Nel cuore di Materdei e lungo il quartiere Avvocata si sviluppa l’attività della Fondazione Morra – Istituto di Scienze delle Comunicazioni Visive, che mira a promuovere la ricerca e la divulgazione della cultura relativa a tale forma comunicativa. L’azione della Fondazione Morra nasce dall’operato di Giuseppe Morra, illuminato mecenate partenopeo, appassionato delle avanguardie artistiche ed in particolar modo dell’Azionismo Viennese e della Body Art, che ha convogliato a Napoli artisti internazionali, trasformando la città in un luogo di aggregazione sotto il profilo artistico e in un centro fondamentale per l’arte contemporanea. Giuseppe Morra, nel corso della sua attività legata allo Studio Morra, è entrato in contatto con artisti di calibro mondiale, come Hermann Nitsch, al quale è stata poi dedicata una struttura della Fondazione stessa, Günter Brus, Gina Pane, Marina Abramovic e tanti altri.
«La storia della Fondazione Morra parte da lontano tempo, dall’inizio della mia attività alla fine degli anni ’60» – ci spiega lo stesso Giuseppe Morra – «Nasce tutto grazie agli incontri e alle amicizie nell’ambito della realtà territoriale. Mi sono interfacciato con artisti e compagni di percorsi, con cui sono stato protagonista di un’ideologia che ha portato ad un cambiamento dentro di me che non era solo di natura politica, ma che doveva confrontarsi anche con la realtà culturale. Questo perché, se la politica è una parte importante della realtà dell’uomo, ed il più delle volte toglie invece che mettere: è solo attraverso la cultura che si possono definire dei cambiamenti sociali».
Con queste parole, il professore racconta il suo avvicinamento all’Azionismo Viennese e ad una tipologia di arte dirompente, rivoluzionaria e d’avanguardia.
«Dopo aver fatto esperienze per qualche anno con questi artisti nell’ambito locale, avvenne un cambiamento strutturale nelle mie conoscenze e fui sconvolto dal lavoro degli azionisti viennesi ed in particolare da Hermann Nitsch. A questo punto volli approfondire e capire dentro l’arte quali sono i fenomeni che più ti possono coinvolgere nella conoscenza». Con questa presa di coscienza, derivante dall’esperienza vissuta, Giuseppe Morra ha dato vita allo Studio Morra a via Calabritto.

«Con lo Studio Morra sono diventato parte importante di una ricerca che andava avanti come conseguenza naturale dell’aver stabilito un rapporto di sollecitazioni reciproche con gli artisti. Questo ci ha portato a dare vita a mostre, pubblicazioni di libri, convegni, fiere d’arte. C’era un forte fermento culturale internazionale in quegli anni e questo ha coinvolto tutti noi nelle ricerche. Ho ospitato qui a Napoli diversi artisti internazionali, portandoli a conoscere e vivere la città e ad entrare in contatto con gli artisti locali. Si è dato vita così ad un grande movimento di carattere partecipativo e aggregativo». Nel 1992 Giuseppe Morra passa da via Calabritto al Palazzo dello Spagnolo ed inizia così a realizzare ad un progetto che assume una nuova mission e significati sempre maggiori.
«Con il trasferimento a Via Vergini al Palazzo dello Spagnolo abbiamo sviluppato un’intenzione ancora più allargata: non interessarsi solo dell’estetica dell’arte, ma dare vita ad un processo che coinvolgesse anche la città. Abbiamo puntato, quindi, ad una conoscenza di carattere urbanistico volto a coinvolgere un quartiere difficile come quello della Sanità».
Nel 2008 viene inaugurato il Museo Nitsch, uno spazio radicato nel quartiere Avvocata che assolve ad un progetto più ampio che prende il nome di “Quartiere dell’arte”, con l’idea di creare un distretto culturale e creativo. A seguire nel 2016 apre le porte anche Casa Morra, con l’obiettivo di dare nuova vita alle numerose strutture abbandonate di Napoli e spingere anche altri soggetti ad opere di riqualificazione. Con questo cambiamento, la Fondazione Morra si pone l’obiettivo di stimolare la creatività nel quartiere, anche con l’idea che la cultura possa creare occupazione, recuperando mestieri ad oggi in disuso, come quelli legati all’artigianalità. Lo spazio di Casa Morra nasce come dispositivo per mettere in movimento tutta la collezione di opere, che vengono presentate al pubblico attraverso una programmazione di cento anni.
«La Fondazione Morra si propone lo scopo di rimanere nel tempo e di dare la possibilità a giovani studiosi di trovare documenti e materiali di consultazione. È vero che disponiamo di tante opere d’arte, ma quello che più va a costituire il nostro patrimonio sono gli archivi». Oltre alle opere, infatti, la Fondazione possiede una grande quantità di documenti relativi a vari artisti, che sono al servizio di chiunque voglia approfondire e fare ricerca in questo ambito. Tra l’analisi e l’esposizione di opere d’avanguardia, l’azione della Fondazione Morra si inserisce nel tessuto sociale, mettendo a disposizione di tutti gli appassionati un archivio di approfondimento senza pari, frutto degli anni di lavoro e di collaborazione con grandi artisti di Giuseppe Morra. Con il suo operato, Napoli ha rappresentato un polo per i massimi esponenti dell’arte avanguardista della fine del ‘900, raggiungendo un ruolo centrale nello scenario internazionale.