L’alone di mistero che circonda la vita privata della famiglia del dittatore nord coreano Kim Jong-un è cosa risaputa. È proprio per questo che ha destato stupore e enorme curiosità la sua apparizione con la figlia Kim Chu-ae in sempre più occasioni a partire dallo scorso novembre.
Le prime apparizioni pubbliche
L’apparizione più celebre di questa (fino ad ora) sconosciuta ragazzina è stata quella della presentazione del missile intercontinentale Hwasong-17. A partire da quel momento i media e gli esperti del mondo hanno iniziato ad indagare con enorme interesse sulla figlia del Capo di Stato, preoccupandosi quasi più di lei che dell’enorme missile presentato, in grado di arrivare con un click dritto verso gli Usa.
Figlia prediletta o erede?
L’intelligence sudcoreana ha identificato Kim Chu-ae come la seconda dei tre figli di Kim Jong-un , con un’età compresa tra i 10 e 13 anni. Il primogenito, invece, sarebbe maschio. Il fatto che Kim abbia deciso di portare lei, e non il primogenito, in una presentazione così importante dal punto di vista politico e internazionale, ha destato in moltissimi i sospetti che il tutto abbia a che fare con la successione.
Altra domanda frequente è: perché presentare adesso la ragazza, che è ancora molto giovane? Probabilmente la scelta dipende dalle speculazioni sullo stato di salute di Kim, che rischiano di compromettere la stabilità dello Stato.
Svelare l’esistenza della figlia in un lancio così importante potrebbe suggerire che un giorno lei avrà un ruolo nello sviluppo delle armi del Paese.
I pareri degli esperti
Secondo Leonid Petrov, esperto della Corea del Nord dell’International College of Management di Sydney, è molto improbabile che sia scelta un’erede donna e ,nel caso remoto in cui ciò avvenisse, la scelta ricadrebbe sull’influente sorella di Kim, Kim Yo-jong, la donna dal pugno di ferro che, di recente, ha lanciato minacce agli Stati Uniti riguardo una “crisi di sicurezza fatale”.
Invece, per Michael Madden, esperto della Corea del Nord del Stimson Center di Washington, non è detto che la cultura politica patriarcale nordcoreana escluda una leadership al femminile. Infatti, le istituzioni coreane hanno visto fin’ora in posizioni di comando non solo Kim Yo-jong, ma anche Choe Son-hui, la prima donna al Ministero degli Affari esteri della Corea del Nord.
Si tratta di una successione ereditaria pianificata a lungo termine? O Kim vuole rompere le regole del passato e rendere i suoi figli più parteci alla vita politica del paese?