La mostra su Artemisia Gentileschi alle Gallerie d’Italia, l’artista donna in un mondo di uomini

Sara Marseglia 15/02/2023
Updated 2023/02/14 at 11:49 PM
4 Minuti per la lettura

Dal 3 dicembre fino al 19 marzo alle Gallerie d’Italia è ospitata una mostra su Artemisia Gentileschi a Napoli, la pittrice del Seicento la cui vita è oggetto di interesse da secoli. Nella cornice dello spazio espositivo ristrutturato di Palazzo Zevallos, sono ospitati ventuno quadri dalla National Gallery di Londra (che ha già ospitato una monografica nel 2020, di cui questa mostra costituisce un approfondimento) e dal Museo di Capodimonte, tutti appartenenti al soggiorno napoletano dell’artista, tra il 1630 e il 1654, con una breve parentesi londinese. Si aggiunge la collaborazione dell’Archivio di Stato di Napoli e l’Università di Napoli L’Orientale, con il patrocinio del comune di Napoli.

La mostra: le opere e la rinnovata cornice espositiva di Palazzo Zevallos Stigliano

La sede delle Gallerie d’Italia di Napoli, gestita da Intesa Sanpaolo, ha visto da poco un importante ammodernamento. Grazie all’intervento di Michele De Lucchi, gli spazi espositivi della struttura di via Toledo 177 sono triplicati, arrivando a diecimila metri quadri. A questo cambiamento quantitativo se ne affianca anche uno qualitativo: l’edificio si allinea ora maggiormente agli standard museali europei. Per quanto riguarda invece l’organizzazione della mostra, il curatore Antonio Ernesto Denunzio ha preferito non usare un criterio cronologico. Piuttosto si è deciso di usare un criterio tematico per esporre le opere provenienti da collezioni pubbliche e private, sia italiane sia internazionali.

In questo modo i quadri, riuniti per la prima volta dai tempi della bottega, hanno creato un dialogo circa le rappresentazioni di Artemisia dei temi religiosi e mitologici. Ad esempio, è stato appositamente restaurato il San Gennaro nell’anfiteatro e i Santi Procolo e Nicea, abitualmente conservato nel museo di Pozzuoli.

Le opere esposte sono state tutte realizzate nella bottega di successo di Artemisia, frequentata da alcuni dei maggiori artisti dell’epoca: nomi del calibro di Massimo Stanzione e Bernando Cavallino. È la prima volta che viene dedicata una mostra monografica al periodo napoletano dell’artista, durato quasi 25 anni. Il motivo per cui c’era stata questa mancanza finora è che tale periodo è sempre risultato piuttosto difficile da ricostruire. A tal proposito, è stato cruciale il contributo dell’Archivio di Stato di Napoli nella ricostruzione sia del periodo storico sia della biografia in senso stretto. In particolare, l’utilizzo di informazioni finora inedite ricavate da “Vite de’ pittori, scultori ed architetti napoletani” di Bernardo de Dominici, pubblicato nel 1742.

Mostra su Artemisia Gentileschi a Napoli, la figura storica

Figlia del pittore Orazio Gentileschi, Artemisia nacque a Roma dove manifestò fin da bambina una fortissima propensione per il disegno prima, per la pittura poi. Così, dopo che il padre le insegnò tutto ciò di cui era capace, fu affidata alla bottega del pittore Agostino Tassi, stretto amico di Orazio. Tuttavia, da questo momento in poi, la carriera artistica di Artemisia si intreccia strettamente con la sua vita privata. La sua notorietà, infatti, non proviene solo dalla sua carriera artistica. Artemisia, ancora adolescente, fu stuprata dal suo insegnante ed ebbe il coraggio e l’audacia (inaudita per quel periodo) di denunciarlo.

A causa di questo evento, i soggetti di Artemisia rappresentano spesso eroine tragiche, su cui la pittrice proiettava il proprio vissuto. Ma grazie alla maturità acquisita col tempo, i soggetti passano da essere ninfe infastidite da vecchi a figure storiche o mitologiche rappresentati donne dalla forza incredibile, come Cleopatra e Giuditta. Questo cambiamento viene da molti commentato come un cambio di atteggiamento da parte di Artemisia, che da allora in poi si impone come modello per la rappresentazione dell’iconografia femminile. Proprio per questo viene considerata una proto-femminista ante litteram.

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