conflitto russo ucraino

La mediazione che non c’è nel conflitto russo-ucraino

Updated 2023/06/08 at 4:14 PM
5 Minuti per la lettura

Novembre 2021, le tensioni nel conflitto russo-ucraino salgono e scoppia una nuova crisi internazionale. Una guerra di potere cominciata nel 2014, che ancora ad oggi non riesce a trovare un compromesso per volgere al termine. I morti continuano a salire, le vittime che si dividono tra soldati e civili sono aberranti per poter permettere a questa guerra di non riuscire ancora a trovare la giusta mediazione.

Le caratteristiche di un giusto mediatore per questo conflitto sarebbero sicuramente quelle di essere rappresentate da una via di mezzo fra dittatura e democrazia. Se si pensa a mediatori europei o anche agli Stati Uniti, questi potrebbero essere definiti per il loro maggiore sostegno all’Ucraina, ma nel caso della Turchia e della Cina, figure come Xi Jinping e Recep Erdogan allo stesso modo sono molto più affini a Vladimir Putin.

Qualche giorno fa a fare la sua entrata in scena è stato il Vaticano, Papa Francesco ha parlato dell’Ucraina e di possibili iniziative di pace a riguardo. Prima l’Ucraina e poi la Russia hanno affermato di non essere a conoscenza dei piani del Vaticano, ma sarà davvero il Papa a mettere fine a questa guerra?

I volti dei mediatori del conflitto russo-ucraino

Tra i “migliori” candidati per la risoluzione del conflitto russo-ucraino troviamo in ordine per importanza: Turchia, Israele e Cina. La Turchia come mediatore non avrebbe nulla da perdere: è ben conosciuta l’affinità tra Erdogan e Putin, ma la Turchia ha sempre mantenuto buoni rapporti economici anche con l’Ucraina. Lo svantaggio in questo caso sarebbe uno, ovvero il non avere un reale peso negoziale in questo conflitto.

Dopo vari incontri tra Putin ed Erdogan è ben nota la condivisione di una visione pragmatica e del tutto alterata e spregiudicata delle relazioni internazionali. Inoltre la presenza della Turchia nella NATO non fa altro che ricordare che il presidente turco ha cura solo dei suoi interessi. Dopo una crisi economica ed il duro colpo dal dossier dei diritti, il solo fatto che si sia pensato ad Erdogan come mediatore affidabile è imbarazzante.

In una situazione di violazione dei diritti umani così evidente, che necessita di un mediatore che abbia una visione politica che si trovi tra quella di Vladimir Putin e Volodymyr Zelenskyj, chi potrebbe essere il candidato perfetto? Ci prova Papa Francesco a proporre delle iniziative di pace da parte del Vaticano. Entrambe le protagoniste del conflitto, Russia ed Ucraina, si dichiarano all’oscuro delle intenzioni del Pontefice, ma forse disposte ad accettare una risoluzione dei conflitti attraverso iniziative del Vaticano.

Due problemi espressi da Mosca: primo, il Vaticano non si è ancora espresso riguardo la possibilità di un viaggio di un emissario in Russia; secondo, la Russia è disposta a scendere a compromessi, ma sempre mantenendo una posizione di principio sull’Ucraina.

Arriverà mai la fine?

C’era già stato un precedente incontro tra Papa Francesco e Volodymyr Zelensky, durante il quale quest’ultimo si era rispettosamente espresso contrario ad una mediazione del Vaticano, e non solo, ad una mediazione in generale. Il presidente ucraino continua a sostenere di volere una “pace giusta” che garantisca al suo paese di essere liberato dall’aggressore che ha invaso ed occupato i suoi territori. D’altra parte la Russia, si dichiara favorevole solo nel caso in cui venga “rispettata” la sua posizione di principio e di ottenere quindi almeno il Donbass.

I problemi sono evidenti, da una parte c’è l’Ucraina non del tutto favorevole alla necessità di un mediatore, in quanto in qualsiasi trattativa di mediazione si troverebbe in posizione di svantaggio. Zelensky continua ad affermare l’appartenenza dei suoi territori e non ha intenzione di cedere ad alcuna richiesta russa. Dall’altra parte c’è la Russia con la sua censura politica, televisiva e militare che potrebbe non limitarsi alla richiesta del Donbass, ed avanzare altre posizioni di principio. Quindi è davvero necessario un mediatore?

Di certo non si può continuare al gioco del più forte, o mettere ancora a rischio le vite di soldati e civili che sono solo vittime e non protagonisti degli eventi. La necessità di una mediazione nel conflitto russo-ucraino è dunque imprescindibile, carneficine del genere non fanno altro che evidenziare l’incapacità globale della risoluzione di conflitti internazionali, lasciando al caso, appesa ad un filo, la sorte di migliaia di vite umane.

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