CRIME BANK
Capitalizzazioni di interessi, TAEG, pattuizione di tassi e controllo delle soglie. Per molti si tratta di parole che racchiudono concetti economici complessi, ma è proprio attraverso questo menefreghismo che le banche possono fregare i propri clienti. La legge n.108/1996 ha introdotto il concetto di tasso soglia, inteso come limite che se superato determina il fenomeno usuraio. Spesso si tende collegare l’usura ad un metodo mafioso, ma nel rapporto con gli istituti bancari non è raro trovarsi ad affrontare tale illecito.
Nel 2019 il Tribunale di Napoli è intervenuta su due contratti di finanziamento per un superamento dei tassi soglia stratosferico, arrivando in uno dei due contratti incriminati un TAEG del 67,66%, uno sforamento di quasi il 38% rispetto al tasso soglia. L’usura bancaria per negligenza del cittadino passa in secondo piano, soprattutto perché può nascondersi nelle tabelle di calcolo delle capitalizzazioni degli interessi, in alcuni casi mai pattuiti con l’istituto bancario. Per migliaia di imprese e famiglie questi crimini significano migliaia (anche milioni) di euro regalati agli istituti bancari nel corso degli anni, mentre si paga un finanziamento o un mutuo.
SI PUÒ VINCERE
Affidare a degli esperti il controllo dei propri rapporti bancari può esse-re di certo una soluzione vincente, soprattutto quando in ballo ci sono cifre importanti e la restituzione di tutti gli interessi pagati dall’usurato. Le banche possono essere riluttanti alla mediazione o, addirittura, ad un accordo anche quando sono perfettamente consce di essere nel torto. Dobbiamo considerare che il rapporto di forza economica tra un istituto bancario e un correntista è assolutamente impari, da una parte abbiamo un soggetto economico mostruoso, dall’altro un cittadino che è stanco e sfiduciato o che non ha la capacità economica per riferirsi a professionisti del settore. In tal senso l’atteggiamento di contrasto della banca può essere volto a sfinire il povero correntista, cercando di allontanare qualsiasi pretesa di rivalsa.
L’INTERVISTA
Mario Bortoletto e i suoi partners da anni fronteggiano gli illeciti dellebanche, arrivando a risultati straordinari. Fondatore del “Movimento con-tro gli Abusi e l’Usura Bancaria” di cui è tutt’oggi Presidente Nazionale,Bortoletto è autore dei libri “La rivolta del correntista”, “Contro gli a delle banche” e “Da debitore a creditore”.
Quali sono gli illeciti più comuni da parte degli istituti bancari sui tassid’interesse?
«È un argomento molto vasto, quindi tenterò di essere sintetico. Le criticità che quotidianamente io e il mio staff rileviamo sono molteplici, le principali sicuramente riguardano:
a) Le capitalizzazioni degli interessi illecite, ossia le metodologie di calcolo degli interessi. A parità di interessi, se cambia la metodologia di capitalizzazione, cambiano gli interessi totali da pagare. Ovviamente le banche utilizzano sempre quelle che portano maggiori introiti, anche se illecite o non pattuite. Nel linguaggio comune si parla di anatocismo, ossia produzione di interessi su interessi;
b) Le commissioni e spese non dovute o mai pattuite. Non è raro che le banche addebitino determinati costi senza che questi siano correttamente pattuiti o leciti, e questo ci porta al punto successivo;
c) Interessi e/o pattuizione di interessi usurari. Per verificare questo aspetto non bisogna prendere in considerazione solo i tassi pattuiti e confrontarli con le soglie previste da legge, ma bensì ricostruire il reale tasso dell’operazione computando tutte le spese, gli oneri, le commissioni pattuite e applicate. Solo così si potrà verificare se il TEG (Tasso Effettivo Globale) è realmente usurario o meno. La conseguenza della rilevazione dell’usura è la non debenza degli interessi futuri e la restituzione di quelli già pagati, quindi capite bene come la sua rilevazione e questa “penale” prevista dalla legge, possano addirittura capovolgere determinate posi-zioni debitorie in essere con gli istituti di credito. Negli altri casi sopra indicati le somme illecitamente addebitate devono essere restituite, ovviamente maggiorate degli interessi».
Qual è oggi la realtà dell’usura bancaria e come gli istituti la mettonoin atto?
«Le banche da sempre tentano di massimizzare i propri profitti in tutti i modi e giocano molto sui grandi numeri: quanti clienti verificheranno i loro rapporti di credito? Quanti saranno seguiti poi da professionisti esperti? Quanti non demorderanno durante il cammino e andranno avanti nelle loro contestazioni? Queste sono tutte valutazioni che vengono fatte dalle banche. Ovviamente la materia del contenzioso bancario necessita di tempo, non è raro che imprenditori che hanno aperto conti correnti negli anni ‘80 oggi decidano di verificarli, oppure persone che ricevono azioni da parte della banca sulla base di mutui accesi 7/8 anni fa. Questo per dire chela situazione ad oggi dell’usura bancaria è della più variegata in quanto le criticità presenti su rapporti passati e datati emergono un po’ alla volta. Ecco, questo è un punto che ho molto a cuore: bisogna controllare i rapporti bancari non solo quando si è in difficoltà o le banche ci chiedono soldi, bisogna prevenire e verificare i rapporti quando ancora non ci sono problemi! È anche una questione di serenità personale: sapere di avere debiti e sapere di non averne tanti quanti la banca mi indica è diverso, no?».
È vero che gli istituti bancari inseriscono nelle valutazioni di rischio vita anche gli imprenditori che denunciano racket o usura?
«Quando le banche devono decidere se concedere credito o aprire rap-porti bancari a favore di un soggetto, procedono con un’istruttoria molto dettagliata per capire quanto è rischiosa la posizione, sia dal punto di vista della capacità restitutoria/patrimoniale che da quella soggettiva. Capite bene che un conto, ad esempio, è fare credito ad un impiegato di uno studio, altra cosa ad un maestro di parapendio. Detto ciò i soggetti che denunciano fatti di racket e/o usura indubbiamente sono più esposti rispetto ai comuni utenti bancari, e pertanto non fatico a pensare che nei singoli casi le banche possano chiedere garanzie aggiuntive (fideiussioni di parenti, ipoteche etc.) e/o condizionare la stipula del contratto di apertura di credito, mutuo, finanziamento e. alla stipula di assicurazioni a favore della banca».