Sono tanti i contesti difficili che ancora oggi troviamo sul nostro territorio. Dove sono le istituzioni oggi nel fronteggiarli? Superando la limitata retorica circa l’abbandono, Informare ha intervistato il Prefetto di Napoli Claudio Palomba per chiarire i campi di operazione della Prefettura e le sue idee su temi fondamentali: giovani, lavoro e istruzione.
Oggi la camorra non è la stessa di anni fa, si evolve infiltrandosi sempre più capillarmente nell’economia. Quali sono le nuove frontiere della lotta alla criminalità?
«Ora, il tema più preoccupante è quello che riguarda il disagio giovanile: in particolar modo le baby gang, che tocca i più giovani. Altro tema scottante è quello delle infiltrazioni camorristiche nei comuni, e ovviamente ci stiamo preparando al PNRR con una serie di strumenti preventivi. Un lavoro corale che vede e dovrà vedere l’aiuto anche dei cittadini.
Abbiamo finalmente fatto un sondaggio della dispersione scolastica dove emergono forti criticità e soprattutto un abbassamento dell’età dei ragazzi, magari gli stessi che affollano alcuni posti nei fine settimana. Abbiamo visto da poco il vile omicidio di un giovane ragazzo innocente. Bisogna investire molto su questo aspetto. Se sento che in alcune realtà siamo addirittura al 50% di tasso di abbandono, cosa possiamo pensare che facciano alcuni giovani di 13-14 anni che non vanno a scuola? Ovviamente c’è chi cade nelle mani della delinquenza».
In questo senso anche i social influiscono nell’arricchimento del tessuto criminale. La camorra lì ci fa propaganda…
«Decisamente, il sistema è questo. Addirittura, li usano per darsi appuntamento. Andrebbe aumentato il monitoraggio con l’aumento di sistemi normativi più forti, contro questi fenomeni, e sanzioni più rigide».
Lei ha parlato anche di nuovi interventi a Scampia nel contrasto di questo fenomeno, pensiamo solo all’Università e ai progetti in cantiere. Che messaggio si vuole lanciare con questi investimenti?
«Entro il 2026 tanti dei progetti dovrebbero andare a buon fine. Ma punterei la luce su un altro problema: dato che il fenomeno della disoccupazione a Napoli è forte perché non riservare – l’abbiamo proposto e tornerò a riproporlo – un 10%-15% dei nostri fondi ai disoccupati giovani e di lunga durata? Riserviamo un impegno all’aiuto per chi non ha un lavoro, che è dignità e sicurezza. Bisogna investire anche su questo».
Attraverso il PNRR Napoli che immagine vuole dare di sé?
«L’obiettivo è di completare tutte le opere che ci sono necessarie: per esempio ci sono molti milioni anche per le scuole. È necessario che tutto ciò avvenga nella massima trasparenza e senza che ci siano infiltrazioni. Lo Stato può fare, e sicuramente l’impegno da parte di tutti sarà massimo, ma è necessaria la spinta anche da parte del cittadino e dell’associazionismo. Con l’aiuto delle associazioni credo che questo momento storico delicato si possa superare».
Non è necessario solo l’intervento dello Stato ma anche del privato. Quale sinergia si vuole impiegare con loro?
«Oggi sono forti i segnali di collaborazione fra pubblico e privato, abbiamo a questo proposito fatto parecchi accordi come in Galleria Umberto, dove i privati hanno contributo alla videosorveglianza, lo faremo in Piazza del Plebiscito. Ormai il bene pubblico non è solo interesse dell’ente pubblico, Napoli ha veramente bisogno della partecipazione di tutti, non solo dell’apparato statale inteso in senso ampio. Non penso sia un problema di assenza o meno dello Stato. Quel rapporto di fiducia che si è rotto negli anni passati va ripreso attraverso un coinvolgimento perché se non lo facciamo, i privati saranno deresponsabilizzati e negli effetti sentiranno la distanza dello Stato: lo stesso vale anche per i giovani. Quindi è lo Stato che si deve avvicinare ai cittadini e lo farà attraverso un maggiore coinvolgimento».
Terzo scudetto: un augurio al popolo napoletano per i prossimi mesi di festeggiamenti?
«L’appello ulteriore che faccio ai tifosi del Napoli è quello di festeggiare in serenità, anche se vi sono frange violente che dobbiamo isolare poiché semplicemente, non sono tifosi. Alcuni hanno anche criticato le troppe chiusure, ma vedere la gente felice festeggiare per le strade in totale sicurezza a me ha dato estrema soddisfazione. Per noi è stato un lavoro enorme, ma da napoletano e da tifoso del Napoli sono estremamente soddisfatto».
di Ciro Giso e Gennaro Alvino