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INCHIESTA. Complesso dei Girolamini: tutta l’area è chiusa al pubblico da decenni

Giovanni Cosenza 11/11/2022
Updated 2022/11/11 at 10:54 AM
5 Minuti per la lettura

«Chi l’ha visitato è una persona fortunata»
Così scrive Jeffrey, recensore di Tripadvisor, dopo aver visitato la piccola parte fruibile del complesso monumentale dei Girolamini, una delle più grandi concentrazioni culturali della città di Napoli

Il Complesso dei Girolamini comprende la chiesa monumentale, che per la sua preziosa decorazione barocca, qualcuno non ha esitato a definire la “Domus Aurea” di Napoli, la quadreria, dove sono esposte numerose opere di artisti di scuola napoletana e di tanti importanti pittori operanti in città, due chiostri monumentali e la celebre biblioteca, la più antica di Napoli, dove sono conservati importanti e rari manoscritti.

Complesso dei Girolamini: tutta l’area è chiusa al pubblico da decenni

Essa si estende su una vasta superficie del centro storico di Napoli ed è così grande che occupa due insulæ della parte greco – romana della città, distendendosi tra via Duomo e via dei Tribunali. La sua fondazione, avvenuta tra la fine del Cinquecento e la prima metà del Seicento, deve il suo nome ai seguaci di San Filippo Neri, della Congregazione dell’Oratorio, che ebbero come primo luogo di riunione la chiesa di San Girolamo della Carità a Roma. I religiosi, per edificare la chiesa, acquistarono il Palazzo Seripando di fronte al Duomo, e tutti i palazzi che delimitavano l’area e per creare il grande sagrato che si apre davanti alla basilica abbatterono alcune piccole chiesette preesistenti lungo via dei Tribunali. Nel corso del Settecento, il complesso si arricchì di opere d’arte e nel 1866, con le leggi eversive del patrimonio ecclesiastico, divenne Monumento Nazionale.

Solo nel 2010 l’intero monumento fu musealizzato dopo che la sua biblioteca, che ancora contiene 170.000 opere d’arte tra volumi antichi, incunaboli, cinquecentine e partiture musicali, fu devastata per anni dalla sottrazione di preziosissimi volumi. Il suo conservatore, padre Sandro Marsano, l’unico religioso ancora presente nel convento, nominò Massimo De Caro direttore della biblioteca e insieme al quale fu arrestato qualche anno dopo: furono entrambi accusati di aver venduto volumi preziosi a facoltosi acquirenti residenti all’estero, materiale poi recuperato dai carabinieri. Tra gli indagati ci furono anche il sen. Marcello Dell’Utri, a casa del quale furono trovati volumi di inestimabile valore, in parte restituiti alla biblioteca.

Abbiamo rivolto alcune domande alla dott.ssa Antonella Cucciniello, direttore della Biblioteca e del Complesso Monumentale dei Girolamini.

Dottoressa, a chi appartiene il complesso dei Girolamini?

«La Biblioteca e Complesso monumentale dei Girolamini, ai sensi del D.P.C.M. del 02.12.2019 n. 169, dal 5 febbraio 2020 è Istituto dotato di autonomia speciale, di rilevante interesse nazionale, afferente alla Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore».

Il monumento è interessato da lavori. Da chi sono finanziati e a che punto sono?

«Gli interventi degli ultimi anni si sono concentrati su tre macroaree, in cui sono stati impiegati esclusivamente fondi europei: il cosiddetto cantiere UNESCO (Grande Progetto per la valorizzazione del Centro Storico – Sito UNESCO che apporta circa 7 milioni di euro), vede il Comune di Napoli quale stazione appaltante, e interessa parte delle facciate del complesso che si apre su via Duomo e della chiesa su piazza dei Girolamini, il chiostrino cinquecentesco, il chiostro grande e la Congrega dei Dottori, oltre ad interventi di adeguamento funzionale e di riqualificazione degli spazi espositivi.

Gli altri due cantieri sono gestiti dagli istituti periferici del Ministero della Cultura (Soprintendenza e Segretariato): il primo finanziato nell’ambito del PON «Cultura e Sviluppo» 2014 – 2020 con circa due milioni di euro, cofinanziato con i fondi europei FESR e rientrante nella Programmazione di natura strategica del MIC, prevede la valorizzazione del percorso di visita e il completamento del restauro della Chiesa di San Filippo Neri, praticamente concluso. Il secondo, finanziato con quasi otto milioni di euro, interessa l’ala delle sale storiche della biblioteca, tra cui la celebre e monumentale Sala Vico».

Quindi a breve, dopo decenni, potremo ammirare di nuovo la chiesa?

«Sì, dopo un articolato intervento di restauro ormai alle ultime battute, attendiamo il completamento dei lavori della facciata principale e dei necessari collaudi. Dopo alcune aperture straordinarie, attendiamo di riaprirla definitivamente alla fruizione dei visitatori».

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