Guido Di Leone, 34 anni, è il giovanissimo sindaco di Cellole, cittadina di oltre 8mila abitanti famosa per le aree di villeggiatura estiva come Baia Domizia e Baia Felice. Di Leone ha ereditato un comune che viveva di problemi storici legati all’abbandono e all’incuria di alcune aree, oltre che a inchieste antimafia di estrema rilevanza come l’Eco4, sul consorzio casertano che gestiva il settore dei rifiuti. La cittadina aveva bisogno di aria nuova e di un impegno civico, incarnatosi nella figura di Guido Di Leone, espressione del mondo associazionistico e del volontariato sul territorio. Lo abbiamo incontrato per parlare dei risultati raggiunti e di come in due anni è riuscito a risollevare il comune di Cellole.
Da dove parte il tuo impegno per la città?
«Dopo le scuole superiori sentivo l’esigenza di impegnarmi per valorizzare la mia città, così ho creato un’associazione per far interagire i giovani del territorio. Il nostro impegno consisteva nell’informare la cittadinanza sui fatti che avvenivano nelle stanze del comune, purtroppo le dinamiche che denunciavamo facevano emergere una politica poco sensibile ai problemi della cittadinanza. Da lì abbiamo creato un comitato civico affrontando gli atti dell’amministrazione. Il mio impegno, quindi, non proviene dai partiti, ma sempre dal mondo del volontariato e dell’associazionismo».
Dopo due anni di amministrazione quali sono i principali obiettivi raggiunti?
«Il primo intervento immediato è stato liberare il campo sportivo e le case popolari dai mezzi della ditta che gestiva il settore rifiuti, era una situazione inaccettabile. Abbiamo rivalorizzato l’Arena dei Pini che prima era un parcheggio per i camion dei rifiuti mentre oggi è teatro di concerti importanti, con artisti di grande rilevanza. Quando ci siamo insediati Baia Domizia e Baia Felice non avevano neanche la segnaletica, noi abbiamo invertito la tendenza con nuovi servizi e la creazione di parcheggi. Abbiamo installato oltre cento telecamere e ho stipulato un protocollo d’intesa con il commissariato di polizia per il controllo totale della video sorveglianza».
Qual è stato l’impegno nel settore lavori pubblici?
«Ci siamo subito impegnati nel finalizzare concorsi pubblici per ringiovanire gli uffici, che oggi hanno una marcia in più. Quando mi sono insediato ho dovuto firmare la certificazione di 21 milioni di euro di debiti passivi e 25 milioni di contezioso, posso dire con orgoglio che in due anni e mezzo abbiamo quasi chiuso tutti questi debiti».
Come ha fatto?
«Con importanti opere di bilancio abbiamo chiuso i 21 milioni di debiti, anche grazie ai fondi ministeriali e di Cassa depositi e prestiti. Per i 25 milioni sono andato personalmente a contrattare i contenziosi e oggi il comune ha finalmente ripagato tutti».
Come ha gestito la sentenza di condanna del comune di Cellole a seguito dell’inchiesta Eco4?
«Per il nostro territorio è stata una vergogna senza precedenti: dipendenti che chiedevano le assunzioni dei figli in cambio di favori. Cellole è stato condannato a pagare 8 milioni di euro, con un bilanci comunale che si aggira attorno ai 5/6 milioni. Abbiamo ricostruito il tutto e de-nunciato tutto ciò che non trovavamo giusto, abbiamo trattato con il fallimento e dimostrato che quegli 8 milioni non erano dovuti. Grazie ad una grande manovra finanziaria degli uffici abbiamo concluso la trattativa Eco4 e salvato il comune di Cellole dal dissesto finanziario».
Avete intercettato finanziamenti?
«Abbiamo ottenuto 20 milioni di euro di finanziamenti tra Pnrr, fondi ministeriale e regionali. Parliamo di fondi già decretati. Partiremo con la passerella a mare che interessa tutto il lungomare di Cellole, poi la riqualificazione della Pineta e delle dune, da anni oggetto di sversa-mento di rifiuti. Riqualificheremo il campo sportivo che non ha mai ricevuto, prima di noi, l’agibilità da parte del comune; abbiamo ricevuto fondi anche per finalizzare la piscina comunale».
Come avete affrontato il problema abusivismo insistente su alcune aree di Baia Domizia?
«C’è la zona di Pantano che da oltre quarant’anni ha delle baracche abusive(circa mille), utilizzate da persone che vengono a villeggiare in estate. Quando mi sono insediato ho creato un ufficio apposito sull’abusivismo, anche se solo il comune non può farcela. Noi seguiamo le indicazioni della Procura che sceglie ditte e esperti, quindi siamo un po’ limitati dalle scelte da fare per limitare questo problema. Se abbattiamo cinque case all’anno a fine mandato sarà un numero irrisorio».
Che giudizio ha del Masterplan domitio-flegreo promosso dal presidente De Luca?
«Non riesco a dare giudizio perché quando ancora non avevo la barba si parlava di Masterplan e a tutt’oggi non ho ancora visto niente. Aspetto di vedere i fatti».