I Veggenti

La band “I Veggenti” si racconta per Informare

Filomena Cesaro 14/02/2022
Updated 2022/02/14 at 1:12 PM
9 Minuti per la lettura

I Veggenti sono una band Hard Blues della provincia di Napoli. Quattro ragazzi dell’hinterland napoletano che hanno fatto della musica la loro vita, che si raccontano nella nostra intervista. All’attivo hanno un album autoprodotto: “La Voce degli Dei”, un disco che segna il loro ingresso nel mercato discografico ma anche la volontà di far sentire la loro voce e la loro musica.

Con Raf, Nik, Toni e Andy siamo scesi nel particolare, cercando di capire quanto è difficile oggi imporsi sulla scena musicale, ma allo stesso tempo quanto è bello raggiungere traguardi importanti.

Salve ragazzi e grazie di aver accettato questa intervista. Mi piacerebbe iniziare con una domanda molto generica, per rompere il ghiaccio e per farvi conoscere ai nostri lettori. Come nascono I Veggenti e soprattutto cosa suonano I Veggenti?

Raf Giuliano cantante
«Salve a tutti i vostri lettori e grazie a voi per averci invitati.
I Veggenti nascono da un bisogno imprescindibile di sentirsi ed essere se stessi. Il nome i Veggenti deriva dalla “Lettera del Veggente” di Arthur Rimbaud, “Il poeta diviene Veggente attraverso un lungo, immenso e ragionato sregolamento di tutti i sensi per raggiungere l’ignoto. Coltiva ed arricchisce la sua anima alla ricerca di forme d’amore, sofferenza, follia e assorbendo tutti veleni, serbandone la quintessenza, divenendo così il Sommo Sapiente, imprimendo in sé quelle visioni come un ladro del fuoco.

Che crepi pure in questo balzo tra le cose inaudite ed innominabili, verranno altri lavoratori instancabili e ripartiranno dagli orizzonti sui quali l’altro si è infranto”.
Ecco noi siamo i Veggenti, quei lavoratori instancabili che ripartono da quegli orizzonti. Ripartiamo dagli orizzonti della poesia, del Rock, espressioni che si sono smarrite forse da fin troppo tempo.

Come un’eredità che per bisogno essenziale raccogliamo da quegli orizzonti e che a modo nostro la portiamo avanti andandoci oltre, come un viaggio all’infinito, “oltre l’orizzonte” appunto, come il titolo del nostro primo singolo e brano di apertura del nostro primo album “La voce degli Dei” che abbiamo pubblicato lo scorso settembre.
Quello che cerchiamo comunque di comunicare con la nostra musica è appunto una sorta di crescita spirituale e l’essenza dei principi fondamentali della vita vissuta con tutte le sue sfaccettature.

Un po’ come dire: “Un mondo migliore esiste, io lo vedo, lo vivo, lo sento. È forse in ognuno di noi e bisogna cercarlo profondamente e volerlo intensamente per renderlo poi così reale e misura imprescindibile della propria esistenza”.»

Vi faccio una domanda provocatoria: secondo voi ci sono ancora persone disposte ad ascoltare una vera Rock Band?

Nik Fusco chitarrista
«Come ogni forma d’arte, il Rock sta vivendo un periodo dove le forme d’arte concorrenti sono pubblicizzate e pushate di più dai canali mainstream quali radio, TV e giornali e quindi si ha la percezione che il Rock non stia vivendo il proprio periodo migliore, ma ciò non è così. Basti pensare a tutti i concerti, i festival e le manifestazioni musicali che da anni continuano ad andare avanti registrando sempre alti consensi e fette di pubblico molto ampie.

Per non parlare poi di tutte le produzioni dal basso e le band autoprodotte come la nostra che malgrado le mille difficoltà riescono ad avere comunque un seguito corposo e ottimi riscontri di pubblico.»

Napoli è da sempre patria di musica, la nuova scena Napoletana pullula di artisti di valore, ha un pubblico ampio e spesso riesce ad arrivare anche su palcoscenici molto importanti. Voi partite proprio dall’hinterland napoletano, quanto di questo territorio e di questa cultura portate nella vostra musica?

Toni Rega bassista
«Basta ascoltare i nostri brani per capire che del nostro territorio e la nostra cultura ne abbiamo solo la residenza. Ci discostiamo totalmente dalla scena musicale che ci circonda, ci esce naturale cantare in italiano e suonare chitarre distorte.
Dell’essere partenopei ne ha giovato il progetto semplicemente nel nostro modo di essere e la nostra capacità di affrontare le avversità, una su tutte la pandemia, che ci ha stimolato. Portiamo questo di Napoli nel nostro cammino.»

“La Voce degli Dei” è il vostro primo album, è un disco autoprodotto registrato in presa diretta, quanto siete felici di questo traguardo e cosa si può ascoltare in questo album?

Andy Di Domenico batterista
«Siamo molto felici del lavoro svolto. Siamo stati una vera squadra ed abbiamo lavorato tanto in sala per l’arrangiamento dei brani. Nel nostro album si possono ascoltare sonorità hard rock/blues con testi mai scontati in cui spesso ci si può immedesimare. Ma non mancano anche brani dove si fa spazio l’introspezione e i ritmi lenti e riflessivi.»

Quali sono le difficoltà che può affrontare una band come la vostra nell’incidere un disco senza l’appoggio di una casa discografica?

Raf Giuliano cantante
«Avere una produzione discografica alle spalle che crede e investe su di te è un fattore che comunque ti agevola sotto vari aspetti, soprattutto il poi, gli step successivi, il poterti permettere in pratica di portare in giro la tua musica. È anche vero che comunque oggi internet e i social sono un mezzo molto potente per far conoscere quello che esprimi.
Resta comunque il fatto che noi abbiamo messo in piedi questo disco e ci siamo autoprodotti per la passione che ci lega tutti e perché crediamo in quello che facciamo.»

Nonostante il periodo buio della musica dal vivo a breve suonerete sul palco del Sanremo Rock, come siete giunti su questo palco e cosa vi aspettate da questa esperienza?

Nik Fusco chitarrista
«Finite le registrazioni del disco abbiamo cominciato a pensare a come promuoverlo al meglio. Casualmente siamo incappati nell’inserzione su Instagram delle nuove iscrizioni per il Sanremo Rock e abbiamo mandato la nostra candidatura. Nel frattempo abbiamo continuato a mandare mail e candidature ma non abbiamo avuto esiti positivi.
Il 7 Dicembre 2021, ci arriva la mail da parte dell’Ufficio Segreteria del Sanremo Rock che ci da l’esito positivo, con la dicitura testuale “in quanto il materiale è stato definito di spessore artistico, culturale molto elevato, ed originale”.

Inutile negare che è stato davvero molto emozionante sapere che la commissione di Sanremo Rock abbia apprezzato e creduto nel nostro progetto.
Per noi è già un grande traguardo essere approdati su questo palco così importante, e confrontarci con altre realtà musicali diverse dalla nostra.
Sarà un’occasione che cercheremo di sfruttare al meglio delle nostre possibilità. Andremo lì e proveremo ad arrivare più in fondo che possiamo. Di certo non andremo per fare solo numero!»

Adesso guardiamo al futuro, porterete il vostro disco in giro? Quali sono i vostri progetti?

Toni Rega bassista
«Il minimo che possiamo fare è portare il nostro disco in giro, solo le restrizioni dovute alla pandemia ci stanno tenendo alla larga dei palchi. I nostri progetti futuri sono impegnarci al massimo, ci aspetta il palco del Sanremo Rock.

La Commissione Artistica Nazionale ha valutato uno dei nostri brani e ci ha ritenuti meritevoli all’accesso in semifinale. I nostri progetti si possono semplicemente riassumere nel piacere di suonare e amare ciò che facciamo, il resto verrà da sé.
Cogliamo l’occasione per ringraziare di vero cuore tutti i lettori e vi invitiamo ad ascoltare il nostro primo singolo “Oltre L’Orizzonte”.»

ph di Pitt Esposito

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