Nel corso del tour ecologista MayDay SOS Plastica del 2019, Greenpeace (un’associazione che denuncia problemi ambientali e promuove alternative per un futuro verde e di pace), ha fatto tappa sul Golfo di Napoli, in prossimità della foce del fiume Sarno. L’allarme lanciato per l’inquinamento da plastica che affligge il Sarno e anche l’area marina in Campania, mostra un inferno di plastica. Le immagini diffuse riportano uno scenario d’inquinamento scioccante. L’intera area al confine tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia, è sommersa da rifiuti di plastica di ogni genere, trascinati in mare da un Sarno avvelenato in modo insanabile.
II Sarno è uno dei fiumi più inquinati al mondo
Il fiume campano è lungo appena 24 Km, ma, a dispetto della sua brevità, può contare su un bacino idrografico notevolmente esteso. Il Sarno è un torrente che attraversa 3 province della Campania, Salerno (54 %), Napoli (29 %) e Avellino (17 %), e 39 comuni, dove abitano tra 750.000 e 1 milione di persone. Le acque del bacino irrigano i campi circostanti. L’inquinamento del fiume mina la salute dei cittadini, influendo negativamente sull’agricoltura del luogo. II Sarno è il fiume più inquinato d’Italia, e anche uno dei più avvelenati e pericolosi d’Europa. La conferenza sui fiumi meno salubri del pianeta, tenutasi a settembre del 2018 a New York, ha inserito il fiume Sarno al sesto posto “tra i 20 più inquinati al mondo”. Purtroppo i cittadini che vivono vicino al canale sono invasi da un odore acre e insopportabile. Il colore marrone torbido del fiume, continuamente attraversato da filamenti gelatinosi e rifiuti di ogni tipo, è uno scenario spaventoso per gli abitanti.
Le cause dell’inquinamento
Nel 1995 viene dichiarato lo stato di “Emergenza socio-economica ambientale” del Sarno. Nel 2018 un Rapporto del Senato dei Deputati, ha confermato che la situazione del fiume rappresenta una grave criticità ambientale per la regione Campania. Ma ancora oggi le acque reflui non depurate gravano sul fiume. Dalla prima bonifica del corso d’acqua programmata nel 1973, sono trascorsi 49 anni ma non è cambiato nulla, e tutt’oggi molti comuni scaricano i propri reflui nel Sarno. La fama negativa del fiume acquisita nei decenni, ha quasi cancellato la sua importanza storica. Il degrado del fiume Sarno è l’esempio più evidente della scarsa applicazione in Italia delle norme riguardanti la tutela ambientale.
Sono molteplici i fattori che causano l’inquinamento; uno di questi è l’uso indiscriminato in agricoltura di pesticidi, e dei fertilizzanti chimici, utilizzati per migliorare la produttività dei raccolti. Essi rappresentano una forte fonte di avvelenamento delle acque. Inoltre, le responsabilità non sono solo dell’agricoltura ma anche della camorra, e delle industrie che hanno grandi colpe nel versamento abusivo di scarichi industriali. I molteplici stabilimenti del territorio hanno trasformato il fiume Sarno in una minaccia per la salute, tuttavia le fabbriche non hanno mai fatto mistero della possibilità che qualcuno possa scaricare i propri reflui industriali nelle acque. Il fiume Sarno è da tutti considerato un conveniente sversatoio di rifiuti, sia dalle industrie che dagli agricoltori e, fatto più grave, dai privati cittadini. Esso mostra uno scenario scioccante, figlio inevitabile del modello di consumo di plastica degli abitanti.
Il Fiume Sarno è un serio pericolo per i cittadini Campani
Una condizione del fiume talmente compromessa da spingere i cittadini a temere per la loro salute e quella dei loro cari. Tuttavia, nel 1997 l’OMS (organizzazione Mondiale della sanità) segnalò una maggiore incidenza di cancro e leucemia proprio nel bacino del Sarno. Da quasi quarant’anni le persone che vivono attorno al fiume vengono avvelenate da un mix letale di sostanze cancerogene e dannose per la salute. Dal Sarno passano ai prodotti coltivati, alla catena alimentare animale, fino ad arrivare all’uomo. Secondo le tabelle i valori di cromo disciolti nel fiume nei pressi di Scafati superano mediamente di tre volte la soglia consentita. A destare più preoccupazione è la contaminazione da “Pfos“, una sostanza utilizzata in ambito industriale, che può causare tumori, ritardi della crescita, alterazioni del sistema endocrino e mortalità neonatale. Il Fiume Sarno è un serio pericolo per la salute e il benessere dei cittadini della Campania.