angela del vecchio

INTERVISTA. A Santa Maria Capua Vetere c’è la prima donna presidente del C.O.A.

Redazione Informare 20/04/2023
Updated 2023/04/19 at 11:23 PM
5 Minuti per la lettura

Angela Del Vecchio è la prima donna a presiedere il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere. Con la sua determinazione, competenza e professionalità è riuscita a raggiungere questo ruolo apicale, di guida dell’avvocatura sammaritana. Un lavoro di squadra, cui sarà improntatala sua presidenza, tesa a riconquistare il senso di appartenenza della classe forense che negli anni si è perso. La sua figura, al contempo, può ben costituire un riferimento per tutte le giovani donne che si approcciano alla professione forense, con l’auspicio di una brillante carriera.

Cos’è cambiato nell’avvocatura sammaritana negli ultimi dieci anni?

«Negli ultimi dieci anni non è cambiata solo l’avvocatura ma il mondo intero. La pandemia e le guerre in corso sono cambiamenti epocali che hanno sicuramente stravolto e modificato la professione dell’avvocato. Basti pensare alla gestione della stessa durante la fase emergenziale: la professione ha subito delle congestioni drammatiche dal punto di vista tecnico, quindi, anche relativamente al suo svolgimento. A questo il Consiglio dell’Ordine porrà rimedio sti-molando i vertici del tribunale a rimuovere una serie di ostacoli non più compatibili con la fase emergenziale per fortuna finita. Ad esempio, chiederemo di rimuovere il limite delle quaranta udienze sul ruolo del giudice di pace del circondario del nostro tribunale, come avviene per i giudici di pace dei tribunali limitrofi. Solleciteremo il Ministero supportando la richiesta di organico già presentata dalla Presidente Casella per l’ufficio del giudice di pace di Santa Maria Capua Vetere che è ministeriale, così come già evidenziato dall’uscente Presidente Verrillo agli ispettori ministeriali in sede di ispezione durante la quale sono state evidenziate tutte le criticità del settore civile e penale del tribunale e degli uffici del giudice di pace».

Ha subito discriminazioni in passato e perché?

«Il mio percorso è stato senza dubbio complicato e faticoso come professionista che ama la sua professione, come referente politico-fo-rense da sempre a disposizione del suo foro volto a perseguire degli obiettivi, degli ideali, dei progetti, di un’avvocatura unita che ritrova il senso di appartenenza come classe forense e che merita tutela. Senza dubbio, è stato difficile in quanto donna, avvocata, figlia, madre e moglie. Per questo motivo, la mia attenzione sarà volta a promuovere numerose iniziative che vadano ad armonizzare l’essere donna e l’essere avvocato. Si pensi agli asili di prossimità, agli spazi per l’allattamento per le colleghe che ne hanno diritto».

Consiglierebbe ai neolaureati di intraprendere la libera professione? Cosa suggerirebbe a chi nutre il sogno della professione forense?

«Lo consiglierei certamente perché non c’è un lavoro più edificante del nostro che è una funzione costituzionalmente garantita e protetta. Nulla è più esaltante del ruolo del difensore, nulla è più esaltante di essere garante dei diritti e delle libertà del cittadino in armonia con il sistema giustizia. Ecco perché ritengo che la professione dell’avvocato sia la professione più bella del mondo e suggerisco a chi nutre questo sogno di studiare, studiare, studiare, formarsi, approfondire perché il lavoro dell’avvocato è questo: analizzare le novità normative, renderle proprie portandole davanti all’autorità giudiziaria sempre nell’ottica difensiva. La motivazione per svolgere la professione forense deve essere forte. Occorre capire che tutto viene dal sacrificio e nulla si ottiene in maniera semplice».

Quali progetti ha per la classe forense, anche alla luce della recente riforma della giustizia?

«La classe forense è destinataria di una radi-cale modifica del sistema processuale, civile e penale. Ciò comporterà la necessità da parte dell’avvocatura tutta di un profondo e costante aggiornamento. Ecco perché il Consiglio dell’Ordine, attraverso la Scuola di Formazione Forense, come già fatto nell’ultimo anno, continuerà ad approfondire le tematiche della riforma Cartabia per rendere possibile ai colleghi la conoscenza diretta delle problematiche per risolverle nell’immediatezza, anche tramite un protocollo d’intesa con la Presidenza del tribunale che consenta in maniera più agevole lo svolgimento della nostra professione».

di Edna Borrata e Ilaria Ainora

Condividi questo Articolo
Lascia un Commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *