“Anche i demoni piangono” è la nuova raccolta di brani dell’eclettico artista queer Voodoo Kid, che apre, con coraggio, un dialogo intimo e delicato su alcuni momenti di difficoltà vissuti. Anticipato, nel corso del tempo, dai singoli “Buco nero”, “Alice 02” e “Guardare giù”, il nuovo progetto discografico dell’artista bresciano racconta, in prima persona, il suo personale rapporto con il benessere psicologico, la ridefinizione della propria identità, il rapporto con se stessi, con gli altri, il dualismo, la vita reale, quella virtuale ed altre tematiche complesse. “Anche i demoni piangono” rappresenta, dunque, un punto di partenza per aprire un dialogo intimo e delicato che aiuti anche coloro che ascolteranno la musica del talento musicale. La raccolta è caratterizzata da suoni che sfociano nel synth pop e, più in generale, nell’elettronica da club, tra i generi più rappresentativi di Voodoo Kid. Nell’intervista rilasciata al nostro magazine, l’artista ha raccontato il progetto discografico, il rapporto con i social, con i fan, le motivazioni sottese all’uscita dell’album.
Cosa rappresenta il nuovo progetto discografico “anche i demoni piangono”?
«In un certo senso è un sequel della mia carriera, perché è il secondo lavoro concreto, è cospicuo rispetto all’uscita di singoli. Segue il filone di “amor, requiem”, anche se in questo caso parlo di rapporti che ho con gli altri, con me stesso. È un punto di arrivo: quando si fa un album oppure una raccolta, ci si sente come se fosse la chiusura di un percorso fatto da solo, l’ultimo step che manca è rappresentato dai live. Sto lavorando ad altri progetti”. In questo momento, musicalmente parlando, sto bene; è uscita la mia raccolta “anche i demoni piangono”. È stato come un parto plurigemellare; sono contento che sia uscita. È nata durante la pandemia, l’ho scritta in quel periodo”. In questa raccolta si parla del rapporto che ho con la mia salute mentale e con le altre persone. “anche i demoni piangono” viene da una frase contenuta all’interno di un’anime. L’ho scelta perché penso sia importante, dal punto di vista artistico e di chi ascolta il lavoro altrui, sapere che tutti abbiano dei problemi, diversi di persona in persona. Per affrontarli bisogna ascoltarli, non metterli da parte. Da qui la necessità della terapia, di parlare, di condividere. Voglio farne un punto di forza. La valvola di sfogo sono i live. Mi piace, inoltre, esprimermi in altri modi, come dipingere, produrre per altri. Si tratta sempre di un confronto con se stessi e con gli altri».
Un artista, oggigiorno, sembra debba districarsi all’interno di una vera e propria giungla, fatta di creatività, innovazione. Qual è la tua opinione riguardo alla promozione sui social per un giovane che fa musica?
«Il nostro mercato è una giungla spietata. Sui social, le persone mostrano il lato della propria vita, che non è reale o, meglio, mostrano soltanto dei momenti belli. Io, attraverso il mio modo di comunicare, voglio far capire che, invece, è giusto comunicare tutto per dare coraggio agli altri, esprimersi, capire che la vita di chiunque posti non è soltanto quella mostrata in rete».
Cosa significa per te il termine “successo” e “fare musica”?
«Il successo per me è essere contenti di ciò che si è realizzato. Per tutti assume un significato diverso. Quando qualcuno mi dice “questo pezzo mi ha toccato” oppure “mi ha fatto riflettere” mi sento bene. Per me la musica è connessione».
Quanto è fondamentale per un giovane artista avere un valido team di supporto in un’epoca dominata dal progresso tecnologico e dall’industria musicale che chiede innovazione?
«Per me tanto. Sono contenta di avere un team come quello che lavora con me, che mi spinge a continuare. Senza questo, il lavoro non sarebbe uscito. Durante il Covid ho vissuto dei momenti particolari. Per quanto riguarda, invece, la fanbase, nel corso del tempo, ho notato che è aumentata. Per me chi dice “ti ho capito” è fondamentale».
Qual è il futuro del progetto musicale di Voodoo Kid?
«Musica live, il ritrovo tra artisti. Il contatto tra persone è fondamentale in questo momento. Chi mi ascolta mi dà tanto a livello creativo come quelli che creano con me».