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INTERVISTA. Malattie del metabolismo, la prof.ssa Esposito a Informare: «Bisogna allenarsi alla ricerca»

Luisa Del Prete 08/06/2022
Updated 2022/06/08 at 5:00 PM
9 Minuti per la lettura

Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo e Professore Ordinario presso l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, la Prof. Katherine Esposito è tra le massime esponenti di diabetologia ed endocrinologia in Italia e in Europa.

«Io nella mia vita ho studiato, sempre: man mano che crescevo diventavo sempre più consapevole del ruolo del medico e ho pensato che la ricerca fosse davvero una svolta. Perché a volte non bastava per salvare chi amavamo: quando un paziente non ce la faceva, io ho sempre pensato che fosse perché non avevamo abbastanza conoscenza, opportunità terapeutiche, farmaci per far sì che la malattia andasse via. La malattia sapeva più di noi in quel momento e la ricerca è un modo per scardinare la malattia». Una ricerca che non si è fermata neanche durante il periodo della pandemia e che sempre continua per contrastare quelli che sono i tristi dati della Campania.

«Da endocrinologa e diabetologa mi occupo di problematiche sociali. Il diabete, ad esempio, è una patologia che è più patologie: ci occupiamo di diabete dei giovani, siamo in contatto con la diabetologia pediatrica, e siamo centro di riferimento per la cura del diabete degli adulti. Ancora oggi in Campania abbiamo dei dati tristissimi per le amputazioni da piede diabetico e, dunque, noi combattiamo per ridurre il fardello delle complicanze. Ci occupiamo di malattie endocrine come l’obesità che ha un impatto fortemente sociale. Abbiamo tantissimi bambini obesi e da pochissimo tempo l’obesità è stata definita una malattia, ma i farmaci disponibili per curare questa patologia non sono ancora rimborsabili: questo fa la grande differenza su come le persone si possono curare. Nei mesi dell’emergenza legata al COVID-19 non potevamo permetterci di fermare tutto ed abbiamo continuato a fare ricerca. Abbiamo pensato che potevamo vincere la paura soltanto se continuavamo a fare quello che abbiamo sempre fatto». Una ricerca che non si ferma mai e che è sempre in prima linea per far sì che ci siano i risultati migliori a tutela dei pazienti.

«Per fare una buona ricerca devi avere tante idee. Devi leggere, studiare e approfondire anche argomenti trattati da altri e scegliere il tuo di percorso. La ricerca è fatta di un impulso iniziale e poi di tanta pazienza e di cura. Da soli è difficile: la ricerca è un tavolo circolare di confronto. A differenza di quando sono in assistenza, momento in cui mi assumo le responsabilità delle cure per i pazienti attraverso il mio team, quando facciamo ricerca ho solo una responsabilità: la saggezza del tempo. Perché siamo tutti uguali e mettiamo sul tavolo le nostre idee ed impariamo a confrontarci: bisogna allenarsi alla ricerca e ascoltare». Accompagnata da un grande team di ricerca, attraverso studi ed approfondimenti, hanno posto le basi scientifiche per la divulgazione della dieta mediterranea realizzando il “Piatto Mediterraneo”.

intervista esposito Ma non solo, di fondamentale importanza è anche l’idea da cui nasce “PreVenENDO”: una iniziativa di divulgazione culturale, attraverso i social e incontri nei luoghi del vivere comune, su come prevenire le malattie endocrine, metaboliche e andrologiche, informando le persone su quello che c’è di più caro da tutelare: la salute.

«Ci credo molto alla ricerca e sono molto orgogliosa del mio team. Affrontiamo tante tappe insieme, di un lungo e pesante viaggio. Quando, però, vedo che i miei ricercatori stanno diventando dei punti di riferimento perché sono persone brillanti, allora divento consapevole che la strada è quella giusta, nonostante le molteplici difficoltà. Dunque, riuscire a fare bene sia il professore Universitario che il medico e ricercatore è davvero un’impresa, ma noi non volevamo fermarci solo a questo: quindi siamo scesi in campo a parlare tra la gente con “PreVenENDO”. Parliamo di prevenzione e andiamo nei luoghi del vivere quotidiano. Inizio a parlare, attraverso delle diapositive, di prevenzione, cominciando dal piatto mediterraneo e discutendo di tutte le patologie di nostra competenza. Quando è scoppiata la pandemia per restare in contatto con i cittadini abbiamo creato delle pagine social nella quale siamo riusciti a fare anche degli incontri virtuali. Ancora oggi inseriamo nelle nostre pagine delle informazioni utili sull’importanza degli stili di vita per proteggere il benessere, raccontiamo delle patologie, inseriamo ricette della dieta mediterranea e tanto altro per avvicinarci alla gente facendo prevenzione». Una prevenzione che parte da una base: ciò che mangiamo.

La Prof.ssa Esposito ci espone dunque i principi del piatto mediterraneo e l’efficacia di quest’ultimo in materia di prevenzione di tante malattie. «Tutte le malattie di cui ci occupiamo, dal diabete a quelle endocrinologiche, neoplastiche e cardiovascolari, hanno tutte un suolo comune: quello che noi mangiamo.
Dunque, abbiamo trasformato la prevenzione in qualcosa di concreto. Ho preso la piramide alimentare della dieta mediterranea e l’ho messa in un piatto. Cambiare la geometria dell’alimentazione è stata una scelta utile perché ormai la piramide della dieta mediterranea risultava cambiata passando da un contesto geografico e cronologico all’altro. Abbiamo realizzato “Il regolo del piatto mediterraneo”, che è stato registrato alla SIAE nel maggio dell’anno scorso e riportato sia in inglese che in italiano. In questo piatto ci sono tutte le cose che io ho studiato, ma le abbiamo riportate nella maniera più efficace possibile per arrivare alla gente. Attraverso il regolo tutti, adulti e bambini, possono comporre il piatto che dona salute quotidianamente. Questo era il mio obiettivo. La dieta mediterranea è ricca di sostanze che spengono l’ infiammazione che è alla base di tutte le malattie metaboliche, cardiovascolari, oncologiche e degenerative. Pertanto è fondamentale riconoscere che tutto ciò che non è infiammazione diventa salute». Una ricerca che presenta tanti punti di forza che non solo producono informazione, ma educano le persone e promuovono la salute, arrivando a tutti nel modo più semplice possibile.

«Con “PreVenENDO” e con il piatto mediterraneo volevo fare una divulgazione alla cittadinanza immediata e salutare. La dieta mediterranea è un vero e proprio elisir di lunga vita: riduce il diabete, le disfunzioni sessuali, alcuni tumori, fa bene alla salute delle ossa, previene le malattie cardiovascolari. La dieta mediterranea stimola anche a scegliere dei piatti stagionali. Dà salute e sicurezza perché quando scegli la stagionalità fai bene a te stesso, all’economia agricola e allo sviluppo del tuo paese». L’alimentazione è un momento importante nella vita delle persone ed è importante prevenire e convincere le persone di questo.

Altrettanto fondamentale è ricercare e avere la libertà di farlo, ponendosi sempre al servizio della salute della comunità. «La libertà scientifica è una cosa fondamentale: la scienza non può mai essere a servizio di nessuno, ma solo a servizio della salute. Questa è la nostra storia, fatta di uomini e donne che ci credono e vogliono informare: questo è il primo pilastro per costruire la salute e che è il nostro obiettivo primario. Noi dobbiamo dare alle persone, attraverso la dieta mediterranea e la ricerca, la possibilità di ammalarsi di meno e convivere meglio con la malattia: in entrambi i casi ne vale la pena».

TRATTO DA MAGAZINE INFORMARE

N°230 – GIUGNO 2022

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