L’inumano serpeggiare dei cancri sociali genera mostri, non persone, che violentano il rispetto dell’altro e l’ideale del vivere civile.
In barba a qualsiasi diritto alla libertà (espressiva, sessuale, individuale), questi soggetti, trasformati in mostri, vivono nella percezione che la loro sia l’unica forma di vita possibile; che qualsiasi allontanamento espressivo, comportamentale o mentale dal loro codice di vita sia una sorta di marchio di estraneità e debolezza su cui è consentito imporre la forza del proprio dominio.
Questi soggetti non conoscono la pluralità, perché in sostanza non conoscono la vita. Sempre confinati nel recinto della propria realtà locale non hanno mai fatto i conti con la vastità, la complessità e la diversità del mondo.
Si credono forti, virili e dominatori. Si denunciano chiusi, piccoli e provinciali.
Il serpeggiante cancro sociale è polimorfo perché a seconda dei casi assume nomi e fattezze diverse (possiamo chiamarlo razzismo, omofobia, xenofobia), ma in sostanza sono tutti sentimenti di odio e violenza connessi al machismo e risultanti dai residui, spesso troppo forti, di una cultura fascista, patriarcale, bianca e intollerante.
Nel Comune di Castel Morrone l’ennesimo atto di violenza, l’ennesima lapidazione occorsa alla libertà della persona. Sono stati coperti con una bomboletta di colore nero i manifesti rappresentati il Pride di Aversa, organizzato da Rain Arcigay Caserta ODV lo scorso venerdì, a cui il comune di Castel Morrone aveva dato il proprio patrocinio morale per la realizzazione.
Un fatto «Gravissimo», come denuncia il comune attraverso un proprio comunicato.
e fa sapere:
«Non perdoneremo gli atti vandalici e la chiara manifestazione omofoba che ha colpito non solo quest’iniziativa e la volontà amministrativa di promuoverla ma l’intera comunità lgbtqi+, che da anni paga le spese di una mentalità pregna di mascolinità tossica.