Surf Your City

INTERVISTA. Surf Your City, un piccolo grande sogno su quattro ruote

Ludovica Palumbo 20/10/2022
Updated 2022/10/20 at 4:18 PM
10 Minuti per la lettura

Avete presente quando in quei film americani degli anni 2000 un gruppo di ragazzini si riunisce munito solo di una tavola con quattro ruote? Ecco ora immaginate una realtà simile in cui però ci sono veri e propri istruttori ad insegnarvi la disciplina. E indovinate un po’… Non serve volare fino a Santa Monica per trovarla. Basta prendere un pullman e scendere alla fermata Porta Miano Bosco di Capodimonte dove troverete la realtà di Surf Your City: una ASD nata proprio con lo scopo di insegnare a grandi e piccini la disciplina del surfskate.

Lo skateboard alle origini, nasce proprio per permettere ai surfisti di praticare il proprio sport anche in assenza di mare mosso e un surfskate è proprio uno skateboard nato per il surf in strada! 

Ad accogliervi nella sua palestra a cielo aperto, troverete Livio Annunziata, il padre di questo “avanguardistico” progetto. Ed è proprio lui a raccontarci cos’è Surf Your City.

Innanzitutto, raccontaci cos’è e da che idea nasce Surf Your City.

«Surf Your City è un’Associazione Sportiva Dilettantistica (ASD) nata proprio con lo scopo di creare un ambiente stimolante per tutti i surfers offrendo lezioni e corsi di surfskate grazie all’aiuto di istruttori qualificati e competenti. Io per primo sono da sempre uno sportivo e ho conosciuto nello specifico il “surfskate” un po’ di anni fa. Il surfskate nasce dall’idea della famiglia americana dei Carver ed è una vera e propria variante dello skateboard che, utilizzando una specifica e particolare tavola, ricrea, sull’asfalto, i movimenti del surf.  Ed è sempre stato per me una passione.

Poi arriva il covid, che paradossalmente è stato per me morte e rinascita: da un lato mi ha fatto perdere il lavoro, ma dall’altro mi ha permesso di concentrarmi in modo assoluto sulla scuola di surfskate che lentamente, è diventata una grande realtà. Proprio il periodo post covid ci ha molto aiutato. C’è stata una generale voglia delle persone di ritornare a fare sport e ad essere predilette erano proprio le attività all’aria aperta. E così pian piano attraverso un gioco di passaparola all’interno del gruppo, ti dico con grande orgoglio che ad oggi, contiamo quasi una novantina di iscritti.»

E perché proprio questo posto, questo grande cisternone all’interno del Bosco di Capodimonte?

«Questo posto, questo grande cisternone all’interno del Bosco di Capodimonte era esattamente questo, la cisterna dell’acqua piovana della Reggia di Capodimonte. Io sono nato qui, a Capodimonte, in questo posto ci passavo le mie giornate, il mio allenatore di karate ci faceva allenare qui, all’aria aperta e così ho pensato, quale posto migliore se non questo?

Sai, Napoli non ha strutture o asfalti adatti a questo sport essendo fatta prevalentemente di strade strette e sanpietrini ed una struttura asfaltata, liscia è quasi indispensabile per questo tipo di disciplina. E, pensando subito a questo posto, ci tornai proprio con questo intento. Noi ragazzi dell’associazione armati di determinazione e buona volontà (e alla ricerca di un posto simile) abbiamo ‘’adottato’’ questo spazio. Provvediamo noi a tutto, pulizie ordinarie, il bosco “ci offre” questo spazio e noi, in cambio, ce ne prendiamo cura e ci facciamo qualcosa di figo!»

Assieme alle effettive competenze tecniche, cosa insegna il surfskate?

«Innanzitutto considera che qui, si allena dalla bimba di cinque anni, al signore di sessanta; uno dei nostri migliori allievi è Marcolino, un ragazzino autistico con cui ho iniziato un percorso che ha arricchito me in primis e Marcolino stesso, che ha sfruttato al massimo le sue possibilità vincendo la sua scommessa.

Assieme al percorso “tecnico”, ciò che nasce qui è un vero e proprio percorso educativo e comportamentale. Fanno innanzitutto una disciplina straordinaria, nel senso fuori da tutto ciò che sono gli sport ordinari, quindi c’è una grande apertura mentale.

Il sopruso che puoi fare giocando a pallone, il fallo, qui non esiste. È uno sport individuale ma fatto in gruppo. Se uno cade, c’è l’altro che lo aiuta a rialzarsi.

Come ti dicevo poi, questo posto va mantenuto ed alla cura e alla pulizia del luogo partecipano tutti, istruttori ed allievi quindi si crea un grande e generale sentimento di rispetto e cura dell’ambiente e della natura».

Quindi da piccolo sogno a grande realtà…

«Beh si, non ci aspettavamo tutta questa affluenza e questo calore dalle persone che è stato davvero la nostra linfa vitale. Sai, lo skate non ha mai avuto gran voce nel panorama sportivo, quello che definisco passaparola istituzionale non c’è mai stato.

Nessuno si è mai preoccupato di realizzare un luogo in cui praticare questa che è a tutti gli effetti una disciplina sportiva esattamente come tante altre. Ed è per questo che al tempo creai l’associazione, per presentare una serie di progetti, per chiedere finanziamenti, aiuti. Ma purtroppo non è mai stato negli interessi del Comune di Napoli, avallando luoghi comuni ormai obsoleti.

Ci ho provato e ci provo ancora a portare avanti il mio progetto in una città che è una delle poche ad oggi, a non avere ancora uno skatepark vero e proprio».

E poi ecco, come giustamente affermi, è una disciplina sportiva a tutti gli effetti se pensiamo che voi stessi avete partecipato a veri e propri Campionati, no?

«Si! C’è un vero e proprio Campionato Nazionale che si svolge in varie tappe in Italia di surfskate.

 C’è una vera e propria Commissione di cui io stesso faccio parte come commissario, responsabile regionale e tecnico nazionale.

Da poco si è conclusa la CUTBACK of SURFSKATE PRO ’22 a Tarquinia e due dei miei ragazzi Matteo De Filippo e Pietro Ciotola sono rispettivamente arrivati terzi e quinto!»

Abbiamo ascoltato lo stesso Pietro, oggi trainer assieme a Livio di Surf Your City su come abbia conosciuto Surf Your City e sulla sua esperienza al Campionato.

«Io e Livio ci siamo incontrati per caso. Io già di mio era appassionato a questa disciplina e dopo tempo, il destino mi ha fatto incontrato lui e Surf Your City. Giravo l’Italia per trovare posti in cui allenarmi non essendocene a Napoli (almeno così pensavo) e dal nulla, scopro che una realtà simile c’era già, proprio a Napoli. Partito come allievo, grazie a Livio ho studiato per prendere brevetti da istruttore ed oggi sono qui. Ho partecipato al Campionato con Matteo, un’esperienza bellissima. Mi sono confrontato con professionisti in una realtà totalmente nuova e se all’inizio ero spaesato e spaventato, all’ennesima caduta mi sono rialzato e siamo arrivati terzo e quinto al Campionato Nazionale, gran bella soddisfazione!»

Livio sta cercando con costanza e determinazione di piantare semi da cui possano sorgere grandi e forti alberi, sta cercando di dare dignità ad uno sport che la merita e che ancora viene visto come solo e soltanto uno sport ‘’da strada’’, sta cercando di creare ed offrire uno spazio professionale a tanti ragazzi che vogliono coltivare la passione dello skate. E sulla domanda su quali siano i suoi sogni e progetti futuri risponde:

«Spero tanto che qualcosa possa cambiare, spero che anche a Napoli come sta accadendo in tutta Italia si possa diffondere questa cultura, che ragazzini appassionati di skate ed in generale di sport ‘’poco comuni’’ non si sentano spaesati ma trovino un luogo che li accolga e li accompagni nel percorso.

Come tutte le passioni nella vita, se vuoi renderla una professione devi studiare e spero che la mia, da piccola voce possa diventare grande coro.

Sono l’unico qui a Napoli che offre una realtà del genere ai ragazzi e spero vivamente di poter avere in un futuro non troppo lontano un luogo, magari al chiuso, in cui creare un vero e proprio centro polifunzionale in cui sentirti libero di fare ciò che vuoi, ovviamente anche il surfskate!»

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