori presenti. Partendo da una scenografia che spiazza con una grande palla (natura) che si muove, cattura, espelle, governa. Un forte gioco di luci e le musiche di Antonio Della Ragione che rendono ancora più intensa la potenza scenica di tutti i protagonisti. Precisa, potente, detta tempi lunghi, scava, approfondisce, crea solchi ed entra nell’animo.

“La cupa” di Mimmo Borrelli è uno spettacolo di altissimo livello, da vedere almeno una volta nella vita.

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