Terminare le scuole medie in Italia è obbligatorio, eppure, sono troppi gli studenti che non arrivano al termine e abbandonano gli studi. Non è una gara eppure, dal pre al post pandemia le competenze numeriche e alfabetiche dei ragazzi sono peggiorate in tutte le province italiane.
Infatti, già nel 2020 c’erano 50 mila ragazzi fra i 20 e i 24 anni, nati fra il 1996 e il 2000, che non avevano la licenza media. Nel dettaglio: 10,6 mila di loro sono analfabeti, 15,8 mila sono alfabetizzati ma non hanno mai finito le scuole elementari, mentre altri 23,3 mila non hanno mai finito le scuole medie. Questi dati sono forniti dall’Istat. Sempre nel 2020, è risultato che un ulteriore 17% ha la licenza media ma non ha finito le scuole superiori oppure si è fermato a un diploma di scuola professionale della durata di tre anni.
La buona notizia è che negli ultimi dieci anni le cose sono lentamente migliorate: la percentuale di ventenni senza il diploma è calata sensibilmente, passando dal 23% al 17%, anche se nel complesso si tratta di una percentuale ancora piuttosto elevata.
Le competenze dei bambini delle scuole medie
Riguardo alla competenza numerica la quota di studenti in regione che non raggiungono la sufficienza è lievemente più alta (29% in totale, articolata in 29,3% per i maschi e 28,6% per le femmine), mentre quanto all’ascolto e alla lettura della lingua inglese, qui la quota degli studenti insufficienti è del 26,7% per l’ascolto ( 43,7% in Italia) e del 17,3% per la lettura (26,1% in Italia).
La parola chiave è dunque “insufficiente”: i ragazzi sono insufficienti a scuola, quel luogo dove si dovrebbero piuttosto formare gli adulti del futuro; sono “insufficienti” con i libri, preferendo di gran lunga la compagnia di uno smartphone; e sono insufficienti a scrivere ed esprimere impeccabilmente un pensiero.
I dati MIUR
Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ha sancito 1,5 miliardi di euro per il Piano contro la dispersione scolastica. I primi 500 milioni serviranno a finanziare progetti in 3.198 scuole con studentesse e studenti nella fascia 12-18 anni. Queste risorse verranno assegnate direttamente alle scuole, sulla base di precisi indicatori relativi alla dispersione e al contesto socio-economico.
Con l’espressione “abbandono scolastico” non si intende poi solo chi non ha terminato la scuola dell’obbligo, ma anche chi si è trovato ad abbandonare un percorso intrapreso post diploma. Coloro che iniziano per esempio un corso di laurea triennale che vorrebbero inizialmente terminare, ma che poi invece si ritirano. In molti casi può trattarsi di una scelta condizionata da fattori socio economici. L’indagine di INAPP ha evidenziato che oggi esistono 5 milioni di diplomati fra i 18 e i 74 anni che si sono iscritti a percorsi universitari senza portarli a termine.
Bambini che vanno male a scuola
Sono i figli di famiglie più svantaggiate ad andare peggio a scuola, già alle elementari. In quinta elementare, nelle prove di italiano la provenienza da contesti sociali più favorevoli determina un vantaggio medio a livello individuale di 4,5 punti, in quelle di matematica di 5,6 punti, mentre in quelle di inglese di circa 3 punti in entrambe le prove (reading e listening).
Purtroppo oggi i bambini già alle elementari leggono pochissimo. Guardano più televisione rispetto ai bambini di 20 anni fa, e la metà di loro non legge mai. Nel frattempo, solo la metà dei loro fratellini di 6-10 anni, legge almeno un libro nell’ultimo anno, al di là di quelli scolastici. Una percentuale identica a quella di 15 anni fa.